martedì 31 marzo 2015

L'uomo ha la memoria corta, è scientificamente provato!

A quanti sarà capitato di tornare a casa e di vedere la moglie imbronciata?
Le chiedi che hai cara?
Ma che giorno è oggi? 
Martedi? No?
E che cosa è successo oggi?
Ci siamo sposati?
No
Ci siamo fidanzati?
No
Abbiamo ballato la rumba per la prima volta?
No, pensi solo a quello!
Mi arrendo
Oggi è il giorno del nostro primo appuntamento, ricordi trent'anni fa?
Si, certo e si allunga il naso come a Pinocchio

Come dire non è che l'uomo è sbadato o non vi vuole bene ma la progressiva perdita di memoria è un fenomeno naturale durante il corso degli anni, questo non significa necessariamente il rischio individuale di sviluppare una demenza come l'Alzheimer.

Ricordate che a livello anatomico l'Alzheimer è caratterizzata da accumulo di placche amiloidi nel cervello e alcune persone sono più predisposte rispetto ad altre in particolare coloro che hanno il gene APOE alleolo e4 , la variante e 4 è il più grande fattore di rischio per lo sviluppo dell'Alzheimer, il fattore genetico però è solo una delle cause di questa malattia.


Una ricerca svolta dalla Mayo Clinic con 1.246 persone di età compresa tra 30-95 anni con normali funzione cognitive, dal Marzo 2006 all' Ottobre 2014, i ricercatori hanno monitorato, nel corso del tempo in base all'età, sesso, gene APOE e4, la memoria, la struttura del cervello e la formazione delle placche amiloidi.

I ricercatori hanno misurato il volume dell'ippocampo, un'area del cervello importante per la formazione e immagazzinamento della memoria.

Hanno cosi visto che il volume del'ippocampo si riduce lentamente e costantemente dai 30 anni a metà degli anni 60, In particolare il volume negli uomini è più ridotto rispetto alle donne, soprattutto dopo 40 anni, l'ipotesi per spiegare questo rapido declino più negli uomini rispetto alle donne è negli estrogeni che potrebbero svolgere nel sesso femminile un ruolo protettivo ai neuroni del cervello.


La buona notizia è che invece i livelli di accumulo d' amiloidi nel cervello erano uguali sia negli uomini che nelle donne e che questi aumentano invece dopo i 70 anni senza alcuna distinzione di sesso.

La ricerca indica che coloro che hanno il gene Apoe e4, fino a i 70 anni hanno memoria e volume d'ippocampo simili alle persone della stessa età e sesso mentre dopo i 70 anni, questi accumulano significatamente più amiloidi rispetto a chi non ha il gene Apoe e4.

Pertanto nella mezza età, depositi di amiloide non sono responsabili per la perdita di memoria o della riduzione del volume dell'ippocampo..

Vorrei sono aggiungere che ci sono alcune patologie che possono contribuire al declino della memoria come il rischio cardiovascolare e il diabete mellito, in particolare in quella fascia d'età che va dai 47 ai 57 anni e l'ipertensione è associata in modo importante all'atrofia celebrale dopo i 40 anni, è noto che gli uomini sono i soggeti più interessati a rischio cardiovascolare e ipertensione.

Ricordate sempre importanza di un'alimentazione sana ed equilibrata e del movimento fisico dalle semplice passeggiata, al trekking alla corsa in bicicletta,possono fare sempre una grande differenza anche nel caso della memoria

Veniamo a noi per dire che dovete perdonare gli uomini, hanno uno spazio di memoria più piccolo, è normale che non ricordano, non ci sta tutto dentro, magari ricordano quando devono fare la revisione dell''auto più facilmente perchè è ogni due anni, il primo appuntamento 30 anni fà è un tempo troppo lungo, non ce la possono fare e grazie al cielo ora è scientificamente provato :-)

Riferimenti : Clifford R. Jack Jr, ; Heather J. Wiste, ; Stephen D. Weigand, ; David S. Knopman, ; Prashanthi Vemuri,  ; Michelle M. Mielke, ; Val Lowe, ; Matthew L. Senjem,  ; Jeffrey L. Gunter,  ; Mary M. Machulda, ; Brian E. Gregg, ; V. Shane Pankratz, ; Walter A. Rocca, ; Ronald C. Petersen,  "Age, Sex, and APOE ε4 Effects on Memory, Brain Structure, and β-Amyloid Across the Adult Life Span" Jama Neurology

Olivello spinoso, nuovo ingrediente per etichette pulite


Ci sono due tendenze nelle novità del settore agro alimentare, da una parte abbiamo gli OGM e le tecniche biotech, dall'altra abbiamo la ricerca di soluzioni che in natura esistono già per migliorare la qualità dei prodotti e per dare una spinta all'innovazione.

Mi sono quasi per caso imbattuto in un nuovo ingrediente che sta avendo un certo successo nel settore alimentare, è la polvere d Olivello Spinoso, una pianta già nota, in alcune località di montagna sulle Alpi si preparano anche infusi e perfino delle confetture.

Il nuova formulazione d' olivello spinoso è ricca d'antiossidanti, in particolare di Vitamina C, Vitamina A, Vitamine E,  è un prodotto che protegge dall'ossidazione dei grassi che nei prodotti industriali con carne è fondamentale  è anche antibatterico e antimicotico.

Può sostituire facilmente alcuni sorbati che vengono abitualmente adoperati come additivi e rispetto agli estratti di rosmarino e origano ha un sapore più neutro, inoltre permette di adoperare la dizione in etichetta come miscela di erbe e spezie.

L'olivello spinoso, il nome botanico è Hippophae rhamnoides L. è utilizzato nell'alimentazione e nella medicina da 1200 anni, è coltivato sopratutto in Russia e in Cina, tuttavia piccole produzioni ci sono anche nei Paesi Baltici, nei paesi del Nord Europa, in Provenza anzi nell'Haute Alpes e in Toscana.

L'uso nell'antichità era rivolto sopratutto come foraggio per i cavalli, aumentava di peso e gli rendeva più forti alle infezioni, una volta non c'erano le automobili e avere un cavallo in buone condizioni fisiche era molto importante, la leggenda vuole che le foglie e i frutti d'olivello spinoso erano il cibo preferito da Pegaso.

Ci sono più di 200 prodotti alimentari in Asia a base d'olivello spinoso, succhi, confetture e gelatine per arricchire di sapore latte, yogurt e formaggi. In alcuni paesi come la Scandinavia salse con olivello spinoso che accompagnano il pesce bianco come il merluzzo  o il salmone, non mancano distillati a base d'olivello spinoso tra cui la Vodka al gusto l'olivello spinoso.

La farmacopea trova utilizzo come, tonico, come astringente, come anti-infettivo e come antisclerotico, l'olio di olivello spinoso trova utilizzo nelle ustioni e nelle ferite della pelle e come ingrediente in diversi prodotti cosmetici.

Da ricordare che l'olivello spinoso ha una concentrazione di vitamina C 5 volte superiore a quella del kiwi , contiene circa 17 amminoacidi, più di 14 tipi di acidi grassi, 7 tipi steroli e 24 oligoelementi  e una concentrazione d' antiossidanti tra le più alte indice Orac > a 40000.

venerdì 27 marzo 2015

Muufri, il primo latte vegetale sostenibile animal free da OGM !

Parliamo oggi di latti vegetali perchè c'è una novità che pone diversi quesiti. I latti vegetali negli ultimi anni sono divenuti dei prodotti sempre più richiesti, che hanno rivoluzionato il mercato del latte, perfino l'azienda Granarolo, la prima azienda produttrice di latte in italia, realizza pubblicità con i latti vegetali di soia e di riso. La prima cosa che si legge entrando in un bar facciamo cappuccino con il latte di soia.

Abbiamo già visto che la scelta dei latti vegetali è motivata dai consumatori per ragioni personali d'intolleranza o allergia al latte. Ci sono poi altre motivazioni più etiche come lo sfruttamento degli animali, l'inquinamento e altre più salutistiche che riguardano la presenza nei latti animali di residui di pesticidi, farmaci ed ormoni.

Però d'alcuni anni sui latti vegetali pesa il sospetto di prodotti derivati da coltivazioni di cereali OGM dal momento che oramai il 50% dei cereali coltivati nel mondo sono da colture OGM, tante che molte aziende si sono affrettate a dichiarare sulle loro confezione OGM free, cioè senza traccia di OGM, ci si affida alla buona parola e alle norme di legge più che alla certificazione, anche se come abbiamo già visto nelle certificazioni dell'olio di Palma, non sono una grande garanzia per il consumatore.

Questo nuovo latte "vegetale" sostenibile è accompagnato da una comunicazione molto come dire furbetta, che coniuga il biotecnologie e l'OGM con la sostenibilità, due concetti finora contrapposti, non è casuale il fatto che è la stessa comunicazione che viene adoperata per altri prodotti ottenuti con metodo OGM.
Io la chiamerei più per rimanere in tema vegetale, la comunicazione del grande cetriolo, potevo chiamarla anche la comunicazione della supposta ma non dava abbastanza l'idea della dimensione.

L'azienda anzi è una start up, se ho capito bene, perchè le informazioni su come si ottiene questo latte sono poco chiare, sembra che si utilizza un metodo OGM, con l'aggiunta di sequenze di DNA della mucca nelle cellule di lievito. Dopo la crescita delle colture in condizioni ottimali di temperatura e concentrazione, si ottengono delle proteine ​​del latte pronte per utilizzo a cui vengono aggiunti grassi di origine vegetale sottoposti a processo biotech per replicare il sapore dei grassi del latte, mentre zuccheri e minerali come calcio sono aggiunti separatamente, si ottiene un liquido (credo penso anche aggiungendo acqua ma potrei sbagliarmi, una mia ipotesi) che sotto tutti gli aspetti somiglia al latte senza l'apporto e l'utilizzo d'animali

L'azienda dichiara d'utilizzare lo stesso principi della biotecnologia per ottenere sia la birra che il caglio vegetariano, l'azienda si affretta a dire che Muufri ha lo stesso sapore del latte ma senza i problemi connessi con il latte di produzione animale.

Muufri si pone come problem solution, cioè come soluzione di un problema è senza lattosio, senza colesterolo, senza batteri, un latte a lunga durata che non ha bisogno di pastorizzazione e si presta per essere sostituito per tutto al latte vaccino anche in cucina.

Muufri  non sfrutta gli animali, non produce metano, non rilascia gas serra, è privo di pesticidi , metalli pesanti, residui di farmaci e ormoni, sembra il latte perfetto, la panacea di tutti i mali

Non è ancora sul mercato eppure questo metodo e questo prodotto non mi convince, non mette in discussione il latte nell'alimentazione una offre un motivo per non farne a meno, sembra molto più un farmaco che un latte, animal free lo sono anche il latte di soia, di riso e d'avena. I creatori di muufri si dichiarano vegani, ma io ho qualche perplessità, sembra una storia creata ad hoc come per facebook, dei giovani studenti che realizzano una start up, un modo per convincere un pubblico più facilmente.

Siamo di fronte a una nuova strategia di comunicazione che chiamerò l'OGM Green o Biotech Green, che si propone di salvare il pianeta dai problemi cattivi che lo assillano, a me personalmente tutti questi discorsi, anche se non bevo latte, mi hanno fatto venire voglia di comprarmi una mucca!

Info: Muufri


lunedì 23 marzo 2015

Le trasmissioni televisive di cucina ingrassano!

Secondo uno studio della Food and Brand Lab della Cornell University di Ithaca (New York, USA)  i telespettatori che seguono le trasmissioni di cucina in TV, pesano più di 5 chili rispetto a chi non le guarda.

Lo studio pone l'accento sia sulle ricette poco corrette dal punto di vista nutrizionale che l'invito implicito tramite l'immagini e i messaggi  a consumare cibi 24 ore su 24.

Precedentemente c'era stato uno studio svolto in Regno Unito da Howard Adams & White, 2012, che aveva confrontato, la composizione di un centinaio di piatti creati da chef in tv, sostenendo che erano piatti poco equilibrati, che stimolavano l'appetito e non la salute.

Personalmente non sono stupito, chi guarda queste trasmissioni è già di per se un buongustaio, con una certa predisposizione a qualche chilo in più.

In televisione c'è una cucina spettacolo, una cucina che deve stimolare la vista e il senso del gusto, in genere chi ripete un piatto visto in tv definito buonissimo rimane deluso!


Come per le riviste di cucina ho notato che c'è una netta differenza tra la fotografia spesso acquistata da un agenzia fotografica e la ricetta, questo perché si compra la foto ma non la ricetta e si crea una ricetta più o meno che possa somigliare alla foto.

In televisione è uguale, infatti preparano prima la ricetta e poi la spiegano e c'è una certa differenza tra le parole, le indicazioni e il risultato finale.

La cosa più divertente però è che tutte le trasmissioni di cucina si dotano di uno o più nutrizionisti, senza fare nomi e cognomi e senza offesa per i veri nutrizionisti, spesso non si tratta nemmeno di biologici nutrizionisti ma di altre figure che stanno alla scienza dell'alimentazione come io sto ai leoni del circolo polare artico.

C'è una nota nutrizionista, che io conosco anche personalmente, che più che intendersi d'alimentazione si intende di chirurgia plastica, quando io avevo vent'anni lei ne aveva trenta, ora io ne ho cinquanta lei ne ha sempre trenta, ma com'è possibile? Devo credere agli extra terrestri, perchè viviamo per forza su due pianeti e su due galassie diverse.


Quello che mi diverte sono le ricette "prendete 5 grammi di guanciale che non fa ingrassare" e ti fanno vedere una fetta spessa un dito e larga come una piastrella, che ad occhio e croce sono tre etti e mezzo di guanciale e mi raccomando per quattro persone per non ingrassare 80 g di pasta!

Oppure fare una pasta cacio e pepe light, l'ho visto giuro!

"vi insegno un trucco per fare un cacio e pepe light, non mettete olio, metto solo un goccio d'olio quando versate la pasta, versate 80 g di pasta per quattro persone se no ingrassate, a parte fare sciogliere 280 g di pecorino"

Amore, ma è del pecorino con un po'di pasta non un cacio pepe! Sopratutto avrai omesso l'olio, avrai ridotto la pasta ma i grassi del formaggio?

Questi sono i messaggi che passano in televisione, sono messaggi pasticcioni, fatti da chi non ha alcuna cultura alimentare, ma vuole venderla come un detersivo che lava bianco che più bianco non si può.


Secondo me il problema non è la trasmissione televisiva è che le trasmissioni di cucina iniziano alle otto del mattino e finiscono anche oltre la mezzanotte, uno stimolo continuo a mangiare e non a muoversi, se uno sta davanti alla TV tutto il giorno, non si muove abbastanza, non fa una bella passeggiata, si ha più bisogno di muoversi che stare tutto il giorno davanti alla TV a guardare qualche sfigato che spadella.

Le trasmissioni televisive non sono fatte per educare ma per stimolare il marketing e il consumo di questo o quell'ingrediente, possono essere anche divertenti, vi danno l'illusione del sapore tramite la vista , questo è funzionale all'industria alimentare ma non alla vostra salute.

Torniamo allo studio, in Europa c'è più senso critico verso i media e la televisione, non ci si fida di quello che viene detto o fatto in TV mentre gli Americani se posso dire sono un po' più ingenui, hanno più fiducia dei media o magari i media li raccontano solo ciò che vogliono sentire.

mercoledì 18 marzo 2015

Il cioccolato bianco della Pâtisserie des rêves, dal comfort food alla ricerca di sensazioni gustative

Il cioccolato bianco è un prodotto che non ha la stessa considerazione del cioccolato nero. Secondo molti il cioccolato bianco non è vero cioccolato perchè non ha cacao ma solo burro di cacao, così nell'immaginario comune il cioccolato è al massimo al latte o fondente.

Qualche giorno fa di passaggio a Parigi, mi hanno portato a vedere la nuova linea di tavolette di cioccolato ideata dalla Pâtisserie des rêves di Conticini.

Un idea che ho trovato interessante, che risponde a un nuovo modo di concepire i prodotti alimentari, siamo passati dal comfort food alla ricerca di sensazioni gustative.

Il lavoro della Pâtisserie des rêves è stato quello di valorizzare con gli abbinamenti il solo cioccolato bianco e per farlo ha invitato dei professionisti del cioccolato da 9 paesi diversi dal Perù al Giappone, qui a Parigi il marketing è arte in questa caso arte del cioccolato.

© Pâtisserie des rêves

Come nasce il cioccolato bianco, com'è la sua storia?

Come sempre accade le fonti sono diverse per alcuni il cioccolato bianco è nato in America per altri in Europa. Bisogna considerare che per molto anni il cioccolato è sempre stata un bevanda, nei caffè veneziani si beveva cioccolata calda, sarà solo nel 1820 in Inghilterra che venne ideata la prima volta, grande come caramella il cioccolato solido, ma per la prima tavoletta bisognerà aspettare il 1847 dai Fratelli Fry di Bristol.

La rivoluzione nella lavorazione del cioccolato avviene nel 1897, quando Daniel Peter, un produttore di cioccolato svizzero, ha pensato di inserire nella lavorazione del cioccolato, insieme al burro di cacao, il latte in polvere di Henri Nestlé invece della panna o del latte come si era tentato di fare prima.

Nestlé ha lanciato una barretta di cioccolato bianco industriale in Europa nel 1930, nel periodo tra le due guerre e negli Usa qualche anno dopo per la necessità d'utilizzare dell'eccesso di burro di cacao.

Tuttavia in molti paesi sono stati i soldati americani e fare conoscere il cioccolato bianco perche faceva parte insieme al cioccolato fondente delle razioni all'esercito nella seconda guerra mondiale e spesso erano soliti privarsene per regalarlo ai bambini anche perchè quei diciottenni non avevano molti anni di più.

Secondo FDA e Efsa, può chiamarsi cioccolato bianco solo quello con un minimo di 20% di burro di cacao, un minimo del 15% di latte in polvere e un massimo del 55%  di zucchero.

Per i puristi non è cioccolato ma devo dire che io personalmente ogni tanto non me lo faccio mancare magari di quello con le nocciole tostate.

© Pâtisserie des rêves

La linea di cioccolato bianco della Pâtisserie des rêves

Vediamo ora alla nuova linea di cioccolato bianco della Pâtisserie des rêves, l'esperimento è interessante perchè si è abbinato il cioccolato bianco a nuovi aromi e profumi, dando al cioccolato bianco una nuova personalità alla pari con le altre tavolette di cioccolato.

Dalla Svizzera con Beschle, cioccolato bianco al limone e cardamomo, abbinare il cioccolato con gli agrumi è difficile ma in questo caso è molto ben riuscito.

Dal Perù con Amaz, cioccolato bianco eclats de cafè, dove il cioccolato bianco si abbina con il caffè peruviano.

Dall'Italia con Domori, cioccolato bianco e menta, dall'Ungheria Rozsalvogy il cioccolato bianco con le erbe fresche, dal Belgio con Vandeparre cioccolato bianco abbinato con i biscotti speculos,  dal Messico con Galvan cioccolato bianco con fichi e mandorle, dalla Francia con Philippe Conticini del cioccolato bianco con la vaniglia e verbena con croccante, dal Lussembrugo Oberweis cioccolato bianco e cannella, dal Regno Unito Willie's cioccolato bianco naturale e dal Giappone con Es Koyama cioccolato bianco al tè Hojicha con riso soffiato.


Dal comfort food alla ricerca di sensazioni gustative 

Questa nuova linea di cioccolato bianco è un nuovo modo di rispondere alle nuove aspettative del mercato. Vi ricordate l'inizio degli anni 2000, sono stati gli anni del comfort food, gli anni della ricerca nell'alimentazione dei sapori tradizionali, di fronte a un mondo che stava per cambiare grazie alle nuove tecnologie, il consumatore andava alla ricerca di sicurezza, dei sapori noti e della cucina della nonna.

La stessa Pâtisserie des rêves è nata proponendo la linea la pasticceria della nostra infanzia come la saint-honore, la tarte Tatin, Paris Brest, chiaramente rivisitata.

Oggi siamo di fronte a un nuova esigenza, la chiamerei più moda o trend a dire il vero, cioè la ricerca della stimolazione gustative con il cibo, che è il modo più facile ed economico di divertirsi, il cibo non è più solo alimento buono o cattivo ma diventa passatempo, diventa divertimento per giocare più volte al giorno ed se ci pensate bene è il passatempo più economico, una tavoletta di cioccolato costa meno di un libro, di un cinema o di uno smartphone.


Sembra che l'era del comfort food sia più lontana e siamo di fronte alla ricerca di sensazioni del gusto, sono passato prima al supermercato e ho visto delle chips alla menta e peperoncini, lime e pepe rosa.

Questa è la ragione che spiega perchè sia aprono sempre di più store food e sono sempre molto affollati, non si acquista del cibo per alimentarsi ma si acquistano prodotti alimentari per divertirsi per nuove ed emozionanti sensazioni gustative, quanto questo può fare bene alla salute è difficile da dire al momento.

(Questo ragionamento è tutto colpa del mio vicino di tavolo ventenne da Eataly, che dice alla fidanzata, almeno credo, ho voglia di comprare tutte quelle salse strane e provarle tutte dai lo facciamo? Si che bello! Risponde Lei. Mi sarei stupito meno se avesse detto andiamo a casa a fare un ripasso del Kamasutra! A una certa età si dovrebbe andare in giro con il paraorecchie)


Farmaci contro la tosse e il raffreddore con codeina sono contro indicati nei bambini al di sotto dei 12 anni

L'Agenzia europea per i medicinali ( EMA) ha indicato che i farmaci che contengono codeina sono contro indicati nel bambini al di sotto dei dodici anni. La codeina viene utilizzata come analgesico da solo o in combinazione con altre sostanze come il paracetamolo o l'acido acetilsalicilico.

La si può trovare in molti farmaci da banco contro tosse e raffreddore, malanni molto comuni nella stagione invernale.
La sua pericolosità sta nel fatto che la codeina viene trasformata in morfina nel fegato, ma il metabolismo in alcuni soggetti elabora la codeina troppo velocemente, questo può condurre a gravi effetti collaterali come ad esempio problemi respiratori. 

In particolare nei bambini al di sotto dei dodici anni la trasformazione della codeina in morfina è variabile e imprevedibile.

Oltre ai bambini ci sono altre categorie a cui non sono raccomandati farmaci con codeina: nelle donne in gravidanza, negli adolescenti dai 12 ai 18 anni che hanno problemi respiratori e tutti quei soggetti che sono metabolizzatori ultra-rapidi.

Tutti i farmaci con codeina dovranno secondo EMA essere provvisti di tappi a prova di bambino per evitare l'ingestione accidentale.

Per cui particolare attenzione deve essere rivolta alla pratica diffusa d'utilizzazione di farmaci per adulti nei bambini.

Fonte: Ema Ema Prac

martedì 17 marzo 2015

Qual'è la differenza tra erbe aromatiche e spezie? Qual'è il loro apporto calorico?

Luisa C, Pesaro : Qual'è la differenza tra erbe aromatiche e spezie? Qual'è il loro apporto calorico?

In generale possiamo dire che le erbe aromatiche sono utilizzate per modificare il profumo di un cibo o di una pietanza, lo dice anche la parola stessa, aromatiche cioè che danno aroma.
Sono più adoperate fresche, le si aggiunge nei piatti a freddo o a fine cottura per cercare di conservarne al meglio l'aroma, ma c'è anche chi le aggiunge all'olio prima di saltare le pietanze, solo che non tutte le erbe aromatiche sono adatte alla cottura.
Le erbe aromatiche più adoperate in cucina sono il basilico, la salvia, il coriandolo, prezzemolo, menta, timo, aneto.


La principale caratteristica delle spezie è quello di conferire gusto, di rafforzare il sapore di un piatto o di renderlo più gradevole.

Se nelle erbe aromatiche utilizziamo le foglie magari fresche direttamente dal nostro orto, balcone o davanzale, le spezie invece sono ottenute da diverse parti delle piante come le bacche, semi, radici, che necessitano di trattamenti e lavorazioni, per estrarre il loro particolare gusto esempio la cannella la si ottiene essiccando gli arbusti, i chiodi di garofano sono i boccioli floreali che vengono essiccati, il pepe nero invece viene prodotto dal frutto acerbo della pianta di pepe sbollentati ed essiccati.

La maggior parte delle spezie arriva dai paesi extra europei tranne alcune come lo zafferano che viene prodotto anche in Italia e la paprika che arriva dai paesi dell'Europa dell'est.


Il problema è che spesso sia le erbe aromatiche che le spezie danno sia profumo che sapore in queste senso può generare confusione.

C'è la diatriba di sempre tra chef, c'è il partito di quelli secondo cui le erbe aromatiche e le spezie servono per esaltare i sapori di un piatto e il partito di quelli che invece sostengono che erbe aromatiche e spezie debbano coprire i profumi e gli aromi degli ingredienti, credo che sia importante anche la quantità. 

Qual'è il il loro apporto calorico?
Il loro apporto calorico è poverissimo e del tutto trascurabile se ne utilizza poco in genere, tuttavia è consigliabile nelle diete ipocaloriche per diminuire i grassi e non privarsi di gusto, l'utilizzo di erbe aromatiche e spezie per rendere il cibo più gradevole, la stessa cosa avviene per il sale, lo scopo è quello di rendere i cibi altrettanto ricco di gusto omettendo parte del sale.
Da non dimenticare tutte quella letteratura sulle proprietà medicinali di erbe e spezie che vista la leggera quantità che se ne usa in cucina, almeno in Europa, consiglio più di valutare positivamente l'apporto al gusto e all'olfatto.

mercoledì 11 marzo 2015

Chi, come e perchè acquista biologico

Una dei target più testato dagli istituti di ricerca è quello del gruppo di coloro che acquistano prodotti provenienti d' agricoltura biologica.
Nessuno per esempio va ad indagare chi sono e perché consumano da Mcdonalds, ma i consumatori dei prodotto bio sono molto "studiati" diciamo cosi.
Ultima in ordine di tempo è una nuova ricerca svolta in Europa, ho estratto alcuni contenuti che reputo interessanti che ribaltano alcune considerazioni note sul target dei prodotti biologici.


Comprereste prodotti biologici? 
55% si 45% no

Questo dato indica che c'è una grande numero di consumatori favorevoli ai prodotti bio


Quante volte consuma bio?
Tutti i giorni? 10%
Una volta alla settimana 23%
Una volta al mese 29%
Ogni tanto 26%
Mai, nell'ultimo anno 12%

Questa domanda riduce molto il numero dei consumatori reali dei prodotti d'agricoltura biologica se tanti si dichiarano a favore dei prodotti biologici, in realtà poi il consumo quotidiano ma anche settimanale è riservato ad una piccola elite.


Perchè scegliere bio?
Per preservare la salute 26%
Per preservare l'ambiente 22%
Per la qualità e il gusto dei prodotti 21%
Per la sicurezza il 12 %
Per ragioni etiche 11 %
Per la salute degli animali 8%

Quello che è interessante è che chi sceglie bio più che ragioni etiche sembra farlo per ragioni di salute personali.


Quali prodotti compra bio?
I prodotti più acquistati bio
Frutta e verdura
Uova
Succo di frutta
Latte
Cereali (Pane Pasta e riso)

I prodotti meno acquistati bio
I complementi alimentari
Prodotti di soia
Vino
Salumi

Interessante anche queste risposte, tra i prodotti più acquistati sorprende relativamente il succo di frutta, come sorprende che tra i prodotti meno acquistati biologici ci siano i complementi alimentari e la soia che sembra che non intercettano le scelte dei consumatori in merito alla salute.


Dove acquistate prodotti bio?
50% al supermercato
16% al mercato
14% nei negozi specializzati
8% in fattoria
7 % artigiano
5% altro

Il canale di distribuzione privilegiato è il supermercato, più nettamente rispetto ad altri molto residuale l'acquisto in fattoria che è uno delle modalità più consigliate dalle associazioni bio.

Sintesi : una ricerca che dimostra che il consumatore vorrebbe mangiare bio ma poi qualcosa nel meccanismo di scelta si interrompe (mancanza di fiducia? Prezzo? Difficile reperibilità?)

Si mangia bio se è facile scegliere e acquistare, visto la principale scelta del supermercato io credo che conta molto anche il rapporto con il prezzo.

Una scelta più che etica o idealista è una scelta personale di salute, sembra che i consumi bio intercettano più il target salutistico.

Fanno inoltre sorpresa i gruppi d'alimenti che con si considerano provenienti da agricoltura biologica come il pesce che arriva da allevamenti certificati bio, il vino biologico non ha alcuna considerazione nei consumatori come anche la soia bio, la soia è uno delle maggiori colture OGM  e nonostante i prodotti a base di soia siano tra i prodotti più acquistati dal target della ricerca della salute, c'è poca sensibilità alla soia bio.

Il mondo è fatto di contraddizioni e anche il target bio non è esente,

domenica 8 marzo 2015

I farmaci fanno ingrassare?

Silvia T, Torino : Ti volevo chiedere se ci sono farmaci che fanno ingrassare?

Le domande maggiori che mi arrivano per email riguardano il peso, la domanda se ci sono farmaci che fanno aumentare di peso è una di quelle più frequenti, in genere rimando a chiedere spiegazioni a chi ha prescritto il farmaco, non per maleducazione ma perchè presuppongo che se viene data una terapia importante da parte di un medico o da un equipe medica ci sono delle motivazioni cliniche. 

Facciamo un esempio classico la terapia antibiotica per lungo tempo, questo vuole dire una prescrizione per una patologia grave e importante che mette in pericolo la salute e la vita della persona assistita, quindi la conseguenza di un possibile aumento del peso può essere trascurabile rispetto al percorso clinico.

E' noto che ci sono farmaci che possono incidere sul cambiamento del peso rispetto ad altri, proprio in questi giorni è stato pubblicato una meta analisi sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, con una lista di categorie di farmaci e principi attivi che possono indurre all'aumento del peso.

Sovente l'aumento del peso è una conseguente di un effetto secondario del farmaco i casi più frequenti sono:
farmaci che causano uno stimolo maggiore della secrezione di insulina che può condurre all'aumento del tessuto adiposo
farmaci che stimolano l'aumento dell'appetito
farmaci che inducono ad una maggiore senso di sete che porta al consumo generalizzato di bibite zuccherate con illusione di placare la sete
farmaci che inducono una ritenzione idrica
farmaci che alterano le sensazioni del gusto che di conseguenza porta all'assunzione di cibo esagerata per soddisfare il palato senza accorgersi


Le patologie, le terapie e i farmaci su cui esistono più perplessità:
Nelle terapie Anticancro: alcuni protocolli di chemioterapia o terapia ormonale usati per esempio nel cancro della mammella possono essere responsabili dell' aumento di peso.
Trattamenti ormonali, possono generare sia aumento dell'appetito che ritenzione idrica, più lungo è il periodo della terapia maggiore può essere l'aumento del peso.
Anti-emicrania, farmaci utilizzati per i forti male di testa hanno provocato l'aumento di peso nel + 50% dei pazienti.
Antibiotici, una delle pratiche più note nelle stalle per gonfiare gli animali è quello di fare ricorso agli antibiotici, l'effetto degli antibiotici sull'uomo è solo un effetto secondario per terapie molto prolungate a base d'antibiotici.
I corticosteroidi (cortisone), anche in questo caso riguarda un trattamento prolungato, in quanto il cortisone stimola l'appetito e induce a iperinsulinemia, favorendo l'aumento della massa grassa.
Antipertensivi incluso beta bloccanti, farmaci per prevenire attacchi di cuore, l'aumento del peso potrebbe essere favorito dalla riduzione della termogenesi cioè del dispendio energetico.
Antidepressivi, antipsicotici, ansiolitici e tranquillanti, perchè molto di questi farmaci potrebbero stimolare l'appetito nelle 24 ore, che si traduce in aumento dei fuori pasto e di conseguenza dell'aumento del peso.
Antidiabetico, possono generare un aumento della massa grassa.


Lo studio pubblicato che ha valutato 257 studi clinici, 54 farmaci differenti, 84.696 pazienti ha determinato che i farmaci come antipertensivi e antistaminici hanno un effetto sulla modifica peso ma trascurabile non statisticamente rilevabile

Mentre invece farmaci che potrebbero causare un' aumento di peso, anche se l'aumento del peso è relativo va dai 2,6 kg a 0,3 kg, secondo lo studio.
Antidepressivi :Amitriptilina, Mirtazapina 
Antipsicotici : Olanzapina , quetiapina , risperidone 
Antiepilettici: Gabapentin 
Anti-diabetici: Tolbutamide, pioglitazone, glimepiride, gliclazide, gliburide, glipizide, sitagliptin , nateglinide.

Il mio consiglio è quello di parlarne con il proprio medico e l'equipe che ha prescritto il farmaco se si nota che dopo la prescrizione di un farmaco c'è un aumento del peso ingiustificato al fine di valutare, se dipende realmente dal farmaco o da altre cause in quanto alcune patologie possono incidere anche sui comportamenti quotidiani come mangiare di più a causa di stress e nervosismo ma anche a muoversi meno, camminare meno e di conseguenza incidere sul dispendio energetico quotidiano.

Oggi è l'8 marzo auguri a tutte le donne che passano sul blog, anche se personalmente sono dell'opinione che sia meglio fare dell'otto marzo la festa di tutti i giorni.

Riferimenti:
Domecq JP, Prutsky G, Leppin A, Sonbol MB, Altayar O, Undavalli C, Wang Z, Elraiyah T, Brito JP, Mauck KF, Lababidi MH, Prokop LJ, Asi N, Wei J, Fidahussein S, Montori VM, Murad MH. Drugs Commonly Associated With Weight Change: A Systematic Review and Meta-analysis. J Clin Endocrinol Metab. 2015 Feb;100(2):363-70. doi: 10.1210/jc.2014-3421.


martedì 3 marzo 2015

Emulsionanti alimentari favoriscono diabete, obesità e morbo di crohn?

Secondo uno studio americano recentemente pubblicato su Nature, emulsionanti utilizzati dall'industria alimentare potrebbero essere tra i fattori causa o concausa dello sviluppo di diverse patologie come le malattie infiammatorie intestinali e disturbi metabolici come diabete e obesità.

La FDA e gli istituti di sicurezza alimentari europei sostengono che i diversi emulsionanti e addensanti utilizzati dall'industria sono adatti all'alimentazione umana e senza effetti negativi per la salute. 

In qualità d'additivi alimentari gli emulsionanti  da E400 a E499 li possiamo trovare nella lista ingredienti di più prodotti d'uso comune  e quotidiano come gelati, maionese, ketchup e salse in genere, prodotti già pronti, zuppe,  ecc ecc.

La funzione degli emulsionanti è quella di dare maggiore consistenza ma l'uso più corrente e quello di dare una maggiore conservabilità ai prodotti. 

L'immunologo autore dello studio Andrew Gewirtz  e il coautore microbiologo Benoit Chassaing  presso l'Università della Georgia ad Atlanta (USA), hanno voluto verificare se hanno un effetto negativo per la salute i 15 emulsionanti, tutti autorizzati dalla FDA.

Secondo il loro parere tutti i 15 emulsionanti presi in esame, hanno potenzialmente effetti non positivi in particolare sottolineano il ruolo dell' E466 Carbossimetilcellulosa e E433 Sorbitolmonooleato di poliossietilene che hanno più favorito nello studio l'insorgenza d'obesità e dell'intolleranza al glucosio. Nei casi in cui le cavie fossero già affette da patologie gli emulsionanti hanno aumentato la gravità della patologia.

Secondo i dati dei ricercatori gli emulsionanti avrebbero la facoltà di modificare la flora intestinale tanto da distruggere il muco nell'intestino, favorendo il contatto microbi e batteri con le cellule intestinali, la possibile causa dell'effetto negativo sulla salute.


Non è la prima volta che parliamo di una possibile collegamento tra modificazione della flora batterica intestinale e sviluppo di malattie infiammatorie intestinali o dell'obesità, un tema di ricerca molto affrontato negli ultimi anni, ricordo anche uno studio sui dolcificanti artificiali il cui consumo favorirebbe la modificazione della flora batterica  quali possibili concause di diabete e obesità .

Come abbiamo già detto le autorità sanitarie internazionali ritengono che la maggior parte della emulsioni sia senza rischi, perché nessuna evidenza indica che aumentano il rischio di cancro, anche se si tratta di studi datati. Tuttavia i studi negli ultimi anni hanno evidenziato esserci le motivazioni per una nuova revisione che includa più patologie.

Ricordo solo per obiettività che non sarà semplice dimostrare questo collegamento dal fatto che l'obesità e diabete, in particolare il diabete di tipo 2 sono malattie multifattoriali (l'alimentazione ma anche il movimento fisico), più facile invece trovare una relazione tra modificazione flora intestinale e Morbo di Chron o infiammazione cronica dell'intestino.

Per quanto ci riguarda invece la maionese se la mangiamo ce la facciamo in casa la conseguenza più diretta al limite a seconda della quantità è che si traduca qualcosa in più sulla bilancia ma al momento nulla di più il consiglio è sempre quello di consumare prodotti già pronti il meno possibile. 

Riferimenti:
Benoit Chassaing,Omry Koren, Julia K. Goodrich, Angela C. Poole, Shanthi Srinivasan, Ruth E. Ley & Andrew T. Gewirtz. "Dietary emulsifiers impact the mouse gut microbiota promoting colitis and metabolic syndrome" Nature 25 febbraio 2015