martedì 30 giugno 2015

Alimenti ricchi di fibra e microbiota, quale ruolo nell'Obesità e nella perdita di peso?

Si fa sempre più strada in ambito medico scientifico l'importanza del microbiota, cioè quell'insieme di migliaia di miliardi di batteri che è presente nel nostro intestino.

Fino a qualche anno fa non eravamo coscienti di come la composizione dei batteri del microbiota poteva influenzare la nostra salute, dall'obesità al diabete di tipo 2 e perfino le malattie autoimmuni.

I batteri presenti nel nostro intestino si nutrono anche di ciò che ci mettiamo in bocca, l'alimentazione o meglio la selezione degli alimenti che mettiamo in bocca influenza la composizione del microbiota e la selezione dei batteri.

Uno dei problemi dell'alimentazione moderna ed in particolare del gruppo di coloro che sono obesi o in sovrappeso è la carenza di fibre nell'alimentazione, un segnale del non consumo delle famose 5 porzioni di frutta e verdura.

Un recente studio pubblicato su BMJ mette in evidenza il ruolo positivo degli alimenti ricchi di fibra nel promuovere i batteri buoni nell'intestino

I ricercatori hanno individuato una particolare specie di microbi nell'intestino: Akkermansia muciniphila, che è associato alle persone normopeso o magre.


Nello studio 49 soggetti sono stati messe a dieta ipocalorica per sei settimane, tra 1,500-1,800 calorie al giorno ma con un maggiore apporto di fibre.

I soggetti che avevano più alto numero di Akkermansia muciniphila nel loro intestino fin dall'inizio hanno ottenuto migliori risultati, non solo nella perdita di peso ma anche un netto miglioramento dei livelli di colesterolo, della glicemia e una riduzione dei parametri di rischio cardiovascolare.

Sembra cosi che il numero di microbi di Akkermansia muciniphila siano collegati a effetti favorevoli sulla salute.

La buona notizia sta nel fatto che chi non aveva all'inizio della dieta livelli alti d'Akkermansia dopo la dieta ipocalorica con fibre, questi erano aumentati in modo considerevole, questo fa dedurre i ricercatori che è possibile aumentare queste popolazioni batteriche mangiando in modo continuo alimenti con fibra o raggiungendo l'intake giornaliero consigliato.

Questo post è utile per completare il post di come dimagrire senza perdere la testa e di quanto sia importante per perdere peso la modificazione dell'alimentazione e non solo delle quantità.

L'apporto che non si riesce a raggiungere è quello di 30 g di fibra al giorno per persone adulte.

Un alimentazione ricca in frutta e verdura ma anche in cibi integrale e nei legumi, aumenta il contenuto di fibre, migliora il nostro intestino e con il movimento fisico può stimolare più facilmente la perdita di peso.


Alimenti più ricchi di fibra
Legumi: Fagioli, piselli, ceci e lenticchie
Frutta: Mirtillo, lampone, avocado
Spezie ed erbe aromatiche: Cannella, Coriandolo, curry e timo (piccoli apporti da non sottovalutare)
La pasta integrale, il riso integrale, l'orzo perlato, la frutta secca, crusca, farine integrali.

PS: attenzione anche a non esagerare d'alimenti con troppe fibre, finora è un ipotesi lontanissima perchè per esempio negli USA solo il 3% della popolazione raggiunge i livelli raccomandati di fibre, ma un alimentazione troppo ricca oltre a meteorismo e flatulenza può generare malassorbimento di vitamine e sali minerali.


Riferimenti:
Maria Carlota Dao, Amandine Everard Judith Aron-Wisnewsky, Nataliya Sokolovska, Edi Prifti, Eric O Verger, Brandon D Kayser, Florence Levenez Julien Chilloux, Lesley Hoyles, MICRO-Obes Consortium, Marc-Emmanuel Dumas, Salwa W Rizkalla, Joel Doré Patrice D Cani, Karine Clément ""Akkermansia muciniphila and improved metabolic health during a dietary intervention in obesity: relationship with gut microbiome richness and ecology" Gut doi:10.1136/gutjnl-2014-308778


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L'avocado, nuova speranza per il trattamento della Leucemia Mieloide Acuta?

L'avocado è uno dei frutti esotici più presenti nel mercato europeo, anche se è coltivato in alcuni paesi del Mediterraneo come Israele, è un frutto che arriva  dai paesi con climi tropicali o sub-tropicali come il Messico, Indonesia, Colombia, Brasile, Cile, Repubblica Dominicana, Perù, ed Etiopia.

Alcune persone evitano di mangiare l'avocado per il suo contenuto di grassi, è stato dimostrato che sostituire i grassi con i grassi l'avocado non danneggia la perdita di peso.
Inoltre il consumo di avocado è associato con una migliore qualità della dieta generale, migliore apporto di nutrienti e un ridotto rischio di sindrome metabolica

Un nuovo studio svolto in Canada ha rilevato in questi giorni delle novità sorprendenti, una molecola presente nell'avocado, nella parte grassa, cioè avocatina B potrebbe essere all'origine di un nuovo trattamento contro la Leucemia Mieloide Acuta.

Per quelli che non conoscono la Leucemia Mieloide Acuta è una malattia che si sviluppa a partire dal midollo osseo e che progredisce velocemente. Le cellule del sangue sono presenti nel midollo osseo sotto forma di precursori e, attraverso un percorso di maturazione, si possono differenziare in globuli bianchi (tra cui i linfociti), globuli rossi, o piastrine.
Se in questo percorso che li porta a diventare adulti i precursori vanno incontro a una trasformazione in senso tumorale, si arriva alla Leucemia Mieloide Acuta.

La Leucemia Mieloide acuta rappresenta il 13% delle leucemie tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni.
Non c'è al momento nessun trattamento promettente e rischio di mortalità rimane molto elevata tra il  90% del 65%.

Secondo i ricercatori dell' Università di Waterloo (Canada) la molecola presente nell'avocado può efficacemente combattere le cellule staminali della leucemia.

Finalmente una buona notizia, l'avocado non mi piace ma questa news me lo fa vedere in una nuova luce.

Riferimenti
Eric A. Lee  , Leonard Angka , Sarah-Grace Rota , Thomas Hanlon, Andrew Mitchell , Rose Hurren , Xiao Ming Wang, Marcela Gronda, Ezel Boyaci , Barbara Bojko, Mark Minden , Shrivani Sriskanthadevan   Alessandro Datti , Jeffery L. Wrana  , Andrea Edginton , Janusz Pawliszyn , Jamie W. Joseph , Joe Quadrilatero , Aaron D. Schimmer , e Paul A. Spagnuolo "Targeting Mitochondria with Avocatin B Induces Selective Leukemia Cell Death" The journal of Cancer Research June 2015



lunedì 29 giugno 2015

Consigli semplici e facili per perdere peso

Elvira L, Siracusa: quando bisogna dimagrire sembra tutto complicato, il dietologo, la dieta ipocalorica, la palestra, il coach, il BMI, massa magra, massa grassa, abitudini alimentari, diario alimentare, calcolo delle calorie, calcolo dei grassi, calcolo degli zuccheri, un vero e proprio stress e anche una spesa economica non indifferente, SOS ma non ci sono dei consigli più semplici ed economici se una vuole dimagrire?

C'è chi mangia e chi ci mangia, le diete sono un grande business, non dovrebbe essere cosi quando si parla di salute, ci sono i libri sulle diete, i ricettari per le diete, gli integratori per le diete, abbiamo perfino i pasti già pronti con la firma di un noto dietologo, che firma anche una linea d'accessori per la cucina!

Ahimè non è mai semplice perdere peso, per questo bisogna rivolgersi a dei professionisti della salute, che però a volte complicano le cose più del dovuto e trattano le persone come dei veri e propri polli.


Diete perchè falliscono?

Non è sempre necessario avere una dieta ipocalorica ma è un punto di riferimento per tutti coloro che non sanno alimentarsi in modo appropriato ed equilibrato, ho sempre consigliato di rivolgersi ai centri multidisciplinari, meglio se strutture ospedaliere, perchè in Italia le diete le possono fare tutti, dove ci sono più persone con più figure professionali e più competenze.

Però io credo che la maggior parte delle diete sono destinate al fallimento, perchè il nostro corpo non è predisposto biologicamente a perdere peso è contro natura,  non è raro che dopo un percorso di dieta si acquistano dei chili in più, perché?

Quando si inizia una dieta si diventa più sensibili al cibo. lo si vede in una luce diversa, tutto diventa più buono e più appetibile, la restrizione calorica aumenta il fascino del cibo, il fascino dei proibito e come diceva Oscar Wilde è più facile soccombere che resistere alle tentazioni.

Ai primi segnali di perdita di peso, arrivano dei chiari segni al cervello di diminuzione del senso di sazietà di conseguenza il cervello reagisce inviando un segnale dell'aumento dello stimolo della fame e dell'appetito.


Diario alimentare è una gran rottura ma ..

Per perdere peso senza perdere la testa, quello che va fatto è un attenta analisi di quanto si mangia  e si consuma con magari l'aiuto di un professionista della salute serio. Il diario alimentare serve proprio per fare aumentare la consapevolezza della propria alimentazione, spesso le persone non si rendono conto della quantità di cibo che assumono, solo scrivendolo ne percepiscono la quantità.

A questo ma che deve essere accompagnato  da una nota sulle emozioni, mangio per fame? Mangio per nervosismo? Mangio per stress? Mangio per convenzione sociale ma non ho fame? Era veramente fame o solo voglia di qualcosa di buono?

Nel fare una dieta ci si attende di perdere peso, dall'altro porta anche a ansia, depressione, fame nervosa, difficoltà di concentrazione, apatia.  

Importante oltre che un diario alimentare, è importante un diario dell'attività fisica per capire se faccio abbastanza movimento oppure no.


Pesarsi tutti i giorni non serve però

Pesarsi tutti i giorni non è necessario però da l'andamento in generale della situazione se vedi che tutti i giorni la bilancia aumenta cerchi di modificare la strategia.

Sento molto spesso le persone dire il mio peso, la mia taglia, non esiste un peso proprio, perché il corpo cambia a 40 anni non si può essere come a vent'anni, non esiste un peso ideale per tutta la vita.

Ricordo una signora che ho conosciuto qualche anno fa, diceva io voglio dimagrire di 5 cm di qua, sette cm di là, ma voglio invece ingrassare sul seno, nessuna dieta vi modella il corpo a secondo di voi come volete, se qualcuno ve lo promette è una dieta farlocca.


I principali errori che si fanno quando ci si mette a dieta:

1) Diete  troppo difficili da seguire

La fretta, la voglia di vedere dei risultati immediati, fa scegliere diete troppo difficili da seguire, se non riuscite a seguirla parlatene con chi ve l'ha consigliata senza vergogna perché vuole dire che non è adatta a voi e alla vostra vita., perché il rischio è l'aumento del senso di  frustrazione che andrete a sfogare nel cibo.

2) Pensare di perdere peso riducendo solo il cibo

Errore più comune, si diminuisce in generale il cibo ma senza accorgersi perché mangiamo meno diminuiamo la nostra attività e di conseguenza il dispendio energetico, se in un primo tempo la dieta funzionava, dopo un po' non funziona più il nostro corpo si abitua a quella restrizione calorica e consuma meno.

In più quella la perdita di peso in assenza di un aumento dell'attività fisica, ha fatto diminuire sia la massa grassa che la massa magra, dopo una dieta è più facile riacquistare massa grassa che massa magra pertanto si ridiventa più obesi.

3) La sedentarietà

E' stato dimostrato che chi pratica 4 volte a settimana attività fisica per almeno un 'ora, ha meno probabilità d'ingrassare, il consiglio però di fare più attività fisica che non vuole dire palestra, ma anche invece di perdere l'autobus andare a piedi, non prendere l'ascensore, fare le scale, cominciate con una bella camminata di un ora al giorno, 10.000 passi al giorno sono un obiettivo importante,  ma potete spostarvi in bicicletta, andare a ballare, andare a nuotare, l'obiettivo è muoversi di più.

4) Non tenere conto delle bevande

Con 35° all'ombra come resistere al richiamo di una bevanda fresca? Pero le calorie delle bevande sono quelle calorie in più che sono inutili ma che pesano molto sulla bilancia ma che non saziano imparare a bere acqua!

5) Bere poca acqua

Una cosa che notato in più persone bevono poco, questo si traduce in un minore senso di sazietà se lo stomaco e impegnato darà meno stimoli della fame.


6) Fare la spesa quando si ha fame

Sono quelli che vanno al supermercato all'ora di pranzo o all'ora di cena, comprano di tutto, non sono spinti da un reale bisogno ma dallo stimolo della fame, la dieta inizia al supermercato se acquisto cioccolato, biscotti, patatine fritte, inevitabilmente vuole dire che li consumerò, giusto per non buttarli via, per non sprecare nulla!

7) Importate cosa si acquista al supermercato

Non acquistate prodotti già pronti, un esempio vi viene lo stimolo della fame, mangiate una mela ma non viene ma in mente più facile che venga in mente un budino, se lo avete in casa già pronto in due minuti potete soddisfare questo stimolo della fame mentre se lo dovete preparare, fai bollire il latte, prepara miscela, il tempo del raffreddamento, un lavoro lungo lo stimolo della fame va via.

8) Poca Frutta e verdura

Sarà ma ogni volta che esamino le abitudine alimentari, vedo sempre una scarsa propensione al consumo di frutta e verdura fresca, le 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura.
Una desuetudine alla frutta e alla verdura che è sempre più forte, vorrei solo ricordare che recenti ricerche sul microbiota intestinale, mettono in evidenza un cattivo funzionamento generato dalla mancanza di fibre nell'alimentazione, per il sempre meno consumo di frutta e verdura fresca.
La composizione del microbiota intestinale secondo alcuni ricercatori potrebbe essere uno dei fattori dell'aumento di peso.

Mangia frutta?
Si, ho mangiato una macedonia 
Com'era?
Un mix di frutta sciroppata in barattolo!

Mangia frutta?
Si?
Cosa?
Fragola?
Come?
Il gelato alla fragola, come non è frutta?

Del pesce con contorno di verdura
Che verdura?
Patate!
Fatte come?
Fritte, accompagnate con la maionese!

Sono alcuni esempi di cui alcuni intendono le porzioni di frutta e verdura, ovviamente queste oltre che non intendersi come frutta e verdura il loro consumo e accompagnato da zuccheri e grassi in quantità non indifferenti.


9) Suddivisione dei pasti

Sono cinque i momenti giornalieri per alimentarsi, prima colazione, spuntino mattutino metà mattina, pranzo, merenda, cena.
Saltare questi momenti è la pratica spesso che fa chi è a dieta, ahimè purtroppo poi viene fame e per compensare si finisce per mangiare alimenti come snack, che sembrano soddisfare un momento apparente ma in  realtà sono calorie, zuccheri e grassi in primo luogo.
Ho notato che spesso che è sovrappeso o obeso suddivide male i pasti lasciando alla sera il pasto principale, invertite mangiando più al mattino o a pranzo e meno la sera.

10) Porzioni e monotonia

Ho notato che chi è sovrappeso o obeso fa due errori inconsapevoli si serve porzioni grandi e mangia solo quello , imparare non dico a pesare le cose prima di cuocere ma orientativamente  a sapere il loro peso.

Cosa ha mangiato a mezzogiorno?
Della pasta in bianco
Quanta pasta?
Era una confezione intera
Da quanto ?
Quella grande da 250g
Ecco quella grande da 250 potrebbe essere per 3 porzioni!

Alimentazione deve essere varia, mangiare solo un cosa e in versione grande non aiuta non da senso di sazietà, no si ha un alimentazione varia.


Idee sbagliate sugli obesi

Sono persone golose che mangiano più degli altri
Hanno problemi psicologici
Sono persone che non hanno forza di volontà, mancano di carattere

Sono delle panzane mostruose, si capisce bene? Attenzione sono anche delle trappole, quando si vuole mettere in cattiva luce qualcuno si prende un pretesto, uno qualsiasi, l'obesità è quello più facile per parlare male di qualcuno, reagite con prontezza e superiorità, chi è magro non è perché è più intelligente o più bravo, qualche volta solo più fortunato che ha avuto in eredita dei buoni geni, ma nella vita non siamo quello che abbiamo ricevuto in eredità ma quello che realizziamo tutti i giorni e tu sei un idiota, rispondete pure cosi! lo dice Günther (è colpa mia)

Accettare la propria obesità

Se la vostra obesità dipende dalla genetica, va ahimè accettata e gestita con serenità, per evitare i meno danni possibili sulla salute, dovete faticare più degli altri per cercare di rimanere in un certo range per evitare più problemi di salute, come chi nasce con gli occhi castani.

Sono dei consigli semplici e generali che possono essere utili se si mettono in pratica, altrimenti una dieta personalizzata da un professionista della salute.

Come deteinare il tè?

Simona G, Chieti : Come deteinare il tè a casa?

Il tè è una bevanda, ricavata dall'infuso delle foglie di Camellia sinensis che viene coltivata principalmente in Bangladesh, Cina, India, Sri Lanka, Giappone e Kenya.

L'uso e i cerimoniali del tè sono associati alla tradizione cinese e giapponese, secondo alcuni fonti il tè in Europa arriva portato dai Veneziani secondo altri dai Portoghesi, verosimilmente man mano che più Europei entravano in contatto con l'oriente la Cina e il Giappone, importavano da quei paesi usi, costumi e tradizioni, sembra che dapprima si sia affermato a Parigi e poi in Olanda e sono anni dopo in Regno Unito .

Oggi, il maggiore consumatore di tè in Europa è il Regno Unito, questo indica più che altro l'influenza storica dell'India nel paese, la cerimonia del tè in particolare dell High Tea è un simbolo delle tradizione del Regno Unito. 

La teina è la prima molecola che si libera al momento dell'infusione, solo in un secondo tempo arrivano i tannini che ne limitano l'assorbimento.

Molto semplice deteinare il tè, lasciate infusione il tè con l'acqua da 30 secondi al massimo 1 minuto  e poi togliere la bustina o recuperare le foglie e buttate via il liquido che contiene la maggior parte della teina e rimettere l'acqua nella tazza con la bustina o le foglie.

Oppure versare l'acqua sulle foglie o bustina e lasciante in infusione qualche minuto, lasciando in infusione il tè questo libera più tannini che "neutralizza" la teina.

Quest'ultimo metodo fa avere al tè un aroma più forte che a molte persone non piace, quindi la scelta del metodo varia a secondo del gusto.

Questi metodi sono molto semplici e casalinghi che eliminano la maggior parte della teina ma non al 100% piccole quantità rimangono sempre presenti.

Buon tè

PS: se qualcuno conosce altri metodi consigli sono ben accetti

martedì 23 giugno 2015

Digiunare fa vivere più a lungo?

Martina G, Chiavari : Ho letto in questi giorni su molti giornali che praticare il digiuno allunga la vita, è vero?

Oh mio dio! Il mio gatto quando ha iniziato a digiunare dopo due settimane è morto! Chiedo scusa a chi è troppo sensibile la mia non vuole essere una facile battuta, in realtà è stata una pena, ho provato perfino ad imboccarlo, lui mangiava un po' solo per farmi piacere perché mi vedeva che lo colmavo d'attenzioni.

Leggendo i titoli dei giornali sembra che ci siano continui inviti a praticare il digiuno come forma di salute, sono molto allibito, sembrano un invito all'anoressia vera e propria.

Digiuno e spiritualità

In diverse religioni in alcuni periodi dell'anno si invita a un digiuno, Ramadan, Yom Kippur, Quaresima, che non è solo un digiuno materiale alimentare ma un digiuno da tutte quelle attività terrene per offrire la possibilità di guardare dentro se stessi per invitare a riflettere sulle proprie azioni e suoi propri errori.

Non è mai un digiuno vero e proprio, nel Ramadan si mangia al calare del sole, nella religione cattolica si invita a mangiare di magro, dura un solo giorno nella religione ebraica. Più che dei digiuni sono un invito a mangiare meno a darsi meno ai piaceri della vita terrena per favorire la crescita della spiritualità.

Ben inteso che viviamo in una società obesa e un invito a mangiare meno sarebbe auspicabile ma è una riduzione di calorie per smaltire gli eccessi, mentre la pratica del digiuno è un altra cosa.

Oggi ha assunto una connotazione politica, una forma di protesta verso le discriminazioni nel mondo, per protestare contro le violenze, dopo la strage di Parigi di Charlie Hebdo, si è chiesto il digiuno interreligioso, cattolici, ebrei, musulmani e buddisti.

Che digiunare faccia stare meglio è una teoria interessante ma che necessita d'essere esaminata in un tempo lungo, perchè chi è povero e pratica il digiuno per necessità, non vive più a lungo.

Tutte le statistiche dimostrano che chi è povero ha meno possibilità di scelta di mangiare e muore anche prima, basta guardare le classifiche dell'aspettativa di vita dei paesi occidentali e quelli del terzo mondo per vedere la differenza, in alcuni aree del mondo i bambini muoiono di fame non perché scoppiano di salute, digiunano perché non hanno da mangiare o ne hanno troppo poco.

E' molto facile secondo me parlare di digiuno quando si ha la pancia piena.


Digiuno e antiinvecchiamento

Se si fa riferimento allo studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, dove alcuni ricercatori hanno esaminato l'efficacia di quello che loro chiamano un digiuno periodico sui fattori legati invecchiamento.

Lo studio svolto su lieviti e cavie sono stati  sottoposti a cicli non di un digiuno ma di una dieta cinque giorni,  che prevedeva la riduzione del 34-54% delle calorie  una dieta verosimilmente sull'uomo potrebbe essere sulle 1,050 calorie al giorno.

Una dieta a base vegetale creata appositivamente per attivare le cellule staminali e innescare effetti rigeneranti e cambiamenti positivi nell'organismo.

I risultati sono stati positivi poiche questa riduzione calorica ha la possibilità di diminuire i fattori di rischio legati all'invecchiamento, il diabete, le malattie cardiovascolari e il cancro.

Questa ricerca non è la prima che suggerisce che un periodo di riduzione calorica io non parlerei di digiuno, potrebbe portare a una riduzione dei fattori di rischio d'alcune patologie legate all'invecchiamento, a Febbraio un altra ricerca aveva dimostrato che  il 25% di calorie in meno al giorno potrebbe condurre ad una teorica e possibile allungamento della vita, applichiamo il condizionale perchè i test durano solo dei mesi, mentre gli effetti delle dieta hanno dei tempi più lunghi e nessuno gli ha ancora verificati.

I ricercatori si soffermano sul fatto che sarebbe auspicabile che le persone iniziano dopo i 50 anni, potrebbe garantire 10 anni di più, sempre in teoria perchè nessuno è ancora venuto a raccontarcelo.


Una domanda mi si pone ma è meglio un digiuno qualche giorno al mese o un alimentazione equilibrata tutti i giorni?

Ho delle forti perplessità su questo studio, per la sua applicabilità le persone anziane hanno un altra cultura alimentare rispetto alle giovani generazioni, non per nulla si parla d'anziani e malnutrizione, troppo proteine delle carne, poca frutta e verdura, molti dolci, poco pesce.

Il fatto che una dieta vegetale anche se a contributo calorico basso, può contribuire a portare dei risultati positivi, personalmente non sono stupito.

Malnutrizione ma anche necessità, la poca disponibilità economica incide nelle scelte alimentari  e spinge verso alimenti ricchi di calorie e grassi.

Bisogna insegnare a mangiare meglio dopo una certa età, più che una riduzione periodica da digiuno, io sono più favorevole a una modifica dell'alimentazione giornaliera, sono certi che se gli anziani mangiando meglio tutti i giorni, muovendosi un po anche di più, tutti i fattori a rischio delle malattie della terza età diminuirebbero lo stesso .

Sintesi: non so perchè sia stata adoperata la parola digiuno dagli autori, ma si tratta di una dieta a riduzione calorica di tipo vegetale per alcuni giorni del mese che ha contribuito al miglioramento di alcuni parametri legati al diabete alle malattie cardiovascolari e al cancro.

Non è noto se lo stesso identico risultato è possibile ottenerlo con una riduzione quotidiana delle calorie e una dieta più vegetale, personalmente sono propenso a pensare che le persone mangino un po' di meno e qualitativamente meglio tutti i giorni, muovendosi di più, sono certo che si migliorerebbero tutti i fattori a rischio terzo età o per lo meno quelli che in qualche modo dipendono dall'alimentazione e dallo stile di vita.

Riferimenti: 
Sebastian Brandhorst, In Young Choi, Min Wei, Chia Wei Cheng, Sargis Sedrakyan, Gerardo Navarrete, Louis Dubeau, Li Peng Yap, Ryan Park, Manlio Vinciguerra, Stefano Di Biase, Hamed Mirzaei, Mario G. Mirisola, Patra Childress, Lingyun Ji, Susan Groshen, Fabio Penna, Patrizio Odetti, Laura Perin, Peter S. Conti, Yuji Ikeno, Brian K. Kennedy, Pinchas Cohen, Todd E. Morgan, Tanya B. Dorff, Valter D. Longo.


Perchè non parli dell'Expo 2015?

Giuliana P: posso chiederti una cosa, se uno dei pochi media che ancora non ha parlato dell'Expo 2015, come mai?

Si puoi chiederlo senza problemi, la risposta è semplice non ci sono stato, non posso parlare di qualcosa che non ho visto, non è come in tv che da Cagliari ti dicono quanto è bello l'Expo a Milano, ma lo avete visto? 

I media come la televisione, i giornali, i quotidiani, sono pagati per parlare dell'Expo, si è parlato sulla stampa di più 5 milioni d'euro dati solo alla Rai e cosi altri media, io non lo so, io ho ricevuto solo un invito per una conferenza stampa all'interno di un padiglione, ho chiesto se per entrare dovevo pagare il biglietto mi hanno detto di si, non sono andato, pago il biglietto di 39 euro per andare a sentire qualcuno che non ho mai sentito nominare in vita mia?

Come quando qualcuno che non conosci t'invita al ristorante a mangiare e ti chiede di pagare il conto, anche che no grazie!

Volevo solo precisare che i blog non sono come gli altri media, c'è stato un momento in cui alcuni ci sono dati ai blog pensando di diventare giornalisti, oggi scrivono per 8 euro a pezzo, guadagna più la mia donna delle pulizie, la stampa è in crisi non solo finanziaria ma anche d'idee e credibilità.

I blog come il mio sono un altra cosa, diffidate dei blog dei giornali non posso essere blog se hanno alle spalle un editore, ma fanno credere di essere blog per darsi una credibilità e scucire un po' di soldi alle aziende che sono disposte a credere a tutto.

Siccome danno otto euro a pezzo i giornalisti cosa fanno? Copiano e incollano i comunicati stampa delle aziende. Io sono un altro genere, oltre alla mancanza di una retribuzione, io il lavoro ce l'ho già, cerco di fare una discussione, su un argomento fornito dai studi medico scientifici pubblicati sulle riviste internazionali, cercando di fare consapevolezza intorno a un problema spesso di salute con riflessi sull'alimentazione.

Quello che dice quell'azienda e quell'altra azienda non mi interessa, non lo ascolto nemmeno, sono giudizi di parte che non aiutano ad affrontare un problema di salute, avete mai visto un azienda che produce integratori d'omega 3 che parla male dell'integratori d'omega 3?

Io non l'ho visto Expo 2015, non so se è interessante la stampa mi rimanda più sensazioni negative che positive ma per tutte quelle persone che non hanno la possibilità d'andare alle fiere internazionali d'alimentazione può essere un occasione, certo un occasione che non è proprio regalata, costa non poco viaggio, ingresso e permanenza.

Io sento meno questa curiosità sono appena stato alla fiera dell'alimentazione di Parigi  ad Hong Kong, sono in partenza a giorni per il Fancy Food a New York, in questi eventi ci sono già stands con tutti i prodotti di tutti i paesi del mondo, per questa ragione sono stato uno dei primi a parlare dello zucchero di palma, del coriandolo in India, della Vaniglia de la Reunion, dell'Acai del Brasile, del succo di Agave dal Messico.

Comunque avete tutti gli altri media che ne parlano in continuazione dell'Expo 2015 sono certo che anche se io piccolo blog sconosciuto non ne parlo non se ne accorge nessuno o quasi.



martedì 16 giugno 2015

Il consumo di bevande con soda aumenta il rischio di steatosi epatica?

Non una buona notizia per i nostri amici che consumano frequentemente bibite con soda zuccherate , ci avviciniamo all'estate dove le temperature si alzano, la sete aumenta, la voglia di una fresche bibita è quell'attimo di grande piacere di freschezza, a cui dobbiamo rinunciare?

Negli ultimi anni ci siamo un po' troppo concentrati sul collegamento bibite con soda e obesità, la preoccupazione del peso ha preso il sopravvento su altri rischi della salute, ma uno studio pubblicato su Journal of Hepatology condotto da Ma Jiantao della Tufts University, Massachusetts ci riporta sui possibili effetti del consumo eccessivo di bibite zuccherate.

Lo studio ha riguardato 2.634 uomini e donne e ha valutato il consumo di cole, di bevande gassate zuccherate e succo di frutta fermi senza bollicine e la quantità di grasso contenuta nel fegato dei partecipanti o meglio dire l'accumulo intracellulare di trigliceridi (steatosi) a livello del tessuto epatico. .

Le persone che avevano l'abitudine di consumare più di una bevanda zuccherata al giorno hanno mostrato un maggior accumulo di grasso nelle cellule epatiche, che secondo i ricercatori può facilmente nel corso del tempo può condurre a Steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e evolversi nei casi meno fortunati in cirrosi.

Quella che preoccupa i ricercatori è l'incremento di questa patologia, tanto da fare pensare che potrebbe interessare il 50% degli individui nel 2030 (oggi interessa il 30% della popolazione negli USA).


Calmiamo gli animi lo studio non ha trovato ancora qual'è il rapporto causa effetto pertanto rimane uno studio d'osservazione. 

Dal mio punto di vista, non viene mai percepito il contenuto di zucchero nelle bevande, che è un consumo di zucchero in più rispetto a quello assunto dal cibo solido, inoltre il consumo di bibite con soda zuccherate è sinonimo anche di un certo stile di vita, di un' alimentazione ipercalorica e iperlipidica, poco esercizio fisico, mi capita frequentemente di notare che chi consuma più bevande di questo tipo è sovente sovrappeso o obeso e si muove poco.

Ci sono poi altre concause che possono intervenire, come alcune patologie e fattori come lo stress e il consumo eccessivo di caffè.


La terapia in qualsiasi caso per un fegato grasso è una corretta alimentazione, un alimentazione equilibrata, calo di peso graduale e movimento fisico adatto alla persone assistita come camminare, fare trekking, danzare, correre, nuotare al mare o in piscina.

Quindi non dobbiamo rinunciare al nostro momento di freschezza ma è meglio imparare a bere l'acqua magari tenuta in frigorifero aromatizzata con buccia di limone, buccia d'arancia o d'agrumi, foglie di menta e un rametto di rosmarino, ogni tanto magari anche una bibita con soda zuccherata ma senza esagerare purchè non diventi un'abitudine.

Riferimenti: Jiantao Ma, Caroline S. Fox, Paul F. Jacques, Elizabeth K. Speliotes, Udo Hoffmann, Caren E. Smith, Edward Saltzman, Nicola M. McKeown "Sugar-sweetened beverage, diet soda, and fatty liver disease in the Framingham Heart Study cohorts" Journal of hepatology, June 2015


lunedì 15 giugno 2015

La melanzana dalla tracciabilità on line, la tracciabilità 2.0


Come cambiano le cose in Agricoltura? I piccoli cambiamenti si possono percepire anche tra le bancarelle al mercato, mi trovavo a Milano al mercato di Largo V Alpini e girando tra le bancarelle, ho visto questa melanzana con tracciabilità on line, cosi ho deciso di saperne un po' di più.

Si tratta di un azienda di Pachino in Sicilia, la Latino Doc srl , che produce oltre a melanzane anche pomodoro Ciliegino, Pomodoro Costoluto, Pomodoro Camone, Pomodoro Marinda, Pomodoro Datterino, Meloni, Angurie, Zucchine, Fagiolini. Cosi l'azienda offre la possibilità ai consumatori di avere delle informazioni che finora erano riservate solo agli addetti ai lavori, basta uno smartphone o un pc che si può accedere a tutta una serie d'informazioni sul prodotto e sulla sua origine.

Di tracciabilità e rintracciabilità se ne era parlato molto gli anni scorsi, è in sintesi un sistema che garantisce la provenienza del prodotto e nel caso di un problema è facile risalire alla fonte del problema come i casi di listeriosi nei formaggi o botulino nelle conserve.


Tracciabilità e rintracciabilità

Sono due concetti importanti e complementari in grado di fornire quelle garanzie che oggi i consumatori si aspettano. La rintracciabilità cogente del 1 gennaio 2005 obbligatoria per ogni operatore della filiera alimentare regolamento Ce n.178 del 28 gennaio 2002.
Rintracciabilità di filiera o rintracciabilità è invece su base volontaria principale riferimento è la norma UNI 10939

Sono due aspetti complementari per tracciabilità si intende il processo che segue il prodotto da monte  a valle della filiera cioè insieme d’informazioni sull’origine delle materie prime utilizzate, sul luogo di produzione, sulle tecniche di produzione seguite, per rintracciabilità si intende quella serie d’informazioni che vanno a ritroso da valle a monte della filiera produttiva.

Per diverso tempo è stato un sistema conosciuto solo per addetti ai lavori, sempre di più anche alcuni prodotti industriali forniscono informazioni tramite un collegamento on line per l'utente finale il consumatore. 

Nel campo agricolo è un piccolo cambiamento, precedentemente è stato adoperato dalle aziende vitivinicole dove attraverso un codice ti facevano vedere la vigna da dove proveniva l'uva, ora anche per i prodotti agricoli che troviamo la mercato, si possono vedere chi sono i produttori, la loro foto, come producono il prodotto, come consumarlo al meglio fino a potere esprimere anche un giudizio.


Rintraccibilità o km zero? 

Questo nasce anche per fornire una risposta da parte delle aziende agricole al trend dell'agricoltura locale, del mercato del contadino, la concorrenza esiste anche in agricoltura, cioè di quella tendenza di consumo che spinge a preferire gli alimenti prodotti solo a un distanza limitata, i cosiddetti prodotti agricoli a km zero.

Una filosofia di consumo a me molto gradita ma non sempre pratica perchè non si produce tutto dappertutto, magari in Italia questo concetto è più facile, se penso al mio paese dovrei mangiare solo burro, formaggio e cioccolato.

Per amore del cielo è corretto spingere verso consumi locali a km zero ma nello stesso tempo nemmeno demonizzare altri prodotti che arrivano da altre regioni, non tutto quello che si produce fuori dalla mia regione è prodotto male, le denominazioni tipiche come la ciliegia di Vignola, il radicchio rosso di Treviso, la fragola della Val Martello, hanno il proprio valore anche per la zona dove sono coltivati e prodotti che conferiscono unicità al prodotto.

Questo l'aspetto è importante, non è una rivoluzione ma è un fattore di cambiamento di mentalità, da parte di chi produce, l'orgoglio d'essere produttori, si questo l'ho prodotto io, le informazioni su come lo si produce, il luogo di produzione, un fattore che può essere di forte stimolo per l'agricoltura, dal prodotto omologato tutto uguale senza alcuna garanzia al prodotto invece riconoscibile e informato.


Tutta questa trasparenza è sinonimo di garanzia per il consumatore? 

In generale si, se è vera trasparenza, ma non ha lo stesso impatto per tutti i prodotti, sui prodotti agricoli sicuramente ha un impatto maggiore, perchè frutta e verdura si consumano tutti i giorni, lo stesso per quei prodotti che arrivano da una lavorazione artigianale come il culatello.

Ho visto un impatto negativo in progetti in cui la trasparenza veniva urlata più che comunicata, il caso del brodo star, come lo fai tu un po' più grande, poco credibile e anche il progetto guarda tu stesso di Barilla per i sughi pronti , molto poco convincente, oppure quel famoso marchio di gelati di cui non ricordo il nome, che diceva il gelato alla fragola lo faccio solo con le mie fragole della provincia di Cuneo e tutti a chiedersi ma quanto è grande la provincia di Cuneo, che produce fragole fresche tutto l'anno? 

Per comunicare la trasparenza c'è bisogno di coerenza, non è solo un atto creativo di comunicazione necessita di basi che siano immediatamente e facilmente verificabili da parte dei consumatori, nel mondo d'oggi dove la privacy non esiste più, tutto può essere verificato facilmente.

Fino ad adesso per merito delle nuove tecnologie a riuscirci sono state più le piccole medie aziende che le grandi, perché le grandi aziende hanno trattato la trasparenza delle informazioni sul prodotto con la modalità dell'urlo da supersconto, questo non ha dato credibilità alle azioni.

Ben vengano trasparenza, tracciabilità e rintracciabilità sia tramite in codice che in 2.0 ma che sia reale, un mezzo che serve per ridurre la "distanza" tra chi produce e chi consuma. 



martedì 9 giugno 2015

Acqua di Bambù, tutta salute a basso impatto ambientale

Il marketing delle acque minerali è tra i più interessanti e anche divertenti, lasciando da parte le acque  e fonti miracolose d'origine religiosa, negli anni questo blog ha visto giustificare il mark up dell'acqua con le idee più strampalate ma che riuscivano a fare presa nell'immaginario collettivo.

Come Acqua Vitasnella che ti faceva diventare snella, l'acqua delle zero calorie, incredibile si e no, è stata per un certo periodo l'acqua più venduta in Italia.
Come non ricordare aqua therapy, cioè quelle acque che con l'aggiunta di integratori erboristici avrebbero potuto fare scendere il colesterolo e curare i capelli.

Poi ad un certo punto hanno smesso di parlarci della proprietà curative (perche non c'erano) e sono arrivate le acque psico somatiche, cioè quelle acque dalle proprietà difficilmente dimostrabili, acque rilassanti come actilife, acque tipo neuro sleep acqua che stimolava il sonno, acqua neurogasm l'acqua che stimolava l'orgasmo, non si sa se di chi la comprava o di chi la vendeva.


Molte di queste acque sono state ritirate dal mercato, ora le aziende hanno iniziato una nuova fase proprio per cavalcare quel concetto di naturale a cui i consumatori sono molto sensibili e sono cosi arrivate sul mercato l'acqua di cocco e l'acqua dalla linfa d'acero. La novità è che questo mese di Giugno in Canada e a breve sul mercato usa, arriva l'acqua di bambù ( Bamboo water).


Chi non vuole sentirsi come un Panda? Eccolo in foto il Panda, non vi dico quanti soldi ho pagato per il biglietto d'ingresso ad Hong Kong per vedere il Panda e lui dormiva della grossa, ho visto cosi il Panda Rosso. Il bambù è associato nell'immaginario collettivo al Panda che è uno degli animali più simpatici, più volte si è detto che il problema dell'estinzione dei Panda era legato alla scomparsa delle piante dei bambù (se le beviamo noi il panda cosa mangia?).


Marketing copia e incolla

Intanto è partita l'operazione di marketing che attualmente è identica in tanti nuovi prodotti che abbiamo visto, operazioni copia e incolla, non compare mai dietro un industria, cosa alquanto strana, inizia una raccolta fondi on line, una crownfunding di un signore, un self man, che era stato abbandonato nella foresta delle Filippine e si è salvato grazie ai bambù, alla linfa contenuta al suo interno, la stessa cosa era stata detta da quelli dell'acqua di cocco, abbandonato sull'isola deserta era riuscito a sopravvivere grazie all'acqua di cocco, la stessa cosa dell'uomo perso nella foresta d'aceri con acqua di linfa d'acero.

Un appello a tutti quelli che abbandonano poveri malcapitati in giro per il mondo, potreste cortesemente abbandonarli in un suk di Marrakesh o in mezzo al deserto senza oasi la prossima volta? Non se ne può più ogni tanto spunta qualcuno abbandonato che torna con qualche pianta e qualche ritrovato di sopravvivenza per fare soldi.

Pensate come sono sfigato nella vita, non mi ha abbandonato mai nessuno, ma una volta da piccolo ho cercato di scappare, mi hanno ripreso subito, nemmeno il tempo non dico d'arrivare in un bosco ma nemmeno in giardino!


Acqua di Bambù (bamboo water)

In realtà l'acqua di bambù è acqua a cui viene aggiunto dello zucchero di canna e dell'estratto di bambù, un liquido verde che si forma all'interno delle foglie, più acido citrico. Più che parlare di Bamboo Water io parlerei di bevanda, siamo al limite della formula di una gassosa ma senza bollicine.
Il signor Villanis co fondatore dice che estratto di bambù ha proprietà antiossidante, antimicrobica e persino effetti anti-alitosi  e sostiene che in futuro si prodigherà a dimostrare gli effetti benefici del bambù, avrebbe secondo me più senso se gli effetti benefici gli dimostrerebbe prima di metterlo in commercio che dopo.

La notizia on line vaga cosi si sono aggiunte proprietà antitumorali, anti-infiammatori e anti-ansia (siamo certi che prossimamente si aggiungeranno proprietà afrodisiache e dimagranti), pare che nella medicina tradizionale cinese il bambù venga usato per combattere i sintomi da raffreddamento, utilizzato come antiinfiammatorio e come integratore a tutto campo.

Secondo chi lo ha provato il gusto ricorda molto il tè verde, sicuramente è un prodotto da grande impatto emotivo, per l'associazione d'idee bambù e panda, un prodotto che strizza l'occhio a Oriente, visto anche la considerazione che il Panda ha in Cina, mi spiace per il Villanis ma conoscendo la Cina e i cinesi la sua azienda di bevanda di Bambù che per ora è unica al mondo, non lo rimarrà per molto.

Una solo nota i produttori dichiarano che il prodotto è in totale rispetto dell'ambiente e dell'economia verde sostenibile, ma dove vanno a impiantare il bambù? In Canada! Ora è un po' come se io impiantassi una coltivazione d'acero o una coltivazione di Mango in Svizzera, certo che è naturale ma posso considerarla una pianta locale?

Vedremo schiere di consumatori abbandonare l'acqua di cocco per l'acqua di bambù?

Intanto però una strizzata d'orecchie alle aziende europee per la mancanza di fantasia e creatività, per non sapere intercettare un mercato d'allocchi ma sempre un mercato è.

Invece che importare acqua di cocco, acqua di linfa di bambù o d'acero, non possiamo anche noi fare dell'acque tipo acqua di licheni della Lapponia, rugiada del mattino dei fiori di camomilla, acqua di linfa di stella alpina, acqua di foglie di lamponi, pensare che esiste veramente pertanto non c'è bisogno neanche d'inventarla acqua ai fiori di sambuco, un acqua che dalle mie parti viene addizionata con dello sciroppo di sambuco (fatto immergendo i fiori di sambuco in uno sciroppo d'acqua e zucchero), che oltre ad essere molto dissetante ha proprietà immunostimolanti.

Certo manca il fascino esotico, una componente da non sottovalutare per un prodotto come la bevanda, se invece di Sambuco della Valle d'Isarco fosse Sambuco dell'isola di Java, sicuramente avrebbe una considerazione diversa

Fonte : Drink Bamboo , Facebook Bamboo water

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sabato 6 giugno 2015

Alimentazione senza glutine non ha benefici in termini di risultati sugli atleti?

Sono diversi anni che seguo l'evoluzione dell'alimentazione senza glutine, oramai è divenuto un regime alimentare molto alla moda, tanto che più di un atleta ha dichiarato che dopo avere modificato l'alimentazione con una dieta senza glutine le prestazioni sono migliorate.

Bisogna secondo me distinguere, se un atleta scopre d'avere la celiachia, modifica l'alimentazione, sta bene e ha dei buoni risultati atletici, oppure se un atleta che non è celiaco, modifica la propria alimentazione in un'alimentazione senza glutine, e ottiene delle migliori prestazioni sportive, sono due cose distinte.

A fare un po' di parziale chiarezza  è uno studio pubblicato sulla rivista Medicine and Science in Sports and Exercise dove si sottolinea che scegliere una dieta senza glutine non si trasforma in un vantaggio atletico.


Lo studio ha preso in esame ben 13 ciclisti, senza malattia celiaca a cui hanno dato una dieta senza glutine per una settimana e per la settimana dopo una dieta con glutine.
In entrambe le settimane oltre a test alimentari e fisici gli atleti si sono sottoposti ad analisi del sangue dei indici infiammatori.

Confrontando i dati delle due settimane non sono stati riscontrati delle differenza i test atletici sui sportivi in bicicletta, hanno dato i stessi risultati come gli esami del sangue, se vogliamo vederla da un altro punto di vista possiamo dire che l'alimentazione senza glutine offre le stesse performance dell'alimentazione con glutine.


Il limite di questo studio è avere preso degli atleti senza celiachia, questo perché nel caso in cui non si è conoscenza dell'intolleranza o della sensibilità al glutine ci sono dei sintomi che possono non fare sentire gli atleti in buona condizione fisica e queste può tradursi in un cattivo risultato sportivo, sarebbe stato più interessante un confronto con atleti con celiachia, in secondo luogo il tempo del test, una settimana è secondo me poco per vedere dei benefici in termini di performance sportiva.

Con l'aumento dei numero dei praticanti dell'attività fisica, si sono diffuse anche pratiche distolte, c'è stato un vero e proprio boom di appassionati sportivi che sono passati alla dieta senza glutine, pensando di migliorare le loro performance.

Attenzione anche se l'alimentazione senza glutine potrebbe stimolare un'alimentazione più varia in alcuni gruppi d'alimenti, non è detto che questo possa essere una scelta corretta per l'atleta, certo magari una dieta che spinge a mangiare più frutta e verdura è meglio di una dieta ricca di carboidrati e grassi.


L'alimentazione senza glutine statisticamente ha un aspetto divertente, consentitemi il termine, quelli che potenzialmente hanno la celiachia non lo sanno e lo vengono a scoprire tardi, mentre il 50% di quelli che acquistano i prodotti senza glutine non sono intolleranti e nemmeno sensibili al glutine.

La maggior parte di coloro che eliminano il glutine dalla dieta senza che abbiano la celiachia, alcuni lo fanno per moda, altri perchè suggestionati, alcuni perchè convinti che sia più facile non aumentare di peso, ma c'è un piccolo gruppo che la fa perchè seguono dei nuovi regimi alimentari, che invitano ad eliminare il glutine dalla propria dieta, regimi che non sono riconosciuti dalla medicina ufficiale ma che vedono in alcuni alimenti una fonte di peggioramento delle loro condizioni di salute.

Intanto al momento grazie  a questo studio sappiamo che chi non è celiaco se segue un alimentazione senza glutine per breve tempo non migliora le performance sportive, può sembrare banale ma di questi tempi con tutte le informazioni distolte che ci sono sul senza glutine è un punto di partenza.

Riferimenti: Lis, Dana; Stellingwerff, Trent; Kitic, Cecilia M.; Ahuja, Kiran DK; Fell, James No Effects of a Short-Term Gluten-free Diet on Performance in Nonceliac Athletes. Medicine and Science in Sports and Exercise May 2015

venerdì 5 giugno 2015

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ringrazio il post di la cucina di esme che mi ha aiutato