venerdì 30 dicembre 2016

Made in Italy amaro, giovani che emigrano e aziende che producono altrove

Qualche giorno prima di Natale due notizie hanno acceso polemiche sui media, apparentemente sono due notizie diverse, nella realtà sono due facce della stessa medaglia: il lavoro.

Il Ministro Italiano un certo Poletti, che non avevo mai sentito prima, sui giovani che vanno a lavorare all'estero, dice "è meglio non averli tra i piedi".

Dichiarazione alquanto infelice, vergogna nessuna speranza di dimissioni, come Renzi non fece dimettere la Ministra Lorenzin e queste cose gli elettori non le dimenticano, mio caro Poletti e mio caro Gentiloni.

L’azienda Barilla una multinazionale alimentare con produzione oltre che in Italia in Grecia, Turchia, Usa, Messico, contestano il decreto che vuole rendere obbligatorio l’indicazione in etichetta dell’origine della materia prima per la filiera del grano e della pasta.

L’azienda sostiene che l'origine grano italiano non è sinonimo di qualità del prodotto pasta.



Dai fasti degli anni '80 alla vendita delle aziende simbolo del Made in Italy

Torniamo indietro di qualche anno, qualcuno ricorda gli anni '80 in cui l'abbigliamento Made in Italy porta l'industria italiana al centro del mondo, un sinonimo di qualità, di gusto, d'arte del lavoro. Tutto veniva prodotto in Italia dal disegno dei tessuti, allo studio dei modelli e alla realizzazione nelle sartorie.

Dagli anni '90 inizia l'epoca della delocalizzazione industriale. Le aziende spostano tutte le fasi del lavoro all'estero mantenendo in Italia solo la progettazione delle collezioni.

Nel giro di pochi anni la moda italiana non è più leader del mercato, perde quel valore aggiunto che era il risultato di tutta la filiera dal tessuto al vestito, la delocalizzazione ha di fatto cancellato la filiera di produzione, ha disperso l'esperienza e la conoscenza e oggi il settore arranca.

Ora sembra che questo percorso tocchi al settore alimentare, nonostante si è cercato di fare ricorso ai marchi Dop e Doc per vincolare le aziende al territorio o meglio per vincolare la filiera di produzione al territorio.

Con il bene placito di leggi e norme non sono poche le aziende che spostano le lavorazioni in altri paesi, famosi i casi di un azienda di confetture che produce all'estero nei paesi dell'est, salumi in Slovenia e Ungheria, mentre pochi sanno che è il Brasile il più grande produttore di Panettoni.



Emigrazione grande amarezza

In un momento in cui tutto quello che è italiano dal punto di vista alimentare è considerato un prodotto di qualità, come mai n Italia si è tornati ad emigrare come negli anni '20? Il settore alimentare non genera occupazione? Non viene fatto in Italia?

Il fenomeno dell’emigrazione italiana degli ultimi anni è talmente esteso che la comunità d'italiani a Londra è grande quanto il numero degli abitanti della città di Verona, così Londra potrebbe essere classificata tra le principali città italiane.

Io che ho mia figlia e due nipotini nei Paesi Bassi, nel piccolo paese dove vive, ho conosciuto i gestori del bar del paese una famiglia originaria della provincia di Pescara, grazie ai quali ho avuto la possibilità di conoscere comunità italiana d’emigranti.

Più che un sentimento di nostalgia verso il proprio paese, c’è amarezza, un senso d’esclusione, si sentono messi da parte, non solo per la distanza ma dal punto di vista legale.

Chi non c’è ha sempre torto, cosi sono stati privati legalmente anche di terre e case nei paesi d'origine, certo avevano solo un valore affettivo ma si sono sentiti espropriati del valore d'identità culturale e della loro memoria storica.



Importanza della filiera produttiva che genera valore economico

Barilla è una multinazionale e difende il suo interesse, molto probabilmente sulla qualità della farina e del grano prodotto in Italia oggi, ha forse anche ragione. Questo è accaduto perché è stata cancellata quella che era la filiera di coltivazione e produzione dei cereali tra cui il grano.

Anche se negli ultimi anni c'è stata una riscoperta della coltivazione del grani in particolare di quelle varietà che si pensavano perse e che piccoli produttori sono tornati ad coltivare di nuovo.

Se Made in Italy è un marchio e un valore, questo deve essere utilizzato solo per prodotti che si producono in Italia, non che producono aziende italiane all'estero.

Estenderei anche l'obbligo di una una buona percentuale di prodotto con materia d'origine italiana, altrimenti non si sviluppa ricchezza nel paese, non tutto si produce in Italia ma bisogna difendere l'origine della materia prima e del luogo di produzione.

Se un azienda Italiana o una multinazionale vorrà produrre all'estero liberissima di farlo ma che versi un' indennità, perché fare un prodotto riconosciuto come italiano all'estero è un danno sia economico che sociale, vuole dire meno occupazione, meno tasse con la conseguenza: d'avere aziende ricche e italiani poveri.



Qualcuno dirà ma non si produce abbastanza grano in Italia, è vero ma questa non è una ragione per utilizzare solo ingredienti che provengono dall'estero. Allora bisogna differenziare il prodotto italiano fatto in Italia con ingredienti che arrivano dall'estero e quello fatto con ingredienti d'origine italiana.

Questa segmentazione non basta bisogna aggiungere i prodotti della tradizione italiana realizzati da aziende italiane all'estero o da aziende non italiane con ingredienti non italiani (come nella foto la pasta spaghetti e vermicelli fatta in Turchia e Tunisia).

Facciamo l'esempio dello yogurt greco, tutte le aziende multinazionali fanno yogurt greco, tutte fanno vedere l'immagine delle isole greche del sole e del mare, non c'è nulla di greco in quel prodotto, alla Grecia non arriva nemmeno un centesimo d'euro, ma tutti ne sfruttano la fama, pensate i greci come sono contenti, bisogna fare in modo che non accade questo anche in Italia.




Sintesi

Al Ministro Poletti si ricordi che deve essere Ministro di tutti gli italiani anche quelli che vivono all'estero e non li raccomanda nessuno. 

Barilla mi auguro che investi anche in Italia, se ritiene che pasta con grano italiano non sia sinonimo di qualità, punti la comunicazione solo sul marchio Barilla eliminando qualsiasi riferimento all'Italia e alla tradizione alimentare italiana, per amore del cielo nessuno italiano vuole danneggiare l'immagine di Barilla ci mancherebbe altro.

Quello che genera la ricchezza in un paese non sono le aziende multinazionali ma quando la filiera di produzione o per lo meno la maggior parte è tutta nello stesso paese, crea economia sul territorio e nello stesso tempo rende un prodotto unico e non replicabile, altrimenti diventa un prodotto realizzabile ovunque e perde valore, la Coca Cola e lo Yogurt Greco si possono fare dappertutto il Parmigiano Reggiano e il Brunello di Montalcino speriamo di no.

NB Auguri di Buon Anno 2017, aprirò con un post più simpatico il nuovo anno cosi non rimpiangeremo il vecchio

domenica 25 dicembre 2016

Auguri di Buon Natale

A tutti quelli che oggi passano sul blog i miei migliori auguri di Buon Natale, martedì riprenderà la normale programmazione.

lunedì 19 dicembre 2016

La pubblicità del Panettone Motta non vegano, il pranzo di Natale con l'ansia

Parliamo ancora di pubblicità dopo Ferrero al centro dell'attenzione e delle polemiche è la pubblicità del Panettone Motta.

La polemica è partita dal malumore generato nella comunità vegana che si è sentita presa in giro per alcuni alimenti citati nello spot.

Dal mio punto di vista questa polemica è anche un po' voluta, parlate male di me ma parlate in ogni caso.




I tempi cambiano, tanto che quest'anno il grande premio per chef Bocuse d'Or, che si svolge ogni due anni a Lione, sarà tutto a base di un menù vegetale al 100%, senza proteine animali, senza uova, senza , latte, senza burro o gelatina di maiale o pesce.

Rappresenta un forte cambiamento, per tradizione e cultura gastronomica della città di Lione questo è sempre stato un premio dove le preparazioni a base di carne hanno sempre avuto una grande rilevanza. Si sta modificando l'approccio culturale anche a livello professionale degli chef, penso che questo tema rappresenterà una sfida per i concorrenti.

Una tendenza genera sempre una contro tendenza, realtà che convivono, più forse che nuove ricette senza proteine animali, bisogna rielaborare quelle ricette di quando eravamo poveri e i piatti con carne si consumavano solo in occasioni speciali.


Il panettone non vegano

Comunque io non sono vegano ma il panettone Motta non lo mangio perchè non acquisto dolci industriali, ma nel caso del panettone ne mangio solo qualche fettina di quello buono fatto in casa, sono più da Torrone per la gioia del mio dentista.

In qualsiasi caso lo spot illustra una tendenza oggi molto marcata ad una cucina d'eccessiva semplificazione, come le ricette su Facebook con ingredienti di grido con tempi di preparazione e cotture brevi magari al micronde dove tutto si prepara in 5 minuti, io neanche una frittata riesco a fare in 5 minuti.

Personalmente butterei acqua sul fuoco sulla polemica è Natale, bisogna però capire anche i vegani, il periodo delle feste è quello più duro, devono sopravvivere alla vista di capponi, zamponi, cinghiali, oche, faraone, tacchine, tortellini al prosciutto, panettoni tutte cose che non sono compatibili con il loro stile di vita e le scelte alimentari.

Amici vegani, per chi lo desidera ho visto in vendita anche Panettone Vegano con zucchero di canna integrale, fibra d'avena e proteine di soia, il mio consiglio è di farsi un dolce proprio per Natale.

Amici del Panettone Motta voglio dire che è vero che chi è Vegano non comprerà mai un Panettone Motta però ci sono anche altri modi per indicare che un panettone fatto con ingredienti tradizionali.


Sale il disagio e l'intolleranza per tutti i senza

In tutto questo però c'è qualcosa in più, non è solo un po' di polemica per pubblicità gratuita. Da una parte abbiamo chi abbraccia con naturalezza questa nuova tendenza dei senza latte, uova e zucchero e chi invece rimane fortemente legato al gusto più tradizionale.

L'altro giorno era la supermercato nel reparto salumeria una signora, un po' come dire da bella figura di buona forchetta, prima di me dice al salumiere:
Signora: Scusi che vuole dire che avete salame senza glutine?
Salumiere: Un salame senza la presenza di eventuali ingredienti con glutine
Signora. Guardi non capisco nulla io voglio due etti di salame buono ma con dentro tutto, nessun senza, con tutto quello che ci vuole per fare un buon salame!

Mi è venuto da ridere, perché oggi la grande offerta gastronomica ci ha fatto perdere la riconoscibilità del gusto di un prodotto alimentare, c'è il salame senza glutine ma anche il salame vegano senza carne, salame di tacchino senza carne di maiale, salame senza pepe, salame senza sale o meglio a ridotto contenuto di sale, ecc

Questo si è trasformato in un disagio al momento d'acquisto, quale senza scelgo? Se prima bastava un salame per tutti in famiglia oggi se si è in 4 è possibile che bisogna scegliere 4 salami diversi.

Giuro l'ho visto in vendita acqua minerale senza glutine, ma da quando c'è il glutine nell'acqua minerale? Oppure acqua minerale vegana, che vuole dire? Ma perché? Com'è l'acqua vegana? Che non ha mai visto un pesce?

Ricordo una nota blogger qualche anno fa che diceva che lei l'acqua non andava a comprarla al supermercato e non beveva nemmeno quella del rubinetto, lei l'acqua andava a prenderla alla fonte del fiume Po, capisco tutto ma diciamo che non è comodissimo andare sul Monviso tutte le volte che si ha sete.

Sono passato in una pasticceria ieri e ho visto Marron Glacè senza glutine, c'è mai stato glutine nei Marron Glacè? 

Cosi una povera massaia si trova alle prese con tutte queste dizioni, che al super ti fa dire "Meno male che è senza latte, senza uova e senza zucchero che costa cosi tanto, se invece aveva latte e uova e zucchero quanto sarebbe costato di più !"



Lista della spesa con l'ansia

Oggi fare l'acquisto al supermercato ti mette l'ansia, è zigzagare tra tutti i cartelli senza, per esempio se volete acquistare un pacco di biscotti, biscotti senza uova, senza latte, senza burro, senza margarina, senza grassi idrogenati, senza grassi parzialmente idrogenati, senza olio di palma, senza farina, senza zucchero, biscotti senza biscotto quello che a Napoli chiamano pacco, doppio pacco e controfagotto.

Quest'anno dovevo organizzare la cena del mio reparto per fare gli auguri di Natale, 30 persone tutti hanno richiesto ricette senza: senza sedano, senza cipolla, senza aglio, senza olio, senza burro, senza farina, senza kiwi, senza mango, senza carota, senza prezzemolo, senza rosmarino, senza pasta, senza carne, senza pesce, senza frutta, senza verdura.

Dopo avere cambiato il menù più volte, mi sono detto li porto in pizzeria, e se non vi piace neanche la pizza ordinate qualcos'altro, anzi se continuate a rompere vi porto da Mcdonalds e vi faccio anche gonfiare i palloncini.

Ma la bastardata più bella sarebbe se li porto a casa mia, fa da mangiare mia suocera, che è di Ginevra, sa fare solo tre cose in cucina, la zuppa di cipolle, la salsiccia di barbabietole e patate (più vegano di cosi) e la fonduta di formaggio con la grappa, vi sfido al alzarvi da tavola sobri, lì per lì sembra niente, ma racconterete tutto senza che nessuno vi abbia chiesto nulla.

(NB mia suocera dice che lei beve solo champagne, perchè l'acqua le rimane sullo stomaco, non la digerisce)

Va bene il rispetto dei gusti, il rispetto dello stile di vita personale ma cercate un po di venire incontro anche a qualche massaia disperata che cerca solo d'organizzare un Pranzo di Natale.


Se si sceglie un alimentazione vegana e vegetariana tutto il rispetto, sono scelte anche molto interessanti ma perchè mangiare la brioche vegana, il salume, vegano, essere vegani è un altro stile di vita, altri ingredienti che non nemmeno paragonabile ai tradizionali, è questa la loro ricchezza dell' alimentazione.

Sui panettoni oggi veramente a livello d'ingredienti c'è di tutto e di più come parmigiano con menta e rosmarino, panettone alla melanzana e bacche di goji, panettone alla mostarda, mandorla e fava tonka, panettone allo zenzero, curcuma ed amarena, dei gusti che lasciatemi dire sono decisamente discutibili. 

Ma non mettiamo limiti alla creatività dei pasticceri, per amore del cielo ma alcune ricette forse richiederebbero un minimo in più d'attenzione per il senso del gusto, andare fuori dalla tradizione perché no ma con il rispetto del buon gusto.


lunedì 12 dicembre 2016

Pubblicità Ferrero per Natale 2016, cosi cosi

Graziella C, Roma : Hai visto i nuovi spot di Ferrero? Cosa ne pensi?
Antonio D. Cagliari Ho visto che spesso recensisce le pubblicità alimentari, come le sembra quello dei Ferrero Rocher e della qualità di Ferrero ?

Ringrazio i lettori per avermi segnalato i nuovi spot della Ferrero, cosa ne penso?

In questo periodo prima del Natale i nostri amici di Ferrero, si stanno dando un gran da fare a livello di comunicazione, d'altronde se non li vedi adesso i Ferrero Rocher, quando conti di venderli? A Ferragosto?

Per i prodotti dolci il periodo Natalizio è il periodo di punta di tutto l'anno, così tanta comunicazione ha lo scopo di spingere le vendite nel modo migliore possibile.

Io su vostra segnalazione ho visto  le due comunicazioni, uno sui Ferrero Rocher, l'altro più istituzionale su un "certa" qualità. In Tv ci sono però più spot su tutti i prodotti Ferrero dal Kinder alla Fiesta, praticamente per la pubblicità dovremmo fare incetta solo di snacks Ferrero per Natale!


Pubblicità Ferrero Rocher

Il primo spot, che vede protagonista i Ferrero Rocher, vuole associare la creazione del prodotto all'arte italiana, "assapora la bellezza" non mi ha molto convinto.

Nello spot su Firenze si vede che il creativo del Ferrero Rocher si è ispirato nella creazione del prodotto osservando le statue maschili classiche.

Che cosa avrà mai ispirato di piccole e di tonde i Ferrero Rocher quelle statue?  Mah!

C' è sempre qualcosa di troppo nello spot, come l''immagine della Pasticceria Ferrero stile anni '50 che io sappia non è mai esistita, il prodotto lo si vende al supermercato, però al prezzo di una pralina al cioccolato e nocciola di una pasticceria artigianale.

I Ferrero Rocher sono un prodotto ideato negli anni '80, sarebbe stato più pertinente inserirlo nella propulsione creativa dell'arte di quel periodo ( Andy Wharhol , Keith Haring) , piuttosto che ambientarlo tra l'arte del Rinascimento dove non c'era nemmeno il cioccolato.

Poi comprendo che si aperta un' opportunità da sfruttare dal punto di vista della comunicazione, la serie televisiva dei Medici, il film la La Grande Bellezza di Sorrentino, ma come dire ... cosa c'entra con i Ferrero Rocher?

La qualità prima di tutto nei prodotti snack

Parlare di "qualità" è un concetto difficile, l''attenzione dei consumatori o meglio di quei consumatori che se lo possono permettere, è più rivolta alla qualità dei prodotti che si consumano tutti i giorni come frutta e verdura, carne, pesce, parlare di qualità di uno snack è un po' un controsenso, perchè ci si dovrebbe preoccupare della qualità di uno snack che si dovrebbe mangiare solo ogni tanto?


Il concetto di qualità del produttore e del consumatore non è uguale

Il concetto di qualità può essere diverso da quello che intende un azienda a quello che intende il consumatore. Il produttore pone attenzione alla lavorazione, al costo della materia prima, il consumatore guarda l'aspetto nutrizionale, la presenza d'additivi, il rapporto costo / beneficio. Dal mio punto di vista non è importante quello che Ferrero ritiene che sia qualità ma quello che pensa sia di qualità il consumatore.

Lo spot incentrato sull'olio di palma e non sui prodotti

Lo spot mandato in onda ricorda lo spot che venne fatto da un azienda dopo lo scandalo della carne di cavallo, mi ricorda " il ragù come la fai tu ma un po' più grande".

Lo spot non è felice perché sembra che ricalca contesti già visti, quell'immagine dei lavoratori, sembra messa li per dire se non mi compri il mio prodotto mi trasferisco in Russia e li licenzio!

È come se Barilla nei spot del Mulino Bianco invece che fare vedere Banderas che prepara i biscotti, mette Antonio Banderas a mungere le mucche oppure ancora meglio Antonio Banderas in un campo di barbabietole, tu pensi che sia andato in camporella, invece va avanti e indietro a grattugiare barbabietole per fare lo zucchero.

Mulino Bianco fa i biscotti non le barbabietole per lo zucchero, per questo fanno vedere Banderas che impasta i biscotti, capite amici di Ferrero perchè non ci siamo?

Nello spot sembra che producano olio di palma e non crema al cacao e nocciole, campi estesi di coltivazione di palma, fa venire più il dubbio che hanno delle piantagioni d'olio di palma e quindi devono sostenere non il prodotto ma l'ingrediente altrimenti gli va a male l' investimento. Non sarà sicuramente cosi ma è quello che mi viene in mente guardando lo spot!


Nella tradizione della Dieta Mediterranea, l'olio di palma?

Esiste una contraddizione di fondo che rischia di generare parecchia confusione negli ascoltatori, italianità è anche dieta Mediterranea, Ferrero ha più volte implicitamente fatto presente che mangiare a colazione la crema al cacao e nocciole è tradizione della cultura della dieta mediterranea ma allora cosa c'entra olio di palma nella dieta mediterranea?

A questo punto perché no anche l'ananas e il mango, è chiaro che viviamo in un mondo globalizzato, anche il cacao non fa parte della cultura mediterranea, però se in uno spot insisti sulla cultura tradizionale che t'ispiri alla storia del tuo paese, in un altro non puoi fare vedere che t'ispiri al sud est asiatico, poi io capisco che bisogna dare un colpo a un cerchio e uno alla botte.

La scelta di prodotti con olio di palma e senza olio di palma

Personalmente sono contento che c'è una maggiore disponibilità di prodotti senza olio di palma, lo avevano messo dappertutto finalmente ora posso scegliere tra prodotti con olio di palma oppure senza olio di palma, trovo che sia una cosa importante, dare la possibilità di scelta.

Personalmente non mi piace l'olio di palma, abbiamo una cultura del mediterraneo ricca d'ingredienti non abbiamo alcun bisogno d'aggiungere dell'olio di palma come ci viene fatto credere.

Come non piace tutta questa comunicazione promossa a più livelli da Ferrero sui benefici dell'Olio di Palma, dai link sponsorizzati ai pubbli redazionali a pagamento, (non bastavano gli articoli simpatizzanti ?) sembra d'essere al Circo con giocolieri, illusionisti e clown, si vede il peggio del peggio, sembrano i spot delle tisane per dimagrire!

Invece che raccontarci di quanto a noi fa bene olio di palma, raccontateci di quanto fa bene a voi!

Non comprendo perchè si vuole mandare un messaggio così sotto le feste? Quando il livello d'attenzione in genere è più basso!

Con tutte le cose che devo preparare per Natale a casa, riunire la famiglia, le recite dell'asilo, le recite a scuola, i regali da comprare e impacchettare, fare la spesa, governane le bisnonne, gestirmi le famiglie dei fidanzati delle mie figlie, preparare i pranzi e le cene, non c'è mica solo quella di Natale, vestirmi da Babbo Natale.

Quant' attenzione volete che una persona normale dedichi all'olio di palma! Non avete in Ferrero altro da fare sotto le feste?


Senza olio di palma una leva di marketing che fa vendere di più

Alla confusione io preferisco analizzare i consumi, che esprimono meglio la situazione in cui si trova Ferrero, in cui la Nutella è sempre più spesso in offerta (-29%), negli anni passati no lo è mai stata, che succede? Io ho provato delle creme alla cacao e cioccolato senza olio di palma molto buone  Prima se andavi al supermercato c'era la Nutella e basta , ieri sono andato in un supermercato c'erano dieci tipi di creme al cacao e nocciola e solo una con olio di palma.

Io non posso e non voglio insegnare niente a nessuno però questi mettersi in contrapposizione con i consumatori o meglio solo una parte, non penso che sia un atteggiamento positivo, indipendentemente dal torto o dalla ragione.

Sono arrivate sul mercato aziende molto più furbe hanno saputo intercettare la domanda del mercato, aziende che grazie allo spot "senza olio di palma" hanno tratto un profitto in modo molto semplice e diretto, tutto profitto sottratto a Ferrero è bene dirlo.

All'inizio sembra un non nulla farsi erodere piccole quote di mercato dai concorrenti quando sei leader del mercato, ma poi con il tempo che passa rischia sempre di più d'allargarsi a macchia d'olio fino a diventare un problema anche d'aziende solide.

Sintesi

Cosa ne penso? Dal mio punto di vista è importante che tipo di messaggio arriva al consumatore se confuso o chiaro.

Tanti spot oltre i due citati, personalmente arriva alle mie orecchie un messaggio frastornato, siamo sotto le feste, ci sono altre cose da pensare, ci sono alcuni aspetti della comunicazione che proprio non riesco a comprendere e nemmeno a condividere.

Da una parte si vuole rinforzare l'italianità poi da un' altra parte Ferrero International Sa ha sede in Lussemburgo e ha stabilimenti in tutto il mondo come Francia, Russia, Argentina, Australia, Brasile, Ecuador, Porto Rico, Canada e Stati Uniti. Tutti i prodotti venduti in Italia sono fatti in Italia precisano, noi ci crediamo, ma perché quelli venduti all'estero no?

Quello che io mi domando perché non lo so, se faccio un Biscotto di Novara in Portogallo posso dire che è un prodotto italiano? Se io faccio un Torrone a Rio de Janeiro, posso dire che è un prodotto italiano?

Sei una multinazionale e fai comunicazione come un'azienda locale puntando sul territorio e sulla tradizione? Penso che a livello di comunicazione dovrebbe dimostrare d'avere fatto un salto di qualità.

Posso dire che sotto le feste avrei puntato su altri argomenti più facilmente condivisibili, rispetto alla qualità dell'olio di Palma e l'assaporare della bellezza.

mercoledì 30 novembre 2016

Hamburger Docet

Quanto tempo abbiamo speso a parlare male del burger? A parlare male dei fast food? A parlare male del cosiddetto cibo spazzatura? Non è un pasto completo, non è sano, fa male all'ambiente, eppure nonostante il passare degli anni e il numero dei vegani e dei vegetariani in crescita, la cultura dell'hamburger o del burger che dir si voglia è più che mai in ascesa.

Tra le novità dei trend che bisogna registrare nel 2016, c'è la diffusione del burger con le patatine nella ristorazione classica con servizio al tavolo per intendersi.

Inoltre sempre di più aprono punti di ristorazione che hanno come protagonista hamburger ma non sono Mcdonalds o Burghy sono dei ristoranti d'elite con servizio al tavolo, spesso adoperano la definizione di Burger Bar o Burger Restaurant.

Osannati chef  lo propongono nel proprio menù, tra risotto al tartufo e ostriche gratinate, cosa si nasconde dietro la scelta di un burger?

Il marketing parte dai ragazzi per influenzare gli adulti di domani

Credo che solo ora è percepibile di quanto la cultura del burger influenzi le scelte alimentari. Se da bambini o da ragazzi ci si abitua a mangiare alcuni cibi questi nonostante l'evoluzione del gusto personale, rimangono nelle nostre abitudini e nelle nostre scelte.

Per questo le aziende sono tutte concentrate a imporre e influenzare i gusti e le scelte dei minori.

Le nuove formule di ristorazione di hamburger sono rivolte a quella generazione cresciuta a burger, adolescenti d'ieri e adulti d'oggi, che nonostante sia cambiato il loro ruolo sociale e le possibilità economiche sono tutt'ora influenzati da questo modello alimentare.


La diversificazione degli ingredienti e le proposte gourmand

Ora sei adulto e non vai più da Mcdonalds ma preferisci il ristorante con il cameriere al tavolo, che cosa ordini? Hamburger e patatine fritte.

Certo non è più quello di Mcdonalds è un hamburger dove puoi scegliere la provenienza della carne di manzo che arriva dall'Argentina, ho visto persone richiedere hamburger di Chianina, hamburger di Black Angus dall'Irlanda, hamburger di manzo Kobe giapponese.

Anche gli altri ingredienti proposti nella ristorazione hanno subito un evoluzione, il pane stesso può essere integrale, di farro, senza glutine, misto cereali-

Non da meno l'insalata può essere diversa insalata romana, icerberg, misticanza, lattughino, e perfino il formaggio dal gorgonzola al cheddar.

Nonostante la scelte d'ingredienti diversi e decisamente di maggiore qualità non cambia la formula del pane con in mezzo una specie di polpetta di carne, beh si perchè anche le polpette che si fanno in casa stimolano a un maggiore senso del gusto rispetto al semplice burger.

La diversificazione degli ingredienti d'accompagnamento non basta più, c'è la diversificazione degli ingredienti, non più burger di carne perchè può essere anche di pesce, ebbene sì hamburger di tonno, hamburger di salmone, hamburger di merluzzo

C'è anche il burger vegano, hamburger fatto per i legumi e le verdure come i ceci oppure gli ortaggi come le fave e gli asparagi o quinoa e zucchine.


Omologazione del gusto e della forma nell'offerta gastronomica

Mangiare hamburger diventa sempre più trend, questo è il dato di fatto e tutto è divenuto burgabile, anche le confezioni di formaggio, insalata e salsa sono tutte fatte i modo che siano delle dimensioni adatte ad un burger.

Aspetto più divertente è stato ieri in un ristorante che mi hanno servito tartare di pesce a forma di burger, questo per dire di come è consolidata l'idea nella nostra mente del burger, sia come proposta di ristorazione ma anche come forma
Cameriere: Guardi che bello, è a forma di hamburger!
G.. Proprio bello! Io ordino Ricciola di pesce apposta per vedere la forma di burger

Questa cosa mi spaventa, nel senso che ogni tanto speri che ci sia un evoluzione, tutta questo nuovo sapere sull'alimentazione speravo potesse favorire delle scelte più consapevoli, delle scelte più varie per dei pasti più ricchi e completi, invece ci ritroviamo con hamburger e patatine fritte servite al tavolo!

Sintesi

La ristorazione che ha come protagonista il burger è comparsa in Italia agli inizi degli anni '80, chi non ricorda la moda del paninaro, che ha spinto l'apertura dei fast food, formule per mangiare a tutte le ore. 

Oggi questa proposta si è evoluta entrando nella ristorazione classica con servizio al tavolo.

Inserimento del burger nei menù ha cannibalizzato tutte le altre scelte di carne dalla semplice fettina, alla cotoletta alla milanese, allo spezzatino, all'arrosto, ha di fatto sostituito altre preparazioni anche più ricche di gusto.

Quello che in tutto il mondo è considerato il paese della pizza e della dieta mediterranea è sempre più paese di burger.

Mi piace sottolineare che la cultura del burger ha veicolato il consumo maggiore di bevande zuccherate, delle patatine fritte e della salse per accompagnare carne e patatine come ketchup nella quotidianità.

Più calorie, più sale, più zuccheri, più grassi, in particolare grassi saturi nell'alimentazione che uniti a cattive abitudini può facilmente contribuire alla diffusione di quelle patologie che sono influenzate dall'alimentazione.

Sono convinto che non si tratta d'evoluzione di consumo ma d'involuzione, una ricerca del gusto e del sapore che ha comportato una minore scelta nei menù, un' omologazione del gusto e un'uniformità dell'offerta, dove tutti possono facilmente considerarsi chef girando un burger preconfezionato sulla piastra.

lunedì 21 novembre 2016

Dal Fertility Day al Fertility Room

Se questo fosse un giornale di cronaca sportiva potremmo dire che la Lorenzin è in pole position, adesso non sappiamo se per vincere la gara o schiantarsi a 300 km/h.

Il fatto è che quando si lancia una "stupidera" mediatica poi è difficile fermarla qualsiasi ragionamento anche il più intelligente fatica a reggere il confronto.

Attualmente la "Ministra" è impegnata in una campagna che ha colto moltissime critiche autorevoli sulle quali non voglio aggiungere nulla ma è indice di un certo modo di fare politica quando sono carenti le qualità e la competenza.

L'iniziativa della Fertility Room è troppo divertente per non essere raccontata. Un assessore del comune d'Assisi in Umbria per un rilancio turistico ha pensato all'iniziativa Fertility Room cioè chi dimostrerà che dopo nove mesi dal soggiorno farà un bambino gli verrà rimborsato il pernottamento fatto nell'albergo o nell'agriturismo.

Nel post del Fertility day abbiamo evidenziato che l'Italia nell'Unione Europea è uno dei paesi con basso indice di natalità come è uno di quei paesi in cui l'economia cresce meno. Anche io, che non sono un genio, comprendo che è la mancanza di prospettive future economiche il vero motivo perchè si fanno meno bambini e non perchè si fa poco sesso. 

A me piacerebbe sapere come si fa a dimostrare che uno viene concepito ad Assisi e non a San Benedetto del Tronto? Qual'è il segno? Cosa fanno mettono lo stemma del comune d'Assisi sugli ovuli mentre ci si ferma per la notte? Mi auguro di no. I bambini che nascono devo avere tutti una voglia d'Assisi in una certa parte?
Come faranno le strutture ricettive? Avranno delle camere normali o delle Room apposite attrezzate che stimolino la coppia?

Cari amici d'Assisi voglio dirvi due cose, ma secondo voi basta un rimborso di cento euro per stimolare a fare un figlio? Sapete quanto costano i pannolini? Quanto costa un passeggino?

Permettetemi di dire che Assisi è una bella località, legata a San Francesco che parlava con gli animali, le piante e gli uccelli ma è un luogo carico di spiritualità, un rifugio spirituale più che un refugium peccatorum, come dire più dedito ai piaceri dello spirito che ai piaceri della carne (non sembra ma per fare un figlio un po' ci vuole).

Se una coppia ha voglia di ballare un "twist", Assisi non è la prima località che viene in mente, magari uno pensa di più a Saint Tropez, a Nizza, a Rimini,  a Capri, alla Costiera Amalfitana, a una Baita in Montagna in Alto Adige coperta dalla neve, per fare certe cose può essere interessante anche avere una cornice romantica, leggera, divertente magari anche un po' trasgressiva, un po' di pepe nella minestra aiuta.

Amici d'Assisi volete fare qualcosa per aiutare le nuove famiglie? Fate uno sconto alle famiglie con bambini piccoli, non fate pagare il letto aggiunto. Ogni anno fino ai 18 anni offrite un pernottamento gratuito piuttosto che il rimborso di una notte, allungate il braccino.
Secondo me se si vuole aiutare le coppie ed essere più motivate a procreare, si possono trovare delle formule come dire più felici per dare più sicurezza e tranquillità.


giovedì 17 novembre 2016

Leggere fa bene alla salute?

Antonia G, Cremona . ho visto che spesso cita nei suoi post libri da leggere, le volevo chiedere se leggere fa bene alla salute?

Premetto che non ho una libreria, non vendo libri e nemmeno una casa editrice, i miei sono più dei riferimenti bibliografici. Tuttavia ritengo che la lettura, indipendentemente se aggiornamento professionale o piacere, migliora la vita sempre e comunque.

Io leggo per curiosità, mi piace leggere e conoscere altri punti di vista, il mio più grande dispiacere è che con i tempo mi si è ridotta la vista. Ora devo adoperare sempre gli occhiali per leggere e questo mi distrae, non riesco più a leggere con la stessa costanza e piacere.

Ho cercato di mettere insieme quello che secondo me e secondo alcuni studi può contribuire a migliorare la salute attraverso la lettura.

Ridurre lo Stress
6 minuti di lettura al giorno possono diminuire lo stress del 70%, attraverso il rallentamento del ritmo cardiaco, tutti benefici che possono essere equiparati a una tazza di buon tè o all'ascolto della musica.

Migliora il sonno
Leggere delle pagine di libro sulla carta contribuisce a migliorare il sonno, dopo avere letto qualche pagine di un buon libro dormo meglio la notte.

Effetto benefico sui muscoli del corpo
Secondo alcuni studi leggere contribuisce ad avere meno dolori muscolari. Leggere non è come prendere un antiinfiammatori ma contribuisce a rilassare il fisico, i cui effetti benefici si distribuiscono anche ai muscoli del corpo che sono meno in tensione, mi riferisco anche quelle piccole infiammazioni spesso d'origine neurologica. Ricordate che i dolori muscolari, parte sono dovuti  a un problema fisico ma parte anche a un origine psicosomatica.


Stimolo della creatività
Leggere è un esercizio per il cervello ma in particolare per le persone creative, coloro che fanno un loro creativo o che praticano un hobby creativo. Più di uno studio ha dimostrato che la lettura almeno di 30 minuti al giorno stimola la creatività personale.

Migliora la capacità di concentrazione
Chi legge è più attento a quello che gli capita intorno nella vita quotidiana e riesce meglio a classificare riconoscere e valorizzare le informazione nel corso della giornata.

Solleva il morale
Leggere aiuta ad migliorare la propria maturità ed evoluzione personale, coloro che leggono soffrono meno di depressione e crisi d'ansia


Sviluppare empatia
In alcune strutture ospedaliere si pratica biblioteca terapia per approfondire meglio e imparare a gestire meglio il loro problema di salute nella vita reale.

Migliora il senso d'autostima
Uno studio dell'Università di Liverpool, sostiene che le persone che leggono almeno 30 minuti al giorno, sono più soddisfatti della loro vita e hanno un maggiore senso d'autostima.

Migliora la capacità di comprendere le emozioni degli altri
Quante volte capita di dire, io quello non lo comprendo perché agisce cosi. La lettura amplia gli propri orizzonti dell'esperienza personale e ci fa comprendere meglio le modalità d'agire degli altri, che non sono come le nostre, ogni persona risponde diversamente agli stimoli e problemi della vita.

Una mente più elastica
E' stato dimostrato che le persone che hanno l'abitudine di leggere libri hanno un cervello più elastico, perché migliora il pensiero analitico e il pensiero critico. Diversi studi hanno provato che chi legge risponde meglio è più  velocemente a stimoli esterni, sviluppa un migliore senso d'adattamento alle circostanze della vita di tutti i giorni, una maggiore velocità di risposta e di pensiero nell'affrontare situazioni inattese.


Una migliore memoria
Uno studio ha messo in rilievo che tenere una mente allenata, in particolare a memorizzare, aiuta a prevenire la malattia d''Alzheimer, quale migliore esercizio proprio la lettura.

Innamorarsi
L'amore è un sentimento che necessita d'esercizio e quale migliore esercizio della lettura (anche se sono certo qualcuno di voi pensa ad altro) Cito una frase dello scrittore francese Francois de la Rochefoucauld " Ci sono persone che non si sarebbero mai innamorate se non avessero mai letto dell'amore ".

Leggere allunga la vita
A prima vista potrebbe sembrare uno slogan, invece c'è uno studio dell'Università di Yale sostiene che coloro che leggono 3,30h a settimana vivono due anni in più, è molto possibile che leggere aumenta la speranza di vita: Io personalmente aggiungerei all'aumento della speranza di vita: la serenità.



lunedì 7 novembre 2016

La nutella non è una crema dolce da spalmare, è una confettura!

Che dite è un po' di tempo che non parlo dei nostri cari amici di Ferrero Nutella? Si saranno offesi? Avranno sentito la nostra mancanza? Dobbiamo ringraziarli d'averci risparmiato per qualche mese quelli "avvilenti" spot sulla prima colazione, speriamo che non ricomincino!

Si, perché si profila una nuova strategia commerciale di Ferrero sulla Nutella negli Usa al momento. Secondo i giornali americani, il colosso alimentare piemontese ha inoltrato richiesta alla FDA, di classificare la Nutella non come crema dolce da spalmare  ma come una confettura, per fare modificare le raccomandazioni nutrizionali.

Bisognerà vedere se la FDA avrà più senno dell' Unione Europea, quando purtroppo di parla di FDA e di Efsa, la ragione sembra non abiti da quelle parti.

Nutella diventa Confettura?

Va bene cari amici di Ferrero non c'è nulla di male, ognuno fa i suoi interessi, ma una confettura di che, scusate? Una confettura di zucchero? Una confettura d'olio di palma? Una confettura di latte in polvere? Perché le nocciole un po' difficile e dove si è mai vista una confettura con il 13% di frutta?

Cari amici di Ferrero, la crema al burro d' arachidi che tanto ha successo in America ha l'85% d' arachidi, capite? Potrebbe avere più senso denominare il burro d'arachidi come confettura rispetto alla Nutella con solo il 13% di nocciole!

Vendita a rilento perché non è prodotto salutistico?

Secondo me quello che Ferrero si pone è un falso problema, si sostiene che le vendite non vanno quanto atteso perché i consigli nutrizionali ne limitano l'uso.

Guardate amici di Ferrero se c'è un paese che non guarda i consigli nutrizionali questo è proprio gli Stati Uniti, altrimenti non si spiega la percentuali d'obesità.

Io ho vissuto qualche periodo negli Usa, più che essere portati ai prodotti salutistici, non nego che esistono delle comunità in California dove la corretta alimentazione conta molto, ma in generale sono tutti volti al piacere del gusto e al piacere delle papille.

In realtà c'è un gran consumo di cibi ricchi di grassi e zuccheri e nessun americano è disposto a rinunciarci. 

Il problema forse è che avete sottovalutato la concorrenza. Perché come qui in Europa anche negli Usa si sono moltiplicate la creme al cacao e nocciola da spalmare, con un livello qualitativo abbastanza interessante, con maggiori percentuali di nocciola e ingredienti diversi, dall'olio di nocciola all'olio vergine di cocco e senza olio di palma.

Se prima Ferrero contava d'agire su un "monopolio" oggi non lo è più, manca in America quel vissuto esperienziale (la Nutella che mangiavo da bambino) che a parità di prodotto in Europa ti fa scegliere Nutella mentre negli Usa ti fa scegliere altre marche e altri prodotti legati al piacere del gusto.

Vogliamo aiutare Ferrero per la Nutella a favore della salute?

Ma noi non vogliamo solo criticare vogliamo anche essere propositivi, se Ferrero vuole trovare delle motivazioni che interessano la salute per la popolazione americana gliele troviamo noi!

Potevamo scegliere argomenti facili e banali come il problemi delle doppie punte, potevano scegliere il problema delle calvizie, il problema dello smalto dei denti, il problema dell'alluce valgo, il problema dell'anca sbilenca e l'annoso problema dell'emorroidi. Noi non scendiamo a questo livello, non siamo dei professionisti nè seri e nè rispettabili, anche se crediamo che i benefici della Nutella in tutti questi casi siano innegabili.

La Nutella mette di buon umore
Tutti a dire non è vero, aspettate!
In un paese come gli Stati Uniti dove i farmaci più prescritti sono gli antidepressivi. Un paese dove il diritto alla felicità è un punto della costituzione americana. Avete mai visto la faccia di uno dopo avere mangiato la Nutella? Ha la faccia bella soddisfatta e felice.

Non vorrei dire ma il cacao, contenuto anche nella Nutella, è noto per il contenuto di serotonina e tiramina, da sempre riconosciute come utili contro la depressione e la crisi d'ansia.

La Nutella fa scendere i livelli di colesterolo
Tutti a dire non è vero, aspettate!
In un paese come gli Stati Uniti, dove se da noi sei in sovrappeso li vieni considerato un grissino. Ora con tutte le porcate, pardon gli alimenti ricchi di grassi e zuccheri che mangiano, la nutella in confronto è un cibo sano,  ma cosa volete che siano i due o tre cucchiaini di nutella , non saranno mica quelli che fanno diventare obesi e ipertesi gli  americani?

Non vorrei dire ma la nocciola, non contiene i fitesteroli quello che abbassano i valori della LDL? Quindi la nutella che è fatta anche di nocciola, non proprio tanto, può contribuire a normalizzare i livelli di colesterolo e cosi da prevenire le malattie cardiovascolari!

La Nutella risolve i problemi di stipsi
Tutti a dire non è vero, aspettate!
Uno dei problemi più diffusi in Usa è l'uso dei prodotti farmaceutici per aiutare l'intestino a svolgere il suo ruolo, Quindi se invece imbottirvi di compresse tutti i giorni, mangiate del pane integrale con un cucchiaino di nutella, qualche pera o mela con un cucchiaino di Nutella sopra siamo certi che vi migliora il transito intestinale e potete risolvere il problema di stipsi senza farmaci

Non vorrei dire ma le nocciole contengono fibre, che facilitano il transito intestinale e l'eliminazione delle tossine ( va beh non c'entra ma l'eliminazione delle tossine ci sta sempre bene).

La Nutella aumenta la misura del seno
Tutti a dire non è vero, aspettate!
Gli Stati Uniti sono il paese dove si registrano più interventi di modellamento del seno anche più di una volta nella vita, se invece mangiano Nutella tutti i giorni, aumenta anche il seno se poi si fanno spalmare la nutella dal marito, si sentiranno più belle, più oggetto del desiderio e non avranno necessità di un seno nuovo.

Non vorrei dire ma la Nutella aiuta a spostare il centro dell'attenzione, un seno nuovo è una richiesta d'attenzione della moglie verso il marito, e poi molto meglio qualche cucchiaiata di Nutella insieme che un' operazione chirurgica!

La Nutella per la felicità coniugale
Tutti a dire non è vero, aspettate!
Inutile dire che negli Stati Uniti si vendono il maggior numero di sex toys per il piacere individuale, è un indice negativo d'insoddisfazione della sfera privata con dei riflessi sulla sfera pubblica e sul lavoro. Il paese ha un tasso di divorzi tra i più alti al mondo
Un paese dove il numero di vendite delle pillole di Viagra supera quello delle bottiglie di Coca Cola.

Non vorrei dire ma alla base qualche problema deve pure esserci. Ci viene in aiuto lo scrittore Manuel Vasquez Montalban, che nel suo libro Ricette Immorali, suggeriva una ricetta al cacao, uno dei componenti della Nutella, che come dire favoriva ... come dire senza essere volgare? Non si può. La crescita del desiderio sessuale, no di più... circa ...  cosi non è proprio, leggete il libro che vi fate una cultura, che torna sempre utile, molto meglio che imparare a fare una Saint Honorè. .

Cosi la Nutella diventa la salvaguardia dell'Unione della Famiglia e del Matrimonio, se lo sa la Ministra Lorenzin la rende rimborsabile al 100% e obbligatoria più dei vaccini con il Cardinal Bertone come testimonial che distribuisce Nutella al Fertility day.

Ringraziando sempre i nostri amici di Ferrero per Nutella che ci forniscono degli ottimi spunti per fare un po' di sarcasmo e d'ironia per strappare qualche sorriso ogni tanto. 

Se l'intenzione è quella d'utilizzare il termine confettura, non ci sembra felice, non vorremo che in persone maligne e sospettose, nelle quali non mi riconosco, può fare pensare male. Invece noi consigliamo di mettere in rilievo i punti "positivi"di quanto la Nutella fa bene alla salute siamo certi che la FDA non può tirarsi indietro nel considerare la Nutella un vero toccana per la salute della società civile americana.


giovedì 3 novembre 2016

Qual'è il modo migliore d'assumere Vitamina C?


Luca V., San Vito al Tagliamento: Come è meglio assumere Vitamina C?

Lorella M, Terracina: Le spremute fresche d'arancia che troviamo al supermercato sono come quelle fatte a casa?

In questo periodo si moltiplicano gli articoli e i servizi in TV su come rinforzare le difese immunitarie per l'arrivo della stagione più fredda. 

Quello della prevenzione, se cosi si può dire, dei malanni invernali è un grande business in particolare per le aziende farmaceutiche. Il picco della vendite dei supplementi di vitamine e sali minerali coincide proprio con inizio dell'autunno, tra i più richiesti sicuramente ci sono i supplementi di Vitamina C.


Alimentazione o supplementi?

Per chi ha un'alimentazione equilibrata che include le cinque porzioni di frutta e verdure giornaliere, una possibile carenza di vitamina C è molto difficile.

Ci sono alcuni gruppi a rischio come i fumatori, gli etilisti e gli anziani con patologie croniche che per diversi ragioni possono avere avere una difficoltà a raggiungere i livelli raccomandati di vitamina C.

Siamo molto fortunati perchè negli ultimi anni siamo di fronte a una grande varietà d'agrumi, noti per il contenuto di Vitamina C. Quando io ero ragazzo bisognava attendere il giorno di Santa Lucia a Dicembre per vederli sui banchi del mercato.

Oggi sono in vendita varietà d'agrumi precoci già tra Settembre e Ottobre, sui banchi del mercato si possono trovare le varietà di mandarancio come Satsuma Miyagawa e le varietà di clementine come il Precocissimo, Caffin, Spinoso, Oronules disponibili dalle prime settimane d'Ottobre, tutte varietà coltivate in Italia.


Il contenuto di Vitamina C negli agrumi rimane più o meno simile, le clementine 54 mg /100g. mentre le arance 50 mg./100g. Gli agrumi non contengono solo vitamina C, non è corretto valutarli solo per il contenuto di Vitamina C ma anche per il contenuto di fibre, vitamine del gruppo B, calcio, antiossidanti, limonoidi, flavonoidi.

Il consumo quotidiano d'agrumi secondo diverse ricerche medico scientifiche è associato al  rallentamento della progressione del cancro, prevenzione delle malattie cardiovascolari, delle malattie celebro vascolari, della colesterolemia, non valutate gli agrumi solo per la prevenzione dei sintomi di raffreddamento. 

Grazie alle nuove varietà d'agrumi, c'è una maggiore disponibilità di una delle maggiori fonti di Vitamina C fino al primavera inoltrata, quando sono già disponibili più varietà d'altri frutti con alto contenuto di vitamina C come le fragole, ciliegie, i frutti di bosco e anche verdure come i pomodori.

Nel contenuto di vitamina C non vanno sottovalutati anche altri alimenti come i peperoni, cavoli., broccoli, tuttavia per via che la vitamina C è molto sensibile alla luce e al calore, il contenuto di vitamina C dopo la cottura di questi alimenti diminuisce in maniera più che sensibile.

Anche nei prodotti freschi la vitamina C con il tempo tende a diminuire, il momento di massimo tenore di vitamina C è alla raccolta, poi mano a mano che i giorni passano tende a diminuire.



Dalle spremute fresche alle bevande agli agrumi

In alternativa ci sono anche le bevande agli agrumi, il mercato in particolare è ricco di prodotti da bere ottenuti con il succo d'arance si va dalle spremute alla bevande.

Non tutti i prodotti sono uguali bisogna distinguere se arrivano dalle semplice spremuta d'arance oppure se da succo concentrato, è preferibile consumare prodotti da succo non concentrato.

Si distinguono inoltre anche dal trattamento subito per la conservazione, abbiamo per esempio spremuta da consumare entro 48 ore, non subiscono un processo di pastorizzazione, vengono in genere vendute insieme ai prodotti freschi

Ci sono poi le spremute che subiscono un processo di pastorizzazione flash e che permettono d'essere conservate qualche settimana, sono vendute nel reparto frigo fresco in genere dove si vende il latte fresco oppure lo yogurt.

Alcune di queste spremute più che fresche sono ottenute d'arance spremute e poi il succo viene congelato per garantire un prodotto "fresco" tutto l'anno.

Poi ci sono i nettari  e la bevande che contengono in diverse percentuali acqua, ricordo che nei nettari la percentuale minima di succo d'arancia deve essere del 50%  e nelle bevande del 12%.

In questi casi le percentuali di vitamina C variano a seconda della percentuale di succo d'arancia presente, difficile generalizzare anche perchè non è raro che il contenuto di vitamina C venga aggiunto , vi capiterà di trovare nell'elenco ingredienti l'acido ascorbico.


Prodotti su mercato a base di succo d'arancia

Ho riportato i dati sul tenore di vitamina C d'alcuni prodotti presenti sul mercato, solo qualche esempio, di va da 46 mg a 24 mg. Subito si nota che una bevanda all'arancia rossa ha un contenuto di Vitamina C più alto anche rispetto alle spremute con pastorizzazione flash, questo perchè se guardate gli ingredienti la Vitamina C è stata aggiunta.

Per il resto il tenore di vitamina C è maggiore nei prodotti che hanno scadenza più breve e con maggiore presenza di succo rispetto all'acqua, nessuna sorpresa nemmeno per il contenuto di zucchero di qualche grammo in più per 100g.

Per il costo spicca la spremuta fresca della Macefruit, senza pastorizzazione da consumare in 48 ore con 5,56 euro /l, evidentemente c'è il costo della rapidità, di portare questo prodotto nel più breve tempo possibile al consumatore, il prezzo più basso di 1,24 è il succo d''arancia con il 50% acqua e 50% succo.

Ricordate che le bevande possono essere un alternativa ma dovete tenere conto del loro contenuto calorico nel complesso delle calorie giornaliere o meglio della quantità, perchè rispetto alla frutta fresca hanno un minore indice di sazietà.

Senza andare lontano vedo a casa mia, il mio figlio prodigo che se apre una spremuta d'arance, sovente la consuma tutta in un giorno, anche meno di 24 ore, sono solo 50 kcal per 100 ml ma se ne consuma 1 litro può diventare il 25% delle calorie giornaliere assunte raccomandate.




Sintesi: 

Per quanto mi riguarda è preferibile sempre la frutta fresca o al massimo una spremuta casalinga da consumare subito, perchè la vitamina C è facilmente deperibile. 

La stagione di vendita degli agrumi freschi una volta era solo per la stagione invernale mentre oggi agrumi freschi sono disponibili  dall'inizio dell'autunno fino alla tarda primavera.

I prodotti già pronti come spremute, succhi e nettari sono sicuramente più comodi, ma non sono come la frutta fresca, ricordo che per fare un litro di succo d'arancia ci vogliono più di due kg. d'arance, possono essere addizionati a secondo della marca di succo d'uva o di mela per bilanciare l'acidità del succo d'arancia.

Valutare i prodotti per il contenuto di Vitamina C per il contenuto di succo d'arancia, può essere interessante ma anche deviante, in quanto può essere aggiunta come acido ascorbico per recuperare la vitamina C persa nella lavorazione.

Chiaramente è bene preferire prodotti con scadenze più brevi, che in teoria hanno un maggiore contenuto di succo e un minore trattamento. Tuttavia alcuni prodotti come le spremute fresche possono deludere al sapore, non solo per effetto della pastorizzazione breve che modifica le proprietà organolettiche, ma anche per la scelta della qualità e della varietà delle arance, elementi non di poco conto, che possono incidere sulla qualità e sul gradimento finale del prodotto.