lunedì 29 aprile 2013

News Prodotti: Yogurt al Lemon Curd, Yogurt al caffè chicco d'oro, Crema al Pistacchio, Chips al melograno, Wafer della sazietà, Danio Danone

Non è un caso il nome di Papille Vagabonde perché nel mio girovagare di quà e di là trovo sempre dei prodotti nuovi, qualcuno più gradito qualcun altro molto meno  :

1) Yogurt al limone  e lemon curd di Mamie Nova
Molti conoscono la mia passione per il Lemon Curd, dopo avervi segnalato come si fa un clementine curd, dopo avervi segnalato il Gelato al Lemon Curd, dopo avervi scritto come si fa uno yogurt in casa con il LemonCurd, eccovi segnalare lo yogurt limone e lemon curd, mi piace pensare che Mamie Nova si sia ispirata al mio blog (non sanno nemmeno chi sono). Nasce dal segmento di mercato dello  yogurt sempre più dessert, dello yogurt goloso con tanto zucchero e molto cremoso come una crema, io preferisco farmelo a casa, sicuramente un gusto novità, lo yogurt più che goloso.



2) Yogurt al Caffe Espresso Chicco d'Oro (eat local)
In vendita presso la Migros in Cantone Ticino, è uno yogurt fatto con solo latte fresco di montagna del Cantone Ticino con caffè torrefatto dall'azienda storica ticinese chicco d'oro, un esempio di come si può fare uno yogurt adoperando solo latte locale e come anche la grande distribuzione può veicolare prodotti locali. Kcal 96 (Proteine 4,3, Carboidrati 11,8 Grassi 3,5, con aggiunta di fruttosio)

Tab.1 Tabella nutrizionale yogurt al caffè /mocca di vari marchi in vendita nel Cantone Ticino






3a) Crema al Pistacchio Elsa Migros
In vendita presso la Migros e un prodotto per golosi impenitenti, beh si sopratutto panna e pistacchio, non si chiede il numero delle calorie ma sono meno di quanto si pensi  pot di 100g 130 Kcal (Proteine 3, Carboidrati 18,5, Grassi 5,1) più di uno uno yogurt, non c'è molto pistacchio solo 0,9 %, più latte, più E 407, E 141, va beh non state troppo a leggere e fare i pignoli specie se siete pistacchio dipendenti ......


3b) Crema al Pistacchio Mamie Nova
Visto che c'ero provo anche questo dai è per vedere la differenza, lo faccio per voi :-)))), manca la tabella nutrizionale secondo alcune fonti on line il pot da 150 g 177,5 calorie :3,5g proteine, 20,75g glucidi, 8,9g di lipidi, però oltre a latte c'è, zucchero, panna, sciroppo di glucosio, E 407, E 415, E 141, E 161, olio di girasole, va beh diciamo che lo provo un altra volta, mi sento pieno!


4) Chips al melograno
Della Simply 7 Snacks un prodotto che mi mancava, perché devo mangiare il melograno con la macedonia? Dove sta scritto che devo mangiare 5 porzioni di frutta e verdura? Vuoi mettere il melograno con le chips, finalmente delle chips con gli antiossidanti del melograno con aggiunta di un po' di formaggio Cheddar, per quelli che le patatine le mangiano solo se sono salutiste!
Però 1 oz più o meno 30g sono 150 cal, più o meno 500 calorie per 100g e non vi dico la percentuale dei grassi.


5) Fru fru che regala sazietà (il wafer della sazietà)
Lo so lo so si chiamano Wafer ma mia Nonna li chiamava Fru Fru  e mi diceva se mi porti un bicchiere d'acqua io ti dò un Fru Fru, così dopo un po' mia nonna praticamente poteva... annegare. Poi ho scoperto che si chiamano Wafer ma secondo me la parola Fru Fru rende merito di più al prodotto, quando lo metti in bocca fà fru - fru e non wa - fer.
Questo non è wafer normale è un wafer per chi è a dieta, prodotto dalla Carmit Candy Industries, la caratteristica di questo wafer è che contiene due ingredienti che inducono a sazietà: glucomannano e  Slendesta.

Glucomannano è una fibra solubile che secondo alcuni contribuisce ad abbassare l'indice glicemico del pasto, se ingeriamo il glucomanno con un bicchiere d'acqua  forma un gel nello stomaco, portando a lento svuotamento gastrico e una sensazione di pienezza per un certo periodo.

Slendesta della Kemin Industries è un estratto naturale acquoso da varietà comune di patata (Solanum tuberosum) standardizzato al 5% della proteina Proteinase Inibitore  (PI2). PI2 aumenta il rilascio di colecistochinina, un ormone che segnala al cervello il senso di pienezza.

Un prodotto per ingannare lo stomaco e il cervello e il gusto? Tuttavia bisogna segnalare che entrambi i due ingredienti sono stati molto discussi il Glucomannano è stato a lungo fermo dalla FDA e la colecistochinina è un ormone che nel tentativo di essere utilizzato come farmaco anti-obesità  ha dato risultati lontani dalle aspettative. 

L'ho visto a Londra , lanciato in tutto il UK il nuovo Danio Danone, uno yogurt ricco di proteine e povero di grassi. che ricorda molto lo yogurt greco ( vi ricordate yogurt greco it's beatiful) quello al gusto di Mirtillo il pot da 160 g, Calorie per 100g: 100, Grassi 2,4g, Carboidrati 11.8g, Proteine: 7,4g.
Vi ricordate quando vi avevo detto che Danone avrebbe lanciato un nuovo yogurt sul mercato nel 2013 con pochi grassi e più proteine, eccolo!

Ingredienti in inglese: Strained yogurt (skimmed milk, yogurt cultures), Blueberry (10%), Cream (8,8%), Sugar (7,92%), Lemon juice from concentrate, Stabilisers (modified starch, pectin, guar gum), Natural Flavouring, Milk mineral concentrate, Acidity regulators (sodium citrate). Contains milk.

Per quelli che non masticano l'inglese yogurt fatto con latte scremato, mirtilli, panna, zucchero, limone concentrato, stabilizzanti come amido modificato, pectina, gomma di guar, aromi naturali, concentrato di latte ad alto tenore di minerali, citrato di sodio contiene latte.

Danio e Oikos, le due imitazioni di yogur greco, un prodotto cannabilizzerà l'altro? Allora ho fatto il paragone tra i due yogurt presenti nel mercato inglese, come vedete Danio sembra più simile allo Yogurt Greco rispetto a Oikos ma la tabella ingredienti non è molto rassicurante.

Ingredienti Oikos alla Fragola
Yogurt (milk, cream, skimmed milk powder, yogurt cultures), Strawberry (14%), Sugar (11%), Stabilizers (modified maize starch, pectin, xanthan gum), Flavouring, Colour (cochineal).

Ingredienti Danio alla Fragola
Strained yogurt (skimmed milk, yogurt cultures), Strawberry (10%), Sugar (5.4%), Glucose-fructose syrup, Stabilisers (modified starch, guar gum, carrageenanan), Strawberry seeds, Lemon juice concentrate, Black carrot concentrated juice, Natural Flavouring, Milk mineral concentrate, Acidity regulator (sodium citrate). Contains milk.

Ricordo che lo yogurt greco è denso per la lavorazione che necessita di più latte e meno addensanti

Tabella 2 Comparazione Yogurt Greco e Yogurt che si definiscono "greco" alla Fragola, ricordo che unico yogurt greco originale è il Fage: Danio Fragola, Oikos Fragola, Nestlè Fragola, Fage Fragola



La comunicazione dice yogurt di sostanza, diciamo che è quella sostanza che dovrebbe incrementare le vendite.

venerdì 26 aprile 2013

Obesità una forte componente genetica? Il ruolo della Leptina di Jeffrey Friedman

Domanda di Sonia M.: Obesità è una malattia che può avere una forte componente genetica?

New York City, com'è bello Central Park in primavera, gli uccelli sbocciano e i fiori cinguettano, toh guarda chi c'è? Jeffrey Friedman, direttore di genetica molecolare all'Università Rockfeller di New York, chi meglio di lui può rispondere alle nostre domande.

Quali sono i fattori che influenzano di più l'alimentazione?

L'alimentazione è un comportamento complesso influenzato da numerosi fattori , tra questi fattori possiamo includere gli ormoni come la leptina, i segnali metabolici come quelli del glucosio, ma anche altri fattori più semplici come il senso del gusto, la vista, l'olfatto, l'emozioni.

Nell' Obesità invece quali di questi fattori è più determinante ?

Tutti in qualche modo, ma è stato da tempo dimostrato che è il sistema ormonale quello che influenza di più il peso corporeo , in particolare quel sistema tra ci spinge ad avere fame a mangiare e a consumare energie. Questo sistema è programmato geneticamente, variabile e individuale, per questo l'obesità ha una forte componente genetica.

L' Obesità si eredita? Si in alcuni casi decisamente si
Sicuro? Si


Possiamo dire che l'Obesità è più un problema di testa, un  problema di pancia, un problema genetico? 

Non è proprio un quiz, diversi studi scientifici dimostrano che l'alimentazione è governata dal cervello, in particolare dalle cellule nervose nell'ipotalamo, che regolano anche altri funzioni basi come il comportamento sessuale e anche il sistema digestivo, pertanto quando il nostro pasto viene digerito, lo stomaco è vuoto questo invia un segnale all'ipotalamo, è il circuito dell'ipotalamo che governa i meccanismi di fame e sazietà!

Che ruolo  ha allora l'ormone come la leptina?

La leptina è un ormone prodotto dai tessuti adiposi, tramite il sangue invia dei segnali all'ipotalamo, quando la massa grassa aumenta anche il livello di leptina, questa dovrebbe inviare dei segnali al cervello di sazietà e diminuire la sensazione di fame.

Perche si mangia di più invece?

Ci sono diverse interpretazioni in merito secondo alcuni per la mutazione nel gene del recettore della leptina che potrebbe determina una carenza e il segnale al cervello non arriva oppure per ragioni a noi non note arriva in maniera errato.


Quali sono gli ormoni che regolano l'appettito?

Leptina prodotto dal tessuto adiposo e la  Grelina è prodotto all'interno dello stomaco è complementare alla Leptina, aumenta prima dei pasti e diminuisce un ora dopo, in alcuni individui a dieta ipocalorica il tasso di grenalina rimane alto e a volte rischia di aumentare la sensazione di fame.

Quali sono gli ormoni che regolano la sazietà?

Peptide YY  prodotto all'interno della mucosa dell'intestino controbilancia la Grenalina e riduce l'appetito e l'insulina un basso livello d'insulina si tende a mangiare troppo, l'insufficiente azione dell'insulina non fa percepire la sazietà.

Come può questa scoperta del ruolo della leptina incidere sulla nuove terapie dell'Obesità?

La Leptina ci ha permesso di valutare meglio i componenti del circuito neuronale che regolano il peso, le prossime terapie dell'Obesità si potrebbero basare sicuramente su questo nuovo tipo di approccio e conoscenze, ma tutt'ora è un lavoro work in progress.

Risposta : cara Sonia come hai visto, sicuramente c'è una forte componente genetica, essere geneticamente predisposti non deve essere secondo me un alibi al non controllo del peso e dell'alimentazione, non faccio nulla perchè tanto è una questione genetica, questo tipo di divulgazione oltre che d'aggiornamento scientifico serve per finanziare la ricerca non per sviluppare un atteggiamento negativo nei confronti del peso e dell'alimentazione, ci sono più fattori che possono essere causa e/o concausa dell'Obesità, quindi al momento nonostante il progredire delle ricerche scientifiche, in caso d Obesità per perdere peso : forte motivazione, volontà, dieta ipocalorica, movimento fisico, abitudini alimentari corrette nel lungo periodo.

Saluti da New York City.


sabato 20 aprile 2013

L' impatto sociale della dialisi e delle malattie croniche del rene


Qualche giorno fa mi hanno fatto un intervista su Rai Due (vi farò sapere quando andrà in onda)  in un inchiesta tra informazione sulla salute e internet, mi hanno chiesto che differenza c'è tra parlare di salute on line o sulla carta stampata.
Io ho risposto una differenza fondamentale, l'informazione sulla carta parla della patologia mentre sul web parliamo di persone.

L'informazione tradizionale della patologia riguarda le aziende farmaceutiche per parlare di un nuovo farmaco e di una nuova terapia sovente sono dei publi redazionali a pagamento, perchè la carta costa mi diceva un editore, oppure la promozione di una struttura ospedaliera come promozione politica, perchè la salute è materia pubblica dove i pazienti sono un contorno visti più come numero fastidioso.

Invece al centro del mio parlare di salute si parte sempre prima dalla persona  e poi si parla della patologia dei possibili percorsi di terapia per fare una informazione più completa ed obiettiva, dietro ci sono delle persone con le loro storie, una differenza che reputo fondamentale.

La storia d' Andrea e Angelica
Dietro questo post c'è la storia d' Andrea, circa un anno fa mi ha scritto più che per chiedermi informazioni, mi ha scritto per sfogarsi. Andrea di una città del Nord Est Italia ha 43 anni, papà d' Angelica 15 anni, da un giorno all'altro finita  in Dialisi per insufficienza renale cronica, Andrea era arrabbiato anzi era molto arrabbiato, non si dava pace, non è stato facile comunicare con Andrea , in sintesi perche la nostra corrispondenza è durata un anno,  in una email gli ho scritto se gli avevano parlato di trapianto da donatore sano vivente, inizialmente Andrea non aveva capito ma posso dire con grande tenerezza che due mesi fa Andrea ha donato un rene alla figlia e stanno bene tutti e due.
Sono queste le emozioni che mi ripagano dal fare un blog.

La percezione della patologia nel paziente e nella società
Questo però mi ha posto di fronte a qualche riflessione, in particolare sulla comunicazione tra medico e paziente sulle malattie renali che godono di meno clamore e comunicazione rispetto al cancro o all'HIV,  per esempio in Italia ci sono circa 40.000 persone in dialisi e 18.000 trapiantati, il numero di questi pazienti dovrebbe salire nei prossimi anni con l'invecchiamento della popolazione e dell'aumento della patologie collegate come ipertensione e diabete di tipo II, un problema che potrebbe coinvolgere direttamente o indirettamente più di 3 milioni di persone.

Nel 99% dei casi l'annuncio della malattia è improvviso, sono il dottor Mario Rossi  nefrologo, lei ha un insufficienza renale in fase terminale, i reni non funzionano più, la porto a fare una dialisi d'emergenza.
Si rimane storditi, ma sono proprio io? Non si sono sbagliati?
La legge non prevede un assistenza psicologia come per il cancro o l'aids, anche se a dire il vero ci sono strutture ospedaliere che si sono attrezzate per un sostegno psicologico nel primo periodo.

L'annuncio della dialisi ti cambia la vita, la difficoltà di affrontare una vita divera, la dialisi comporta molti vincoli, fisico dimenticatevi di viaggiare, vincoli di tempo sono 4-5 ore ogni due giorni, la propria vita dipende da una macchina.

Certo non si può generalizzare alcuni la prendono meglio di altri e riescono ad avere una vita quasi normale, ma non è sempre così alcuni si sentono molto stanchi, ogni persona reagisce in modo diverso.


Dialisi e mondo del lavoro
Le storie si fanno diverse, c'è chi ha trovato disponibilità in azienda, come le leggi prevedono a tutela del lavoratore ma anche chi il lavoro lo ha perso, la storia di Anna 33 anni con due figli, dopo due anni di malattia ha perso il lavoro, a parlare è il tasso d'attività dei lavoratori in dialisi tra i 25 e i 49 anni è inferiore al 60% contro quello della popolazione generale  90% nella popolazione generale, in pratica uno su tre perde il lavoro. Una percentuale simile si registra nei pazienti con cancro e  aids, questi rende il problema molto visibile della poca tolleranza da parte del settore del lavoro delle malattie di lungo corso.

Oggi il numero dei lavoratori indipendenti è molto alto pertanto la dialisi ruba posto e tempo al lavoro, ai problemi di lavoro e di minore guadagno, si sommano alle difficoltà d'accesso al credito e alle assicurazioni. Non da ultimo ci sono i problemi personali, l'impatto della malattia sulla famiglia sia sui figli che sul compagno o compagna, non sono rari i casi di separazione e divorzio.
Una particolare condizione che alla fine rischia di essere una spirale fortemente negativa dove la condizione di salute viene vista come sia come punizione che come una discriminazione sociale.

C'è una reale mancanza d'informazione sulla dialisi non solo tra i pazienti ma anche nella società una persona in dialisi, è una persona come un altra, può essere una persona attiva, oggi la società avrà sempre più a che fare con persone dalle patologie di lungo corso  e deve imparare ad affrontarle con maggiore consapevolezza senza discriminazione e punizione, sopratutto nel mondo del lavoro, se un dializzato perde il lavoro non lo trova più.
Qualcuno dirà questo anche per altri lavoratori, lo sò ma mi rivolgo ai selezionatori di risorse umane pieni di pregiudizi, per fare delle fotocopie o rispondere al telefono non bisogna avere il fisico pronto per fare i 100m alle olimpiadi! Non solo ma le competenze e l'esperienza sviluppate in anni di lavoro non vanno in dialisi.

Umberto, operaio 38 anni mi ha detto " Vorrei cambiare lavoro, quello che faccio è troppo pesante ma non riesco a trovarlo, ho difficoltà ad avere dei giorni di riposo, sono preoccupato per il mio futuro, vede questa è una malattia che non coinvolge solo i reni ma tutto l'organismo, la carriera, la famiglia, quale futuro mi aspetta essere collegato a una macchina che non mi guarisce?"

Le mancanza d' alternative al trapianto
Inutile girare intorno all'argomento il trapianto è il miglior trattamento per l'insufficienza renale cronica, negli ultimi anni, altri studi hanno dimostrato i benefici del trapianto in termini di qualità della vita sia dal punto di vista del costo è brutto dirlo ma di fronte alle spese sanitarie di uno stato tutto diventa importante le dialisi hanno dei costi molto alti per il sistema sanitario nazionale, tuttavia non è semplice perché il rapporto tra disponibilità d'organi e dializzati non è ottimale e lista di attese specie in alcune zone e aree del paese sono lunghe anzi molto lunghe.

Quello che io ho notato è che pochi conoscono la possibilità di essere trapiantato da un donatore sano vivente, un argomento difficile e delicato da fare io lo comprendo, anche se negli ultimi anni ho visto moglie e marito donare il rene al proprio compagno, genitore donarlo ai figli, una volta un signore mi disse, ci ho messo tre anni per capirlo saperlo prima mi avrebbe evitato la dialisi.

Le persone che ho avuto la possibilità di sentire si sono lamentate della carenza d'informazioni sulle pratiche e le liste dei trapianti, sulle lunghezze burocratiche, carenza sulle informazioni relative alla nutrizione, sull'attività fisica, consigli su come avere una discreta qualità della vita senza danneggiare ulteriormente il fisico.

A dire il vero quello che a mio avviso manca sentendo anche i pazienti sono  le informazioni più chiare sulle opzioni di trattamento, una maggiore flessibilità nell'organizzazione della dialisi, l'attuazione di un percorso di cura con le consultazioni multidisciplinari, come invece avviene per altre patologie come i tumori, oggi obbliga i pazienti dializzati a spostarsi in altri centri non attrezzati e non sempre consapevoli delle problematiche delle persone dializzate, quella che manca in generale sembra che sia la percezione del paziente come un tutt'uno e non come solo un problema renale.

Prevenzione delle malattie del rene
Prevenzione è la parola d'ordine pertanto è importante l'identificazione dei pazienti con Malattia Renale nelle fasi iniziali è essenziale per iniziare subito una terapia farmacologica la cui efficacia nel rallentamento della progressione del danno cardiovascolare e renale è stata ampiamente riconosciuta. Un' adeguata prevenzione delle malattie renali si realizza con il riconoscimento dei primi segni  di potenziali problemi per i reni che sono: l’ipertensione, la proteinuria ed il diabete. Questi fattori compromettono le funzioni renali, ma spesso non danno disturbi, passando pertanto inosservati. Oggi i Nefrologi sono in grado di correggere l’Ipertensione, ridurre la Proteinuria e curare il Diabete, prevenendo in tal modo il danno renale irreversibile.
Particolare attenzione deve essere rivolta ai fattori d'ereditarietà, che deve rendere le persone più consapevoli specie quando in famiglia c'è già un caso.

Il Decalogo sulle Malattie Renali stilato congiuntamente dalla Società Italiana di Nefrologia e  Fondazione Italiana del Rene Onlus

1. I reni sono organi che si possono deteriorare spesso senza dare alcun segno o sintomo, per cui è necessario, una volta all'anno, misurare la pressione arteriosa e effettuare l’esame delle urine. 

2. TaIvolta può essere necessario anche conoscere iI valore della creatinina nel sangue e effettuare un'ecografia renale

3. I soggetti a rischio di malattia renale sono: adulti con età superiore a 60 anni, ipertesi, diabetici, obesi, individui con familiarità per malattie renali e coloro che fanno abuso di farmaci anti-infiammatori

4. Nella fase ultima della malattia renale (insufficienza renale terminale) gli unici rimedi sono la dialisi e/o il trapianto. 

5. Nel mondo 1.500.000 persone si sottopongono a dialisi per poter vivere. Di queste, più di 43.000 sono in trattamento dialitico in Italia. 

6. Le cause più comuni che portano all'insufficienza renale sono il diabete e l'Ipertensione arteriosa non controllata. Infatti il 72% dei dializzati nel mondo sono pazienti diabetici e/o ipertesi. 

7. Il diabete si complica con il danno renale nel 40% dei casi. 

8. La progressione del danno renale si può rallentare con l'uso di farmaci che sono dotati di azione reno-protettiva, sia perché controllano la pressione arteriosa, sia perché riducono la proteinuria. 

9. Il controllo della malattia renale è fondamentale perché migliora anche la prognosi cardiovascolare (chi è malato di rene spesso muore di malattia cardiaca). 

10. Prevenire dunque si può e curare e controllare bene il Diabete

lunedì 15 aprile 2013

Ci sono OGM nei nostri piatti? Dopo la truffa dei prodotti bio con OGM come comportarsi?

Domanda di Esme / Alice, in seguito alla truffa dei prodotti biologici ma che invece contenevano cereali da colture OGM provenienti dall'Ucraina, come possiamo difenderci?

Contro le truffe si può fare poco, lo dico con dispiacere ad un primo momento di clamore seguono poi momenti silenziosi dove con lieve ammende si risolve tutto con troppa facilità e superficialità, così sono certo andrà a finire la truffe delle lasagne della carne di cavallo, pochi giorni cala il silenzio e tutto torna come prima.

I prodotti biologici sono al centro di una vera e propria bufera negli ultimi due anni, da una parte aumenta la domanda dall'altra c'è poca produzione il biologico vuole dire anche meno quantità. Tuttavia mi sento di dire che non è così per tutti gli operatori del biologico, generalizzare è sempre difficile conosco operatori serissimi ai quali però si affiancano spesso operatori senza scrupoli.


Etichette mai abbastanza complete 
Il caso dei cereali è molto emblematico di una certa situazione, tutti sono perfettamente a conoscenza dei paesi che coltivano cereali OGM, con molta probabilità se io importo cereali da questi paesi, questi sono OGM, non sempre ma è molto probabile. L'indicazione della provenienza del paese d'origine d' ingredienti sulle etichette è stata molto contestata dalle aziende in sede dell'Unione Europea, mentre invece l'indicazione della provenienza della materia prima sarebbe un ottimo aiuto per i consumatori.

L' Europa consente l'utilizzo di 30 OGM (organismi geneticamente modificati) per alimenti o mangimi. Si tratta di mais, soia, colza, cotone, barbabietola da zucchero e patate (Amflora). Queste piante, principalmente coltivate in America (Stati Uniti, Brasile, Argentina), sono stati geneticamente modificate per resistere a respingere i parassiti e erbicidi con lo scopo di facilitare le pratiche agricole, non per migliorare la qualità del cibo è bene precisarlo.

OGM si ma coltivato fuori dal mio paese, l'ipocrisia dell'Unione Europea
Il fatto che molti paesi europei si siano schierati contro gli OGM o per lo meno contro la coltivazione sul loro territorio non vuole dire che questi non arrivano e che non siano presenti sulla nostra tavola. L'etichettatura dei prodotti alimentari come OGM è obbligatoria per ogni ingrediente che contiene più dello 0,9% . Questa soglia vale per ciascun ingrediente, indipendentemente dalla sua proporzione nel prodotto finito. Non è una soglia salute stabilito sulla base del rischio per gli esseri umani.

L'Italia per esempio importa la maggior parte dei suoi cereali da altri paesi, da parte delle aziende ci sarebbe obbligo di dichiararlo ma nonostante i controlli rimangono molti dubbi, Greepeace tempo fa aveva trovato circa venti prodotti presenti nei supermercati con OGM non dichiarati.

La maggior parte dei prodotti OGM sono adoperati per dare da mangiare al bestiame come i semi di soia, questo non vuole dire che mangiamo OGM, pur tuttavia alcuni ricercatori hanno sostenuto che frammenti di DNA transgenico si possono trovare in uova, latte e carne, argomento molto dibattuto in ambito scientifico.


Fare scegliere il consumatore
Questa la racconto perchè è troppo bella, avrei voluto avere la macchina fotografica, un giorno vado a mangiare in un ristorante di quelli biologici vegetariani a Roma e chi incontro, un noto blogger favorevole agli OGM, è vero non è che uno tutti i giorni può mangiare OGM, personalmente mi ha dato l'impressione che gli OGM sono buoni se gli mangiano gli altri.

Il problema secondo me non è tanto se OGM è sicuro oppure no, non è solo questione di sicurezza, ma sta nel fatto che le aziende cercano di rifilarlo senza indicazione, questo invece è una truffa e il consumatore si indispettisce sempre di più. Io sono favorevole a scriverlo sulle confezione bello grande, questo è un prodotto che deriva da coltivazioni OGM bello grosso, conosco un altro  blogger che se lo vede lo compra subito, anzi si compra il supermercato intero per solidarietà.

C'è questa falsa idea che se su un prodotto c'è scritto OGM la gente non lo compra, fate fare una scelta ai consumatori sarebbe più semplice e senza sotterfugi, lasciate decidere al mercato, se la gente lo compra bene se non lo compra non lo importate più però.


Agricoltura bio esclude gli OGM, come comportarsi?
Attualmente, la mancanza d' etichettatura, non è possibile stabilire se i prodotti sono derivati ​​da animali nutriti con o senza OGM. Possiamo trovare OGM nel biologico? L'agricoltura biologica esclude completamente l'uso di OGM. , ma questa non è una garanzia assoluta, a causa di possibili dispersioni.

Sicuramente scegliere biologico su frutta e verdure è più semplice e facile, so che molti comprano prodotti biologici locali nel rispetto della stagionalità, è più difficile quando si parla di prodotti trasformati.

Oggi viviamo in una società complicata dove le materie prime destinate all'alimentazione provengono da tutto il mondo, è difficile avere un controllo sul 100% dei prodotti , certo i controlli servono a questo e ci sono pur tuttavia non possiamo mettere un poliziotto dietro ogni angolo, le leggi hanno senso se sono interiorizzate se una persona le osserva perché le trova giuste  per i delinquenti seriali invece perché chi truffa una volta lo farà sempre, sapere che ci sono pene pesanti sono un ottimo deterrente.

Personalmente penso che sapere che si passerà qualche anno con otto energumeni in gattabuia spaventa molto di più di un ammenda da 7.000 euro, è il deterrente migliore! (scusate la volgarità sotto intesa)

In  genere chi organizza delle truffe se la cava sempre con qualche piccola ammenda, questo deve essere rivisto dalla politica noi cittadini possiamo fare poco se non stimolare la classe politica a difendere meglio gli interessi e e le scelte dei consumatori, ma al momento visto i personaggi sono poco positivo per il futuro non vedo grandi spiragli.


Sintesi: come abbiamo visto cara Alice difendere le proprie scelte è molto difficile ma non impossibile, queste notizia fanno venire voglia di auto prodursi tutto, tuttavia acquistare prodotti biologici e locali può essere un ottima garanzia, ma non basta.

Per gli altri prodotti invece le aziende potrebbe dichiarare la provenienza degli ingredienti volontariamente la legge è un obbligo indica dei limiti ma lascia aperte a più possibilità, sapere che cereali sono italiani per esempio aiuta a rendere il prodotto più credibile.

Sotto il nome del prodotto da agricoltura biologica c'è anche l'ente che certifica il biologico andate a vedere quali sono i parametri per la certificazione come per esempio : BioagricertCertbios , ci sono almeno una ventina di enti certificatori (verificare che questi enti esistono e come lavorano), può capitare di trovare prodotti biologici ma senza certificazione .

Non vorrei che queste notizie fossero utilizzate per fare un processo al biologico, per amore del cielo il biologico le certificazioni devono essere vere, ma convengo che non è possibile mangiare prodotti provenienti da agricoltura biologica per tutti, come anche ho trovato contadini che rifiutano di etichettare il prodotto come biologico perchè secondo loro costa caro la certificazione oppure perchè non riescono a rispondere ai requisiti.

Tuttavia questa vicenda non è la diatriba tra agricoltura biologica, convenzionale o OGM, una truffa rimane sempre tale e va perseguita a prescindere dal tipo di agricoltura.


Lista ufficiale degli OGM autorizzati dentro gli additivi alimentari
ovviamente nei limiti consentito dalle norme vigenti, elenco di additivi che potrebbero contenere OGM, non è detto che tutti necessariamente lo contengano, ne è stato solo autorizzato il contenuto

Derivati della lavorazione del mais
E 1404 amido ossidato
E 1410 fosfato di monoamido
E 1412 fosfato d'amido
E 1414 fosfato d'amido
E 1420 starch acetate
E 1422 amido acetato (Adipato di diamido acetilato)
E 1450 Ottenilsuccinato di amido e sodio
E 1451 Acetylated Oxidised Starch
E 150a Caramello
E 150b Caramello
E 150c Caramello
E 150d Caramello
E 420   Sorbitolo
E 421   Mannitolo
E 953   Isomalto
E 965   Maltitolo
E 966   Lattitolo
E 967   Xilitolo
E 575   Gluconedeltalattone
E 315   Acido eritorbico
E 316   Eritorbato di sodio

derivati della lavorazione della soia

E 322   Lecitine
E 479b Prodotto di reazione dell'olio di soia ossidato termicamente con mono-e Digliceridi degli acidi grassi

Lista autorizzata di OGM dentro all'alimentazione
anche qui ne è stato autorizzanto il contenuto e le aziende sono ritenute ad rispettarne la quantità stabilita dalle norme.

a base di mais: farina e semola di mais, olio di mais, chips di mais salate, petali di mais per la prima colazione
a base di soia: olio di soia, tonyu, tofu, creme dessert a base di soia, salse di soia
a base di colza: olio di colza
a base di barbabietola dolce: zucchero

Ingredienti:
Farine di mais: PanificazioneCereali per la prima colazione, biscotti salati per aperitivi
Fiocchi di mais per le barre di cereali
Semola di mais dentro i biscotti salati
Amido di mais e altri amidacei dentro piatti già pronti, salse, salumi, creme dessert, preparazioni per dessert disidratate, zupper, prodotti per pasticceria
Derivati di amido di mais come lo sciroppo di glucosio, destrosio, maltodestrine che possiamo trovare in salse, biscotti, barre cereali, zuppe, biscotti salati e preparazioni alla frutta dentro yogurt, dessert freschi o creme e nei gelati
Farina di soia. pane, prodotti per la panificazione e la pasticceria
Proteine della soia, piatti pronti e salumi
Materia grassa vegetale (colza, mais, soia) in particolare sulle creme da spalmare
Olio di cotone per fritture



martedì 9 aprile 2013

Esistono alimenti anti cancro? Alimenti miracolosi che impediscono d'ammalarsi di cancro?


Domanda di Clarissa G.: sempre più spesso leggo che questo o quell'alimento è anticancro, è vero? Lo leggo anche su riviste tecniche di settore, non passa settimana che non c'è un alimento nuovo, non so più a chi credere, mi interessa un tuo parere in merito se c'è un alimento che impedisce di ammalarsi di cancro, mi sei sembrato uno tosto.

Risposta: Grazie per la fiducia ma sopratutto per il tosto, mi piace.

A dire il vero siamo un po' tutti ossessionati da questi slogan a favore di questo o di quell'alimento dai media generalisti, dai media specializzati del settore medico scientifico e dalla diffusione di una cultura medico scientifica sul sensazionalismo che ha colpito anche i convegni medico scientifici. 
Non è raro vedere il convegno medico sponsorizzato da un industria alimentare di pesce e sentire una relazione sul pesce come alimento anticancro, oppure un convegno sponsorizzato dal Consorzio del Salame Felice e la relazione sulle proprietà anticancro del Salame.

Il mio parere è sempre stato quello di diffidare dalla stampa ai convegni medico scientifici sponsorizzati, spesso chi parla lo fà in nome dello sponsor, per questo motivo ho richiesto più volte trasparenza perchè spesso non si comprende bene a nome di chi parlano e perchè, facendo perdere credibilità a un intera categoria.

C'è una nota associazione nazionale di nutrizione che utilizza la stessa carta stampata da lettera dell'azienda che la "sponsorizza", per dire di come è in simbiosi e affettivamente legata alla sua azienda produttrice di dolci, tanto che non si comprende dove inizia l'associazione e dove finisce l'azienda.

Non se ne può più, sovente casualmente l'organizzatrice è una società di marketing per i convegni e nei giornali si tratta di redazionali a pagamento, si perchè oltre alle pagine classiche delle pubblicità sempre più riviste propongono redazionali a pagamento con i contenuti selezionati dalle aziende (va bene che tutti devono vivere ma non sulla pelle degli altri).


Creare terrore con poco
Muovere la leva del cancro e del tumore nell'opinione pubblica è molto facile perchè nonostante i progressi della ricerca medica, il cancro rimane la malattia con la più alta percentuale di decessi. Nel 2012 più di 250.000 persone hanno sentito del proprio medico la parola cancro, il suo suono provoca un senso di paura nella nostra mente, è noto che il cancro può colpire indifferemente in qualsiasi momento e le cause rimangono ancora in parte sconosciute, questo determina un senso d'impotenza e d' angoscia molto forte.

È proprio questo senso d' angoscia che sfruttano i comunicatori per cogliere l'interesse e per mettere in evidenza un messaggio che spesso ha più di un vizio di forma. Sentiamo spesso parlare di alimenti con proprietà anti-cancro, ma lo sono veramente?

Che cosa c'è di vero?
Proprio recentemente è stato pubblicato uno studio sulla rivista Nutrition and Cancer che aveva come soggetto alcuni slogan sulle presunte proprietà anticancro di alcuni alimenti ricchi di Flavonoidi (indivia, cipolla rossa) e Omega 3, che secondo fonti attendibili potevano ridurre il rischio di cancro alle ovaie, del 75% .
Lo studio dimostra inconsistenza delle affermazioni e degli slogan, poichè si fa riferimento a studi in vitro, non sappiamo i benefici che possono essere determinati nell'uomo. Negli ultimi anni sono stati fatti studi anche sull'uomo ma dai risultati discordanti.
Sovente quando si parla di alimenti anticancro si parla di sostanze contenute in alcuni alimenti che potrebbero avere degli effetti anticancro, il problema sul loro eventuale consumo rimane un dibattito aperto.

Si è diffuso sempre di più anche a livello medico scientifico un forte egocentrismo, che pure di mettersi in evidenza si tende ad usare uno studio parziale di primo livello e lo si fa diventare uno strumento di marketing per se stessi e per lo sponsor o solo per la speranza di averne uno (c'è un nome per questo gruppo di persone ma non posso scriverlo).

Ho visto giovani ricercatori fare un tour dei maggiori congressi medici per parlare di uno studio a cui loro non avevano partecipato ma solo letto parte di questo e vantare le proprietà anticancro di un alimento, almeno se proprio vuoi metterti in evidenza fallo per qualcosa che tu hai fatto non che hai copiato e incollato.



L'alimentazione dei super cibi contro il cancro

Il cancro è una malattia multifattoriale: ci sono diversi fattori che possono influenzarne lo sviluppo, alcuni sono genetici , altri sono i fattori ambientali o comportamentali, il suo sviluppo non è legato ad un singolo fattore, ma una combinazione di questi, l'alimentazione fa parte di uno di quei fattori ambientali e comportamentali. 

L'errore è nella mancanza di percepire l'alimentazione nel suo complesso e non per singolo alimento o nutriente, come se una persona mangia solo l'omega 3 del pesce o i flavonoidi  di alcuni alimenti e beve gli antiossidanti della spremuta di melograno, ma proprio alcuni di questi cibi dalle presunte proprietà anticancro sono ricchi anche di altre sostanze si pensi per esempio ai residui di pesticidi che rischiano nella realta di stimolare la formulazione del tumore, di altre sostenze non sane come il mercurio contenuto in alcuni tipi di pesci e della preparazione e cottura alla griglia di alcuni alimenti.

Un altra cosa importante è la stagionalità nei prodotti, molti degli alimenti anticancro di cui si vanta proprietà  hanno una stagionalità prendiamo per esempio il lampone o gli agrumi, non sono disponibili sempre tutto l'anno si trattano alimenti come se fossero dei farmaci disponibili sempre tutto l'anno, oppure sono disponibili in altre forme ma siamo certi che da trasformati hanno le stesse proprietà?
Proprio la settimana scorsa abbiamo parlato del cioccolato e abbiamo visto che nella lavorazione del cioccolato si perdono il 70% dei polifenoli contenuti, è anche importante la modalità con cui l'alimento arriva sulla nostra tavola che il suo contenuto come raw ingredient.

Prima di nutrirci esclusivamente d'alimenti miracolosi anticancro dovremmo forse meglio iniziare ad alimentarci meglio partendo dall'inizio come per alfabeto dalla lettera A senza arrivare direttamente alla lettera Z, percepire alcuni comportamenti facendo alcune scelte come nel post Un alimentazione o una dieta può prevenire il cancro al seno?

Personalmente ho una mia carissima amica medico, specialista in scienze dell'alimentazione che da diversi anni si occupa di prevenzione di cancro al seno, segue tutto alla lettera, normopeso, un alimentazione non corretta ma correttisima al grammo, eppure più di un anno fa le è stato diagnosticato un tumore maligno al seno.

Racconto questo per dire che l'alimentazione fa parte di uno di quei fattori ambientali che possono se controllati aiutare nella prevenzione ma i fattori che causano e determinano un tumore maligno è più complesso.

Tuttavia un alimentazione sana ed equilibrata con belle buone scelte e un discreto movimento fisico aiuta a rimanere intatto il più possibile il nostro patrimonio di salute  e avere un fisico più forte e resistente ma nessuno può garantirvi un alimento contro il cancro, se ce ne fosse veramente uno sarei il primo a dirvelo.

Alcuni scienziati nutrizionisti ed epidemiologi sovente non hanno alcuna consapevolezza nel fornire messaggi, sono troppo presi da se stessi, ma tendono a sensazionalizzare i risultati di un singolo studio spesso proprio ma anche copiato e incollato per puro egocentrismo e/o per proprio tornaconto personale o dello sponsor di turno, come proprio nel caso di questo studio pubblicato.


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sabato 6 aprile 2013

Recipease di Jamie Oliver, i non luoghi del food trasformati da uno chef

Cosa fai a Londra quando piove e aspetti che tua figlia smetta di lavorare? Si gira un po' per negozi, musei, vado a trovare i miei amici di Cocomaya, ma capito per caso davanti Recipease di Jamie Oliver, entro? Ma si tanto non ho niente di meglio da fare!

Personalmente i nuovi concept store del food non mi piacciono ( tipo Eataly ) ovunque vai sono po' tutti uguali, da New York a Milano, trovo che siano un po' dei spazi dove predomina più che altro la confusione, li trovo dei spazi un po' grossolani, quasi esagerati, sovradimensionati solo per giustificare un prezzo maggiore dei prodotti, in questi non luoghi del food del nuovo millennio non mi sono mai trovato e non mi trovo a mio agio mi sento come in un autogrill anni '70.


Gli inglesi scoprono la cultura e il piacere del cibo con Jamie Oliver

Per comprendere questo locale Recipease, non si può non pensare al suo ideatore Jamie Oliver, che è un fenomeno tipicamente anglosassone rappresenta la punta di un iceberg di un nuovo fenomeno legato al cibo e alla cucina, che ha generato un cambiamento nella società inglese. Dieci anni fa mangiare a Londra era una sorta di tortura del gusto, gli inglesi mancavano proprio dell'educazione al gusto, oggi non è più cosi, mangiare a Londra può essere anche un esperienza piacevole, non lo avremmo mai detto.

Una sera ero al tavolo con alcuni chef italiani in una località dell' Alto Adige, quando parlai di Jamie Oliver, volarono gli insulti più terribili che io avessi mai sentito, non capivo come mai tanto risentimento nei suoi confronti! Certo Jamie Oliver ha attinto nelle cultura della Cucina Italiana, è il miglior testimonial dell'Italia nei paesi anglosassoni. Di lui mi ha stupito la ricerca della cucina italiana popolare quella che si fa in casa di quella che facevano le nonne, quel sapere che non è mai arrivato sui libri, ma forse è proprio questo "l'essersi ispirato alla cucina casalinga da cui hanno preso le distanze i grandi chef", a creare un forte attrito.

Ritengo che Jamie Oliver si sia ispirato ai cuochi italiani che vivono all'estero (la cucina italiana dell'emigrante qualcuno potrebbe dire), i quali propongono una cucina italiana attinta dalle tradizioni di famiglia, una cucina amarcord riadattata a volte con una buona tecnica a volte meno al gusto del nuovo paese, un evoluzione che ha poco a che fare con la cucina italiana d' oggi.


La capacità di sapere comunicare a tutti

Ho avuto modo di vedere dal vivo Jamie Oliver e di vederlo all'opera in cucina è un vero e proprio istrione, camaleontico, non si ferma mai e devo dire che anche se  non mi era simpatico ha molte qualità, una grande manualità, una grande tecnica, una grande cultura e conoscenza degli alimenti, ci sono alcune persone che hanno dei numeri in più che sanno organizzarsi meglio, scegliersi dei buoni collaboratori ed essere presenti su più progetti, certo il marketing e la comunicazione aiutano ma deve esserci dietro una personalità e una professionalità altrimenti rimane fumo.

Recipease ha aperto nel 2009, si tratta oramai di una formula collaudata, prodotti freschi, libri, utensili da cucina o da tavola, design studiato per cattura l'attenzione del visitatore come ne abbiamo visto tanti ma qui più accattivante e piacevole, l'originalità sta nel fatto che si svolgono lezioni di cucina direttamente nello store e offre ai clienti la possibilità di preparare i loro pasti in loco, utilizzando quello che hanno comprato nello store con l'assistenza di uno chef, per una preparazione espressa max dieci minuti indipendetemente dal costo .

Niente di rivoluzionario, non tutto mi piace ma la presentazione la cura dei dettagli, la formula dello store food versione dello chef Jamie Oliver è fatta bene, vivace, cordiale e piena di messaggi che esprimono la filosofia di Jamie Oliver che cerca d'incoraggiare il maggior numero persone ad avvicinarsi alla cucina.


La comunicazione integrata off line e on line, ma sopratutto nello store, non solo uno spazio di vendita ma uno spazio d'intrattenimento

L'aspetto più interessante è la comunicazione nello store dalle immagini d' altissima qualità dei piatti e di come si preparano come se si sfogliasse un libro o come una rivista al packaging delle confezioni, ai dettagli dell'esposizione dei prodotti, le stesse lezioni di cucina sviluppano intrattenimento come se tutti si fosse in un set di un film o in quadro, una visione all'occhio dell'insieme molto gradevole e coinvolgente. 

Ritengo che il vero jolly sia per lo store che per Jamie Oliver sia la capacità di sapere sviluppare dei contenuti che si possono adattare a tutte le piattafome multimediali dalla televisione a tutti i social network per attrarre i nuovi media, cosa alquanto rara negli altri store food che non hanno fatto alcun investimento on line e nemmeno si sforzano di farlo, nonostante una forte comunità on line sui temi di cucina e qualità del cibo.
Questo aspetto positivo si riflette su tutte le attività del gruppo.

La parte più interessante perchè tanto dovevo perdere tempo la offre la zona bar molto rilassante con connessione wi-fi, dove gli ospiti possono prendere un caffè con una fetta di torta come me o gustare specialità di ricette di Jamie Oliver, naturalmente!



Si può replicare la formula di Jamie Oliver? 
Difficile, non so se ci sono dei nomi di chef da un così forte richiamo POP forse nemmeno in Francia. Non è solo replicare il suo modello, il problelma è il dare quel valore aggiunto al progetto che continuamente il team di Jamie fornisce e rinnova costantemente.

Detto fatto è che vedere la faccia soddisfatta e contenta di una ragazza inglese nel 2013 mentre preparara pasta fresca con la nonna papera non ha prezzo!

Adesso vado fra un po' mia figlia esce dal lavoro ... ho fatto qualche giorno di vacanza ma ha aggiornato perfino Ricette Vagabonde con la tarte tatin carciofi e un articolo sulle virtù salutistiche del cioccolato.. un saluto a tutti da Londra.