venerdì 31 ottobre 2014

Esistono alimenti anticolesterolo?

Andrea G, Taranto : Esistono alimenti anticolesterolo?

Il 50% di coloro che hanno il colesterolo alto, la causa è un alimentazione inadatta l'altro 50% è invece d'origine genetica. Nella maggior parte dei casi diminuire il colesterolo del 10 o del 20% è possibile farlo modificando la propria alimentazione unito a un programma d'attività fisica.

Con un buon programma d'attività fisica è possibile diminuire il colesterolo cattivo del 5%, come fare footing 30 minuti al giorno o altra attività fisica come andare in bicicletta, nuotare e ballare.

All'interno di una dieta specifica per diminuire il colesterolo come abbiamo già detto in altri post che trovate in fondo, ci possono essere alcuni alimenti che più di altri possono contribuire a fare scendere il colesterolo, diminuire il colesterolo cattivo e aumentare il colesterolo buono (sono solo alcuni degli alimenti più facili da trovare con un buon rapporto qualità/prezzo).


Le Mele
Grazie al ruolo della pectina e dei flavonoidi, le mele sono ricche di pectina, una fibra solubile che ha la capacità d'assorbire il colesterolo cattivo e i grassi. I flavonoidi invece sono degli antiossidanti che hanno un riconosciuto ruolo protettore cardiovascolare.
Basta prendere l'abitudine di mangiare mele sia crude che cotte dopo il pasto a colazione a merenda oppure con uno spuntino.
Ideale mangiarne 2 o 3 mele al giorno.

Legumi secchi
Le fibre solubili contenuti nei legumi secchi diminuiscono l'assorbimento dei grassi e abbassano il il tasso di colesterolo nel sangue.
Hanno anche un contenuto di fitosteroli che hanno una riconosciuta azione anticolesterolo.
In insalate, zuppe. primi piatti oppure come accompagnamento per un secondo piatto.
Una porzione di 60g più volte durante la settimana


Frutta secca
Noci, nocciole e mandorle sono ricche di acidi grassi polinsaturi, fibre e fitosteroli, una combinazione ideale per aiutare a fare scendere il tasso di colesterolo.
Qualche frutta secca nell'insalata, in un primo piatto, nella zuppa, con lo yogurt a merenda
Da due a quattro o cinque frutti secchi al giorno che non hanno alcuni impatto sulle calorie totali del giorno.

Crusca d'avena
Grazie alla ricchezza di beta glucani, una fibre alimentare che la lo stesso ruolo della pectina delle mele.
Potete utilizzarla sotto forma di farina da includere nelle preparazione per fare pane, pizza ma anche crepes.
Meno di 20 g al giorno.


Sardine, sarde, sgombri
Il pesce contiene una grande quantità di grassi insaturi, come gli omega 3.
Fresco e in conserva, riescono a mantenere grosso modo le virtù nutrizionali, meglio se in un buon olio d'oliva extra vergine preferibile rispetto ad altri.
2 o 3 volte alla settimana.

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mercoledì 29 ottobre 2014

Gli intolleranti al lattosio hanno un minore rischio di sviluppare tumori?

Uno studio che farà molto discutere, da diversi anni si parla del rapporto tra porzioni di latte e lo sviluppo di tumori, il nuovo studio è stato pubblicato sull'autorevole British Journal of Cancer .

Questa volta lo studio d'osservazione è stato svolto in Svezia, si è voluto vedere se c'era una differenza sul numero dei tumori tra la popolazione generale e gli intolleranti al lattosio, visto la meno assunzione di prodotti derivati del latte. Nei 22.788 intolleranti al lattosio presi in esame le percentuali di sviluppo del cancro ai polmoni era meno del 45%, lo sviluppo del cancro ovarico meno del  39%, lo sviluppo del tumore al seno meno del 21%,  rispetto alla popolazione generale.

Dell'intolleranza al lattosio abbiamo parlato molte volte si tratta della maldigestione del lattosio dovuto alla mancanza di un enzima per la digestione del lattosio, lo zucchero contenuto nel latte e in percentuali diverse nei prodotti derivati del latte, i principali problemi sono male di stomaco, crampi, flatulenza, ventre gonfio ma possono dare luogo a persone più sensibili anche male di testa, eczema, sinusite, difficoltà di concentrazione.

Questo porta le persone intolleranti al lattosio a evitare di assumere porzioni di latte, i risultati dello studio però sarebbe troppo facile dire che grazie all'intolleranza al latte, hanno assunto meno latte e prodotti derivati del latte pertanto hanno percentuali inferiori di sviluppo di tumore. 

Forse non è cosi semplice dal momento che si tratta di uno studio d'osservazione non sappiamo se è il non assumere il latte che incide sulla percentuale (anche se esite un alto indice di probabilità ) oppure se qualche alimento che si consuma in sostituzione del latte possa svolgere un qual si voglia ruolo di tipo protettivo, non è nemmeno da escludere la possibilità che chi è intollerante al lattosio possa avere uno stile di vita differente che incide sul tumore.

Va inoltre detto che la Svezia è uno dei paesi con la più bassa percentuale di intolleranti al lattosio circa il 2%, sarebbe molto più interessante vedere se in paesi dove queste percentuali sono più importanti, più grandi, se ci sia la stessa percentuale di non incidenza di questi tumori, per esempio la Germania e l'Inghilterra dove la percentuale degli intolleranti al lattosio è del 15%.

Sintesi: uno studio d'osservazione rimane tale, va considerato il luogo dove si è svolto lo studio e il metodo, certo che le percentuali sono piuttosto alte anche escludendo una possibile causa familiare e genetica come hanno fatto nello studio.

Non mi sento d'escludere del tutto che i latticini sono una possibile fonte d'ormoni che potrebbero svolgere un ruolo non secondario nei fattori di crescita di  IGF-1- e  mTOR, legate alla carcinogenesi.

I tumori hanno cause multifattoriali e l'alimentazione è solo uno dei fattori ambientali e potrebbe incidere solo in minima parte come per esempio nel cancro al polmone.

Non possiamo escludere altre spiegazioni che potrebbero in qualche modo essere coinvolte da un ruolo protettore di un alimento utilizzato in alternativa o uno stile di vita differente.

Intanto gli intolleranti al lattosio sono contenti, ma va ricordato il dato consigliato dall'Oms sull'assunzione dei prodotti derivati del latte in due porzioni giornaliere (se tollerate), che comunque sono porzioni inferiori alle raccomandazioni di alcuni stati europei.

J Ji, J Sundquist and K Sundquist "Lactose intolerance and risk of lung, breast and ovarian cancers: aetiological clues from a population-based study in Sweden" British Journal of Cancer


lunedì 27 ottobre 2014

Mangiare in compagnia fa ingrassare?

Valeria L.: ho letto su alcuni quotidiani che mangiare in compagnia ingrassa, è vero?

Ahimè l'ho letto anche io, si fa riferimento a uno studio pubblicato sulla rivista Appetite sul controllo emotivo a tavola, poi le giornaliste malate di DCA disturbo del comportamento alimentare, lo hanno fatto diventare "mangiare in compagnia ingrassa", come se ingrassare dipende da un pasto o dal tipo di compagnia, mentre invece se siamo soli a casa davanti alla televisione, restiamo magri? 

Togliamo il campo da qualsiasi fraintendimento non si ingrassa perché una volta si va fuori a cena in compagnia, l'ingrassare o il dimagrire non è legato a un momento della giornata o ad un singolo pasto, anche se sono in molti a pensarlo, perché bisogna sempre pur dare la colpa a qualcun altro o a qualche cosa d'altro.

L'obesità ha cause multifattoriali ma non è che se usciamo una sera a cena con amici ingrassiamo di dieci chili, sono chili che acccumuliamo in un arco di tempo molto più lungo e magari quella cena non incide più di tanto.

Lo studio più che altro mette l'accento sul fatto che quando si esce in compagnia con persone sovrappeso e obese, ci si fa influenzare di più dal loro comportamento e si tende a mangiare di più o per lo meno si tende ad avere meno controllo sui propositi della propria dieta.


Secondo Mitsuru Shimizu, psicologo che ha condotto lo studio, l'obiettivo di mangiare in modo sano si disattiva quando siamo in compagnia di una persona in sovrappeso.

Personalmente ha un interpretazione un po' diversa, è possibile che quando si è in compagnia si è più contenti e si tende a mangiare qualcosa di più per il piacere di condividere il tempo del pasto con qualcuno e fare due chiacchiere.

Lo psicologo americano John de Castro, in uno studio di diversi anni fa dimostro che ci sono alcune persone che tendono a mangiare di più in compagnia, ci sono donne che quando sono a cena con un uomo mangiano il 13% in più, quando invece si mangia con amici o con i propri familiari si mangia di più dal 22 al 23% e che queste percentuali aumentano a seconda del numero, io allora che tutte le sere mangio a casa mia e siamo in otto sono condannato all'Obesità?

No assolutamente no, perché può non dipendere dal numero dei commensali, si possono fare scelte diverse, per esempio se si fa fuori a mangiare la pizza nessuno impedisce di ordinare una pizza margherita invece di una 4 formaggi o un tiramisù doppio al posto di una macedonia se siamo a dieta ipocalorica.

Secondo alcuni ricercatori le scelte al ristorante sono condizionate dal bisogno d'unicità, si tende a ordinare le cose tutte uguali, anche se io quando vado spesso a mangiare fuori vedo più persone allo stesso tavolo ordinare piatti diversi, può essere una tendenza ma non in modo assoluto.

Sicuramente la compagnia può influire sulle scelte di qualità e di quantità ma non necessariamente che questo poi incide sui chili di troppo è difficile da dire, poiché dipende da quanto si consuma e questo è soggettivo e non uguale per tutti.


Questa ricerca però non mi piace in quanto come è avvenuto in passato viene utilizzata in modo distolto associando la compagnia ai chili di troppo, come se la solitudine fosse una virtù per restare magri, gli amici non vogliono dire solo calorie ma affetto, complicità, solidarietà.

Io negli amici non valuto il peso, l'unico strumento che valuto è quello dell'affetto e della sincerità e delle affinità elettive.

Settimana scorsa sono stato fuori a mangiare con alcuni amici, dopo una serie di sei antipasti, mentre loro sono passati ad un secondo piatto io ho preferito fermarmi perché mi sentivo sazio, è sentire il senso di sazietà che fa la differenza perché anche se controllate il cibo ingerito mangiando da soli, se non vi sentite sazi iniziate a mangiare altri alimenti ed è perfettamente inutile mangiare da soli.

Sintesi: ingrassare o dimagrire non dipende dal numero dei vostri amici, dalla loro taglia, da quante volte andate a mangiare fuori, se andata a mangiare con un amica in sovrappeso non diventerete sovrappeso anche voi perché l'obesità è si una malattia ma non è l'influenza, ma secondo voi andare a mangiare fuori con un amico e un amica sovrappeso o obesa, fa ingrassare?

Riferimenti:
Mitsuru Shimizua, Katie Johnsonb, Brian Wansinkb "In good company. The effect of an eating companion's appearance on food intake ?" Appetite

mercoledì 22 ottobre 2014

Le Mele Granny Smith, efficaci nella lotta contro l'Obesità?

Notizia curiosa qualche giorno fa è stato pubblicato uno studio sulle mele sulla rivista Food Chemistry , che mette in evidenza, rispetto ad altre varietà di mele, le Granny Smith, sono quelle mele verdi e leggermente acidule, che sembrano contenere una maggiore quantità di composti che aiutano a riequilibrare la flora intestinale e di conseguenza svolgere un ruolo positivo sull'Obesità.

Una delle teorie emerse negli ultimi anni sullo sviluppo dell'obesità è legata proprio alla modificazione della flora intestinale, sembra che un alimentazione ricca di grassi e zuccheri, modifichi la flora intestinale tanto da favorire l'acquisizione dei chili di troppo.

Lo studio americano indica che i composti non digeribili presenti nelle mele quali fibre e polifenoli che sopravvivono al processo digestivo aiutano a riequilibrare la flora intestinale e a stabilizzare il metabolismo.

Per arrivare a queste considerazioni i ricercatori hanno con le cavie provato con diverse varietà di mele americane come le Braeburn, Fuji, Gala, Golden, McIntosh e Red Delicious e le Granny Smith, quest'ultime hanno garantito risultati migliori perchè più ricche di fibre e polifenoli.

Gli esami svolti in laboratori sulle feci, hanno dimostrato che i composti delle feci delle cavie obese che avevano mangiato le mele, erano più simili come contenuto di Firmicutes, Bacteroidetes, Enterococcus, Enterobacteriaceae, Escherichia coli, e Bifidobacteriumdi più a quelli delle cavie magre, i ricercatori sostengono che il merito sia delle mele in particolare delle Mele Granny Smith di più rispetto ad altre varietà, che così potrebbero aiutare a ristabilire un equilibrio microbiota disturbato dall' Obesità.


Perchè non mangia frutta? Perchè non mi piace!

Cominciamo nel dire che l'Obesità ha cause multifattoriali una dieta poco equilibrata, una ridotta attività fisica, un errato stile di vita, una predisposizione genetica e molte di più. Studi in vitro o su cavie, per quanto interessanti non sono sufficienti per trarre delle conclusioni occorre fare dei studi sugli uomini, dalla mia semplice esperienza posso dire che molte persone in sovrappeso e obese mangiano poca frutta e verdura, non lo sentono come consumo, la risposta in genere che mi viene data alla domanda perché consuma poca frutta e verdura? Perché non mi piace!

Bisognerebbe indagare molto sul perché non mi piace, non mi piace perché arriva alla fine del pasto e sono già sazio? Non mi piace perché la tiri fuori dal frigo due minuti prima di mangiarla ed è fredda? Non mi piace perché anche sbucciare una mela si fa fatica? Non mi piace perché non è dolce come la torta di mele?

Una delle cose che ho notato è che molte persone non sanno preparare frutta e verdura, comprarla, sceglierla, pulirla e portarla in tavola, nonostante oggi sia pieno di jet chefs e appassionati di cucina dietro ogni angolo.

Una delle cose più divertenti che mi capita di vedere al supermercato, è vedere comprare le mousse di mela e non le mele, ricordo di un invito a cena molto divertente dove per fare bella figura il padrone di casa mi dice per lei che insiste tanto sulla frutta e la verdura le ho preparato una bella macedonia, ma era una macedonia in barattolo già pronta di frutta sciroppata!

Io comprendo che è più facile utilizzare prodotti già pronti o parzialmente pronti ma questi non sono come la verdura e la frutta fresca.

Siamo in stagione di mele nuove, forse è il momento migliore per un buon acquisto, ricordate mangiate la mela perché è buona, saziante, non aspettate la fine del pasto anche a colazione, per merenda per uno spuntino, approfittiamone quando si ha la disponibilità di un prodotto fresco e di stagione, le 5 porzioni che sono il minimo di frutta e verdura, conducono verso un alimentazione più equilibrata e ad un maggiore controllo sul peso, indipendentemente dalla varietà della mela Granny Smith.


Riferimenti: Luis Condezo-Hoyos, Indira P. Mohanty, Giuliana D. Noratto "Assessing non-digestible compounds in apple cultivars and their potential as modulators of obese faecal microbiota in vitro " Food Chemistry 15 October 2014, Pages 208–215


lunedì 20 ottobre 2014

Funghi dai fondi del caffè!

C'è chi va a funghi nel bosco e chi se li produce a casa, potrebbe essere questo il messaggio di questo post, che ha protagonista i funghi. In questi giorni sono a Parigi e ho visto questo box per produrre funghi a casa, dietro quest'idea c'è il riciclaggio dei fondi di caffè per la coltivazione dei funghi.  

Uno dei grandi business di oggi è la capacita di sapere trasformare i rifiuti per altre attività, in questo caso trasformare i rifiuti in risorse alimentari. Fondi di caffè che vengono ri utilizzati per fare crescere i funghi, ma che trovano anche impiego come isolante nell'industria tessile e nell'industria edile. 

L'idea della crescita dei funghi, è un idea d'agricoltura urbana sviluppata dalla società UpCycle lanciata nel 2011 da Cedric Péchard grazie a questa idea ha sviluppato una fattoria urbana all'interno del mercato di Rungis, per produrre una linea di funghi pleurotes coltivati per il settore della ristorazione.

Inoltre è stato realizzato un kit presentato proprio al Sial, dal nome La boite a Champignons da potere tenere in casa per fare crescere i funghi in cucina, basta aprire, irrigare e raccogliere, dopo 15 giorni sono pronti per essere spadellati nel piatto, si possono fare diverse raccolti il costo del kit è di € 14,90. Il sapore dei funghi? Non hanno nulla da invidiare a dei normali champignon.

Un idea devo dire originale, un po' difficile da fare a casa mia siamo in otto, i miei sono ancora per la versione dei funghi di bosco, tipo funghi porcini e non c'è verso di fargli cambiare idea.

Oggi l'auto produzione sta coinvolgendo sempre di più il settore alimentare che offre veri e propri kit per fare la birra, per fare il salame, coltivare pomodori sul balcone, l'auto produzione come ricetta per battere la crisi finanziaria, come ricetta per la sicurezza, come ricetta per l'ambiente, come ricetta per combattere la fame nel mondo, sembra molto affascinante anche se personalmente vuoi i miei fallimenti come coltivatore di carote, sono un po' perplesso, poi vedere crescere dei funghi rosa o dei funghi gialli in casa mi mettono più ansia che tranquillità.

Per chi vuole seguirli  La boite a Champignons upcycle su Facebook

Quella dei funghi in casa sembra un industria in grande espansione e piena di concorrenti, ci sono:


Pret a Pousser, con i funghi grigi, rosa e gialli, certificati biologici, cosi colorati non fanno brutta figura nemmeno in salotto, per dire, potete seguirli su Facebook


Eco Gumelo, azienda portoghese, secondo quanto scritto nel sito questi funghi hanno un alto contenuto di proteine ​​e bassi livelli di grasso, il loro consumo regolare aiuta a ridurre il colesterolo, prevenire le malattie cardiache e rafforzare il sistema immunitario ( mah !!!).




giovedì 16 ottobre 2014

Overdose di Caffeina?

Fabio C., Venezia: Ho sentito dire che si può morire d'overdose di caffeina, quanti caffè al giorno posso bere per non rischiare?

La caffeina è tra le sostanze bioattive più consumate nel mondo, i casi di sovradosaggio fino a qualche tempo fa erano rari, è stato stimato che gli effetti non positivi della caffeina appaiono quando si consumano quantità superiori a 800 mg al giorno di caffeina, tra i più comuni sintomi sono tachicardia, disturbi del sonno, nervosismo, ansia e crampi muscolari.

Comunemente il consumo di caffè è associato alla caffeina, in una tazza di caffè il contenuto di caffeina varia a seconda del tipo di caffè e dalla sua preparazione grosso modo possiamo dire che un caffè espresso al bar può contenere circa 80/90 mg , ma la caffeina è presente anche nel, una tazza di tè (nero, verde, tè freddo) tra 10 e 50 mg.  

Il cioccolato può contenere tra 80 e 200 mg di caffeina per 100 g. Ci sono bibite tipo le cola che possono contenere dai 35 ai 50 mg per lattina.
Prodotti con Guaranà, una pianta che proviene dal Brasile che viene aggiunta alle bibite, ma anche yerba mate, una erba dell'America del Sud, adoperata per fare un infuso contiene caffeina, una preparazione ultimamente molto nota a Roma.

Il vero problema dal mio punta di vista è la progressione del consumo di più bevande con caffeina tanto che negli ultimi anni sono arrivate sul mercato bevande energetiche con alto contenuto di caffeina, che di fatto hanno alzato la media dell'assunzione di caffeina specialmente ad alcuni gruppi di popolazione come i ragazzi ed adolescenti.


In Europa, la popolazione adulta assume una quantità media giornaliera di 200 mg, con un range da 100-400 mg, per la maggior parte derivante da caffè e tè, ma anche da bevande analcoliche , la dose dipende molto dalle abitudini culturali e ambientali, per esempio i paesi del Nord Europa consumato più bevande ad alto contenuto di caffeina come Danimarca, Finlandia, Norvegia o Svezia, il consumo medio di caffeina raggiunge i 400 mg al giorno. In particolare è necessario segnalare che i bambini, gli adolescenti e le persone che non consumano caffè assumono caffeina per lo più dal tè e da bevande analcoliche tipo cola.

Ultimamente date la forte richiesta di caffeina, sul mercato sono arrivati anche chewingum, caramelle, compresse di caffeina e caffeina in polvere.

C'è anche poi una pratica molto nota in Usa, fa un po' senso dirlo, promettete che non lo fate, ma è stato fatte vedere in più film al cinema e anche in televisione, facciamo che io non lo scrivo e voi non lo leggete, il clistere con il caffè, per assorbire più caffeina in un tempo veloce.

Tutti questi prodotti con caffeina hanno determinato una maggiore facilità d'assunzione di caffeina, tanto che proprio negli Usa sono morte due persone per overdose di caffeina.

Un associazione di consumatori americani  ha identificato 570 e 150 bevande alimentari contenenti caffeina, sta inoltre brevettando un dispositivo che permette d'identificare in meno di un minuto la caffeina in una bevanda, per determinare la quantità.

Se gli studi confermano che la caffeina comporta un rischio significativo a dosi elevate, potrebbe essere più semplice, più economico esigere che i produttori indicano il livello di caffeina nei loro prodotti, sia negli Usa che in Europa.

Sul fronte normativo per esempio lo stato del Canada, ha stabilito dei limiti per quanto riguardi i bambini dai   4-6 anni ( 45 mg / die) per i bambini dai 7-9 anni (62,5 mg / die) per i bambini dai 10-12 anni (85 mg / die) e le donne in gravidanza 300mg/die.

La Direttiva Europea 2002/67/CE, indica che deve essere indicato in etichetta quelle bevande che contengono più di 150 mg. Questa norma si applica ad alcune bevande analcoliche e alle bevande energetiche che contengono caffeina, ma non al tè, al caffè, e ai prodotti che ne derivano, infatti si fa supporre che il consumatore sappia che questi prodotti sono una fonte significativa di caffeina e che il contenuto di caffeina dipenderà dal metodo di preparazione e dalla loro frequenza di consumo.


Perché la domanda crescente di caffeina?

Quello che la maggior parte delle persone cercano di replicare sono gli effetti "benefici"della caffeina non sono tanti i suoi effetti noti sulla salute, abbiamo diversi studi in cui un consumo normale di caffeina può apportare benefici alla nostra salute dal Cancro alla prevenzione dell'Alzheimer del Parkinson.

I benefici che si ricercano sono altri dovuti al fatto che permettere di restare più svegli, impedisce al cervello di rallentare per favorire la sonnolenza, diminuzione del senso di fatica, aumento dell'attenzione, sono questi i benefici ricercati nella caffeina.

La maggior parte dei ricercatori sono concordi nel ritenere che alcuna dipendenza fisiologica può essere attribuita alla caffeina, i ricercatori sono più propensi a pensare ad una possibile dipendenza psicologica legata al comfort delle percezione di una maggiore attenzione, maggiore capacità di concentrazione e di conseguenza alla percezione di un miglioramento delle prestazioni intellettuali. 

Diversi studi sono concordi nel ritenere che fino 5 tazze al giorno di caffè non ha alcun effetto negativo sulla salute, diverso il caso delle donne in gravidanza si consiglia di non superare le due o tre tazze al giorno.


Sintesi: l'overdose di caffeina è molto rara, sono più propenso a pensare che non sia data solo dall'assunzione di caffè, bisognerebbe berne dei litri che al momento trovo che sia alquanto difficile, più facile assumere dei mix o dei altri prodotti che ne contengono in quantità elevata.

Questo deve sensibilizzare di più a non abusare di prodotti ricchi di caffeina, la linea di confine è abbastanza netta tra consumo e abuso di caffeina, se qualche caffè al giorno è piacevole  e può avere dei risvolti anche positivi per la salute, superare le 10 tazze di caffè espresso fanno già sentire gli effetti non positivi della caffeina.

Attenzione particolare deve essere rivolta ad altri prodotti che contengono caffeina, come le bevande energetiche, chewing gum, ma anche alcuni ritrovati on line a base di caffeina che promettono maggior performance, ma che non indicano quanto caffeina è contenuta, ricordate che 800 mg al giorno è il limite dove si iniziano a sentire gli effetti non positivi della caffeina.

mercoledì 15 ottobre 2014

Yoligur, lo yogurt con olio d'oliva

Si avvicina il Sial di Parigi 2014 e iniziano a presentare i nuovi prodotti alimentari, a cogliere la mia attenzione è stato questo yogurt simil yogurt greco presentato da un azienda spagnola Casa Amatller , uno yogurt scremato dove i grassi animali vengono sostituiti con il 2% olio d'oliva.

Non si tratta di una novità in assoluto, qualcuno magari ricorda quando abbiamo parlato di yogurt greco e del marchio Athenos, della multinazionale Food Kraft, con la sua testimonial la nonna greca Yiayia, che proponeva un Hummus con solo olio d'oliva e uno yogurt con aggiunta d'olio d'oliva, oggi invece il marchio Athenos non produce più yogurt e punta solo sul formaggio Feta, Hummus e Chips.


Nel caso invece di Yoligur, vengono tolti i grassi animali per sostituirli con olio d'oliva, un idea che può sembrare paradossale avere un prodotto derivato del latte con 0% grassi animali.

Il prodotto è rivolto a tutti coloro che non consumano i prodotti derivati del latte per la presenza dei grassi animali ed a fornire un maggiore appeal allo yogurt 0% dei grassi, perchè un prodotto senza grassi è un prodotto con meno palabilità, mentre l'aggiunta di olio d'oliva sembra dare un maggiore senso del gusto.

Non so il prodotto che impatto potrà avere sul mercato, Casa Amatller è un azienda con un suo canale distributivo, ma ci sono già sul mercato yogurt greco e non con 0% dei grassi, certo che l'olio d'oliva darà più gusto e renderà magari lo Yoligur più adatto alle preparazioni salate in cucina, mentre la versione Yoligur con frutta come fichi e timo, pesca e cachi, ho qualche perplessità in più.

Vedremo se la sostituzione di grassi vegetali al posto di grassi animali saprà convincere i consumatori e tornare a consumare i prodotti derivati del latte.







giovedì 9 ottobre 2014

Perchè preferire il pane integrale al pane bianco?

Domanda di Cristina E, Umbertide: quando ero bambina, il pane bianco era un prodotto molto pregiato che mio padre comprava solo in alcune occasioni, si mangiava tutti i giorni il pane integrale. Avere il pane bianco a tavola tutti i giorni per me è stato il raggiungimento di una migliore qualità di vita, ora si sente solo consigliare di preferire il pane integrale al pane bianco, ma perché?

Il pane bianco è arrivato solo di recente sulle nostre tavole ed è stato il frutto di un'evoluzione che ha accompagnato la storia dell'uomo, il pane o meglio i cereali sono alla base della dieta da sempre, le guerre e le rivolte furono fatte per il pane, certo la rivoluzione francese coniò gli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza ma soprattutto mirava a ridurre la differenza tra i ceti sociali, o meglio ad assicurare il pane per tutti, perché c'era chi mangiava il pane con companatico (pochissimi), chi solo il pane (non molti), chi nemmeno quello ( la maggior parte).

I grandi cambiamenti sulla lavorazione del pane si sono avuti solo nell'800 con l'evoluzione delle tecnica della coltivazione dei cereali, che ha fornito una maggiore quantità di grano, tuttavia anche allora c'era il povero che mangiava il pane integrale, scuro un misto di crusca e altri cereali e il pane bianco di farine più fini e selezionate per i ceti più ricchi, comprare pane bianco era sinonimo di distinzione sociale.

Sarà solo tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 che i mulini diventeranno meccanici, permettendo d'ottenere con più facilità di lavorazione, farine più raffinate, farine bianche, composte quasi esclusivamente dalla parte centrale amidacea del chicco e prive di crusca. Questo ha permesso una maggiore accessibilità alle farine bianche alla maggior parte della popolazione. Tuttavia la tradizione dei pani con più varietà di farine non è andata persa in favore del solo pane bianco, molte regioni hanno conservato i pani tradizionali fatti con più farine.


Perché scegliere un pane integrale rispetto ad un pane bianco?

L'interesse verso il pane integrale è arrivato negli anni '80, quando sono iniziati a manifestare i primi segni negativi dal punto di vista della salute di un alimentazione troppo ricca di ingredienti raffinati come la farina bianca, che è stata associata a un maggiore rischio d'obesità e diabete di tipo 2, ma anche problemi intestinali, malattie cardiovascolari, cancro allo stomaco e al colon.

Cosi è emerso un nuovo trend della ricerca della cucina naturale e la tendenza ad avere un alimentazione più sana con ingredienti meno elaborati, il marketing ha fatto il resto, tanto che oggi paghiamo di più per esempio il riso integrale rispetto al riso bianco e anche il pane faina integrale rispetto al pane bianco anche se in teoria sono ingredienti meno lavorati e meno raffinati e dovrebbero costare di meno.


La chiave della differenza tra Pane integrale e Pane bianco sta nella presenza di fibre contenute nel pane integrale che rallentano l'evacuazione gastrica e l'assorbimento in questo modo incrementano meno i livelli di zuccheri nel sangue e di conseguenza meno insulina.

Infatti la reale differenza è l'indice glicemico o meglio la capacità di alimento di fare aumentare lo zucchero nel sangue, più un alimento ha un indice glicemico elevato maggiore, più il pancreas deve produrre insulina, si rischia cosi di andare in ipoglicemia, che si manifesta con la sensazione di piluccare durante la giornata che favorisce l'accumulo dei grassi.

Il pane integrale ha un indice glicemico più basso del pane bianco e permette di evitare questo fenomeno del piluccare nel pomeriggio e favorire l'accumulo dei grassi indotti dall'insulina.


Per le caratteristiche abbiamo visto il pane integrale induce ad un maggiore senso di sazietà e non ultimo beneficio permette d'accelerare il transito intestinale.

Queste sono le ragioni che alle persone obese e in sovrappeso e alle persone diabetiche viene raccomandato di preferire il pane integrale rispetto al pane bianco.

Inoltre il pane integrale fatto con fatina integrale contiene dalle due alle tre volte di minerali in più come fosforo, ferro e magnesio, oligoelementi e vitamine.

Chiaramente non perderete peso solo perché sostituite il pane bianco con il pane integrale, dipende da più fattori, dall'alimentazione nel suo complesso, dal movimento fisico, però può aiutare a scegliere a fare scelte migliori ogni giorno, piccoli passi per raggiungere un obiettivo di un alimentazione più equilibrata.


Io per esempio vado dal panettiere tutti i giorni e cambio tutti i giorni la scelta del pane, consumo i pani con i semi e la frutta secca,  tipo pane di segale con le noci o con le castagne (in questo periodo), il pane con i semi di zucca, i semi di lino, sesamo, multi cereali (grano, segale, orzo, avena), mi piace variare la scelta e gli ingredienti, il pane rimane per me un enorme piacere anche se ne consumo piccole quantità.

In questi giorni sono ad Amsterdam forse dalle foto si capisce, per stare un po' con i miei nipotini bibip e bibop, due cose mi hanno colpito in tutti i mercati ci sono le bancarelle con la vendita del pane fresco, in genere da noi il mercato è riservato alla vendita di frutta e verdura, formaggi e salumi, bancarelle di pane fresco non si trovano non nei mercati dove io vivo.

Un altro cosa che mi sorpreso è che mentre da noi i pani di farina bianca sono il 70-80% dei prodotti in vendita nella panetterie, qui rappresentano solo una marginalità si e no il 20-30%, ho trovato questo fatto interessante, perchè ho trovato un ottima varietà di pani integrale sia nelle panetterie artigianali che nell'offerta più omologata delle grandi superfici di vendita come i supermercati.

Forse anche da noi una maggiore offerta e varietà di pani integrali in tutti i punti vendita sarebbe auspicabile, ricordate che a volte si fa passare il pane integrale del pane fatto con farina bianca al quale viene aggiunto della crusca, pertanto più pani fatti con farina integrale e pani da più farine per rispondere anche alle esigenze dei senza glutine.